Economia

Francia, gilet gialli: ancora scontri, governo valuta stato di emergenza

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Una vittima e 130 feriti è il bilancio della nuova giornata di mobilitazione del movimento dei gilet gialli avvenuta sabato a Parigi. Alta la tensione registrata durante il corteo che dagli Champs Elysees si è poi esteso a tutto il centro città.

Gruppi mascherati e vestiti di nero si sono scatenati sabato nel centro di Parigi, incendiando macchine ed edifici, saccheggiando negozi, distruggendo finestre e combattendo la polizia nei peggiori disordini che la capitale francese abbia mai dal 1968, la sfida più grande che Emmanuel Macron ha dovuto affrontare nei suoi 18 mesi di  Presidenza. I disordini e i tafferugli tra manifestanti e polizia hanno interessato oltre a Parigi diverse città e paesi, da Charleville Mezieres a nord-est a Nantes a ovest e a Marsiglia a sud. A Parigi, la polizia ha dichiarato di aver arrestato più di 400 persone e 133 feriti usando gas lacrimogeni e sparando cannoni di acqua.

Le proteste dei gilet gialli sono iniziate come una reazione contro gli aumenti dell’imposta sui carburanti decisi dal governo di Macron, ma man mano si sono estesi rivelando una profonda insoddisfazione della popolazione nei confronti delle riforme economiche liberali del presidente, che molti elettori ritengono favorevoli ai ricchi e ai grandi affari.

Paul Marra, un attivista dei gilet gialli di Marsiglia, parlando a BFM TV ha puntato il dito contro il governo, unico responsabile della violenza in tutto il paese.

 “Condanniamo quello che è successo, ma era inevitabile, la violenza è iniziata dall’alto, il più grande delinquente è lo stato attraverso la sua inerzia”.

Dal canto suo il governo francese sta valutando se dichiarare lo stato di emergenza.

Dobbiamo pensare alle misure che possono essere prese in modo che questi incidenti non si ripetano. È fuori discussione che ogni fine settimana diventa un incontro o un rituale per violenza”.

Così il portavoce del governo Benjamin Griveaux alla radio Europa 1. Il governo, in un vertice all’Eliseo tra il presidente Emmanuel Macron, il ministro dell’Interno Cristophe Castaner e il premier Edouard Philippe, ha studiato l’avvio dello stato d’emergenza per evitare altre violenze.