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Giacomo Milano. Una grande tradizione gourmet

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Dal rito della colazione al cocktail serale, fino all’irrinunciabile cena a base di pesce. Alla scoperta dei locali di un grande maestro della cucina italiana 

A cura di Francesca Gastaldi

“Milano mi ha insegnato che nella vita ci sono dei passaggi: se uno li sa cogliere al momento giusto, le cose funzionano”, così raccontava Giacomo Bulleri, celebre fondatore di Giacomo Milano, un gruppo di 8 locali con oltre 13 milioni di fatturato l’anno. Dopo aver mosso i primi passi nel mondo della ristorazione lavorando ‘a bottega’, nel 1958 Bulleri, toscano di nascita ma milanese d’adozione, ha inaugurato la storica trattoria in via Donizetti, poco distante dalla Camera del Lavoro. Sarà questa la prima tappa di un lungo cammino fatto di autenticità ed eccellenza, ma anche di profonda passione.

Il bar di Giacomo Arengario con la suggestiva vetrata su Piazza Duomo

Location d’eccezione. A caratterizzare oggi l’offerta di Giacomo non è solo una cucina ispirata alla grande tradizione italiana e rivisitata con estro creativo, ma anche la perfetta fusione tra gusto ed estetica grazie a location d’eccezione. “A giocare un ruolo fondamentale è stato il fortunato incontro con Renzo Mongiardino”, racconta Cristian Taormina, general manager del gruppo che fa parte della terza generazione della famiglia. “Il celebre architetto frequentava la trattoria ed era diventato amico di Giacomo. Quando si presentò la necessità di trovare una nuova sede fu proprio Mongiardino a proporre il locale in via Sottocorno 6. Sebbene non sembrasse destinato a ospitare un ristorante, grazie all’opera di Mongiardino si rivelò la location perfetta. Roberto Peregalli, allievo dell’architetto, ha poi curato gli altri locali di Giacomo portando avanti la stessa visione”.

Il Ristorante. Frequentato negli anni da personaggi illustri come Rania di Giordania e star internazionali del calibro di Madonna e Bono Vox, il ristorante Da Giacomo è ancora oggi una delle tappe imperdibili nel panorama milanese dell’alta ristorazione. A fare da padrona è la cucina di pesce tra cui spiccano gli antipasti di crudo con gamberi, carpacci e ostriche, ma anche grandi classici affidati allo chef Domenico di Gennaro. Accanto al ristorante, nel 2007 è nato il Bistrot, seconda creatura di Giacomo Bulleri: qui è possibile concedersi un aperitivo, un pranzo veloce o un classico dopo teatro, scegliendo tra piatti della tradizione, come risotto e cotoletta alla milanese (“quella di Giacomo”), ma anche godersi ostriche e champagne in un ambiente raffinato e retrò, caratterizzato da boiserie scure, specchi e una biblioteca privata.

La hall di Giacomo Arengario

Giacomo Arengario. Il sodalizio di Giacomo con i luoghi simbolo della cultura milanese inizia nel 2010 con l’inaugurazione del Caffè all’interno di Palazzo Reale, il ritrovo dei Milanesi doc, dove gustarsi un tè sfogliando i cataloghi delle più belle mostre ospitate nelle sale museali e soprattutto del Ristorante Arengario all’interno del Museo del Novecento. “Giacomo ha sempre avuto il sogno di approdare in Piazza Duomo”, racconta Cristian Taormina. “Undici anni fa portare l’eccellenza culinaria in una zona esclusivamente turistica era una grande sfida, ma negli anni si è rivelata una scelta vincente: qui siamo riusciti a coniugare cultura e cibo”. Da Giacomo Arengario, che segue il mood dei grandi ristoranti e cafés dei più importanti musei del mondo, a trionfare è l’Art Déco: il locale è infatti suddiviso in ‘period rooms’ con stili e colori diversi.
Oltre al dehors in ferro e vetro realizzato all’interno della grande loggia affacciata su Piazza del Duomo si trovano la hall, la sala da pranzo, la galleria da cui osservare il lavoro dello chef e il bar dove sorseggiare un drink. “Proprio qui Russel Crowe, ospite del ristorante, si mise dietro al bancone a preparare cocktail per tutti”, ricorda con un sorriso Taormina, “ed è sempre qui che, accompagnati da una scorta di macchine, vennero a pranzo Barack e Michelle Obama”.

La sala Libreria di Giacomo Bistrot

 Tabacchi & Co. Vera e propria boutique dei sapori è la Tabaccheria, sempre in via Sottocorno, che rappresenta forse l’esperimento più curioso. Il locale fa rivivere il fascino delle antiche drogherie italiane. All’interno è possibile acquistare il meglio dell’Italia gastronomica, sperimentare una selezione di cibi tipici dei locali di Giacomo Bulleri, ma anche gustare una colazione o un veloce sandwich preparato con materie prime di assoluta eccellenza. Ad animare la stessa via sono anche la Rosticceria, con l’intimo dehor realizzato all’interno di una villetta della vecchia Milano, e la Pasticceria, creata da Roberto Peregalli e Laura Sartori Rimini e ispirata alle atmosfere più raffinate della Francia dell’Ottocento. Gestito da Giulia ed Elena Monti, nipoti di Giacomo, il locale propone dessert della grande tradizione italiana tra crostate, meringhe e bonbon, ma anche imperdibili chicche di famiglia, come la torta al doppio cioccolato, la millefoglie e la Bomba, due dischi di sfoglia farciti con crema chantilly al mascarpone e fragoline di bosco.

A due passi dal mare. Ultimo nato è Giacomo Pietrasanta, il ristorante che ha portato in Toscana lo stile dell’originale locale di via Sottocorno 6. Con un’imponente vetrina sul pesce appena pescato, anche in questo locale la protagonista assoluta è la cucina più autentica del grande maestro, basata su materie prime di eccellenza e accompagnata da una ricca carta dei vini. Il locale giusto per godersi una serata estiva in Versilia, anche grazie all’ampio spazio all’aperto e al lounge bar dove lasciarsi tentare da stuzzichini e pesce crudo.

 Parigi, Londra e New York. Il prossimo indirizzo da segnare in agenda? “Certo questo non è un periodo facile”, conclude Taormina, “ma le idee non mancano: ci piacerebbe aprire un nuovo ristorante all’estero, in una città iconica come Parigi, Londra o New York. Questo, in fondo, era anche il sogno di Giacomo”.

L’articolo integrale è stati pubblicato nel numero di aprile del magazine Wall Street Italia