Economia

Grafico della settimana: trasporto merci e Covid-19

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Durante il lockdown, mentre tutta l’Unione Europea era ferma, il settore dei trasporti non lo è mai stato, pur dovendo rallentare a causa delle contrazioni sul commercio internazionale.
Infatti, l’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) ha stimato una flessione del commercio mondiale nel 2020 che va dal 13 al 32%. Inoltre, secondo gli studi di McKinsey, il traffico merci tornerà al livello pre-covid solamente tra 15-48 mesi. La pandemia, quindi, ha colpito molto duramente anche un settore che non ha mai smesso di lavorare.

Il settore della logistica è un pilastro fondamentale dell’Ue ed ha un valore di ben 675 miliardi di euro. Oltre ad essere voluminoso, è anche estremamente efficiente: secondo la Banca Mondiale, 11 paesi dell’Ue (tra cui l’Italia al 19esimo posto) risultano nella top 20 mondiale in quanto a qualità, efficienza, tracciabilità e competenza.

 

 

 

Dal grafico, si può osservare la ripartizione modale trasporto di merci all’interno dell’Ue. Stando ai dati della Commissione Europea, la strada è la modalità logistica prevalente, rappresentando circa il 50% dei trasporti. A fine 2018, si sono contati sulle strade europee ben 6,6 milioni veicoli, con 2,38 milioni persone impiegate.
Al secondo posto si trova il trasporto via mare: circa il 31,5% delle merci passa attraverso i porti europei.
Al terzo posto, invece, si trova il trasporto ferroviario, l’11,3% del totale. Altre modalità logistiche meno usate sono il trasporto via acque interne (fiumi navigabili, per esempio), oppure via gasdotti o cielo.

La prevalenza del trasporto su strada però implica anche dei problemi di carattere ambientale: il vettore stradale è responsabile del 72% delle emissioni prodotte dal settore. La decarbonizzazione diventa così una questione complessa.
Oltre alla sostenibilità, l’altro problema è quello delle infrastrutture: lo sviluppo della rete transeuropea di trasporto (Ten-T), da completare entro il 2030, potrebbe essere più complesso del previsto a causa della mancata coordinazione tra Stati Membri e per i costi elevati, che non tutti i MS potrebbero permettersi.

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