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Evasione fiscale: Governo accelera su sanzioni Pos e tetto contanti

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La lotta all’ evasione fiscale e riciclaggio passa dai contanti alle operazioni al bancomat e ai pagamenti con Pos. Nonostante, l’abbassamento della soglia limite ai pagamenti in contanti sia stato rimandato di un anno, il Governo ha deciso di incentivare ugualmente il ricorso ai pagamenti tracciabili.

Come? A partire dall’obbligo del POS presso i negozi. Dal 30 giugno, di fronte ad un eventuale rifiuto di un pagamento richiesto con carte, anche per un piccolo importo, gli esercenti si esporrebbero al serio rischio di multe pesanti. L’obbligo per esercenti e professionisti in realtà esiste dal 2014, ma non la multa, che diventerebbe realtà non più dal primo gennaio 2023, come previsto, ma dal 30 giugno. La decisione di anticipare a fine giugno le sanzioni per chi rifiuta l’uso del Pos, rientra negli obiettivi del 1° semestre 2022 nella Milestone M1C1 -103 del Pnrr messa a punto dal Governo.

Per renderla operativa ecco dunque l’anticipazione al 30 giugno 2022 delle sanzioni amministrative e dunque pagamenti elettronici o digitali. La missione del Pnrr prevede espressamente l’emanazione di norme e misure regolamentari per incoraggiare il rispetto degli obblighi fiscali, o della cosiddetta tax compliance così come per migliorare audit e controlli.

La norma, modificata lo scorso anno dal governo Draghi, prevede una sanzione di 30 euro più il 4% del valore delle transazione e non riguarda soltanto i commercianti ma tutti coloro che offrono prodotti e servizi al pubblico, compresi i professionisti, come i medici, o i tassisti.

Evasione, occhio al prelievo contanti

Nel mirino dl fisco non ci sono solo commercianti e professionisti. Ma tutti i cittadini, che dovranno prestare attenzione ad alcuni limiti per i pagamenti in contanti, al momento fissato a 1999,99 euro. Dal 2023 si scenderà a 999,99 ma la sostanza non cambia: superare il limite potrebbe non essere una buona idea se colui che lo ha fatto non sarà in grado di dimostrarne le ragioni in trasparenza.

All’Agenzia delle Entrate, infatti, l’esecutivo ha concesso poteri speciali relativi al monitoraggio dei conti correnti, delle carte di credito e del Bancomat mai attribuiti prima. Ne è venuta fuori una sorta di “super anagrafe dei conti correnti”. Occhio dunque ad un numero eccessivo di prelievi ma anche un numero troppo basso di operazioni rispetto al tenore di vita di un contribuente. Situazioni del genere potrebbero sollevare sospetti e diventare così l’occasione per far scattare una serie di accertamenti a scopo cautelativo.