Economia

Grecia, Merkel in difficoltà. Mentre Tsipras potrebbe chiedere fiducia

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ROMA (WSI) – In quello che è stato il suo primo intervento pubblico dall’inizio della pausa estiva, la cancelliera Angela Merkel ha tentato di rassicurare i parlamentari tedeschi, che si apprestano a votare il piano di aiuti alla Grecia, sulla partecipazione al bailout da parte del Fondo Monetario Internazionale.

“Lagarde, numero uno dell’Fmi, è stata chiara nell’affermare che se le condizioni di riforma delle pensioni e perdono del debito saranno soddisfatti, raccomanderà al board dell’Fmi di prendere parte al programma a partire dal mese di ottobre – ha detto, intervistata dalla stazione radiofonica ZDF – Non ho dubbi sul fatto che quanto Lagarde ha detto sarà realtà”.

Tuttavia, la stessa Merkel sa bene che non c’è alcun perdono del debito, condizione apparentemente imprescindibile affinché l’Fmi partecipi al piano di aiuto.

Lagarde ha infatti ripetutamente avvertito l’Eurozona sulla necessità di ricorrere a un “significativo perdono del debito”, a una sua ristrutturazione (ergo, taglio).

Merkel e la Germania in generale sono invece più propensi a estendere le scadenze sul debito greco e a ridurre i tassi di interesse; ma la riduzione del capitale e dello stock di debito non è al momento contemplata.

L’Fmi deciderà a ottobre se partecipare o meno al piano, il che significa che i parlamentari tedeschi, quando si riuniranno dopodomani per il voto, non avranno alcuna garanzia che Washington partecipi al bailout. La situazione si complica e uno dei più importanti alleati di Merkel, Michael Fuchs ha chiaramente detto che il suo voto eventuale a favore del bailoit alla Grecia dipende al 100% dalla partecipazione dell’Fmi all’accordo.

In realtà, il sì al bailout da parte della Germania non è in pericolo, al momento, visto che il piano dovrebbero avere il sostegno dei Socialdemocratici e dei Verdi. Ma è possibile che si verifichi una forte spaccatura all’interno del partito della cancelliera, il CDU (dei cristiano democratici) che, insieme al partito bavarese CSU, chiede che l’Fmi partecipi, per tutelare la sua reputazione di partito di rigore.

A tal proposito, il quotidiano Bild stima che fino a 120 tra parlamentari del CDU e del CSU possano negare il loro sostegno alla richiesta di Merkel. In difficoltà è però anche il premier greco Alexis Tsipras, che deve fare i conti con l’opposizione di diversi membri del suo partito Syriza.

In Grecia circolano indiscrezioni secondo cui Tsipras potrebbe chiedere la fiducia, con il giornalista Nick Malkoutzis che sottolinea che una conseguenza potrebbe essere quella di ricorrere poi al voto anticipato.

“Tsipras sta considerando l’idea di ricorrere alla fiducia, presto, forse nella consapevolezza che perderà e dovrà indire elezioni anticipate”, scrive Malkoutzis. Lo stesso Panos Skourletis, ministro dell’Energia, ritiene che la ribellione di diversi membri del partito Syrizia costringerà Tsipras a testare la sua autorità in Parlamento.

In un’intervista a Skai TV ha detto che “dopo la profonda ferita nel gruppo parlamentare di Syriza, penso che sia ovvia una mossa del genere (voto di fiducia)”.

(Lna)