Economia

Europa invasa dai neo poveri: in Olanda migliaia in coda per il cibo

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New York – Basterebbe questa immagine per capire fin dove si e’ spinta la crisi. Poco dopo l’ora pranzo in un giornata uggiosa nella periferia di Amsterdam, la gente attende in una lunga fila il proprio turno. Quando arrivera’, le loro borse potranno essere riempite di riso, succhi di frutta, patate e pane. Gratis.

Il mercato e’ uno delle 135 banche alimentari olandesi – associazioni no profit – che stanno aiutando la gente a sopravvivere con meno di 180 euro al mese, la soglia di poverta’ sotto la quale si ha diritto agli aiuti. I responsabili dell’organizzazione di carita’ la domanda per servizi di questo tipo e’ balzata del 20% nel primo trimestre.

Anche se Atene resta sempre al centro della crisi del debito europea, non e’ l’unica citta’ del continente a dover fare i conti con il maggiore declino della prosperita’ dai tempi della Seconda Guerra Mondiale.

Da un report pubblicato qualche giorno fa e’ emerso che la disoccupazione nell’area euro e’ salita i massimi degli ultimi 15 anni in aprile e che l’economia della regione si sta contraento per la seconda volta in pochi anni.

Una seconda fase recessione che sta mettendo in difficolta’ anche i paesi core. Gli elettori francesi hanno preferito Francois Hollande al suo predecessore, Nicolas Sarkozy, al voto delle presidenziali del 6 maggio, convinti dalle promesse del candidato socialista per un alleggerimento delle misure di austerita’ e per un’attenzione maggiore alle azioni coordinate per stimolare la crescita.

Il tutto mentre la Grecia e’ finita in un caos politico, oltre che sociale ed economico. Dalle urne elettorali non e’ uscito un chiaro favorito, con i partiti in testa (centro destra, sinistra radicale e socialisti) che non si sono dimostrati sinora in grado di formare una governo stabile.

“Prima la gente non vedeva domande e ora non hanno le risposte”, sintetizza Austin Hughes, economista di KBC Bank Ireland, contattato da Bloomberg. “C’era una sorta di aspettativa per una crescita continua di reddditi, prospettive lavorative e prezzi degli asset. Ora questa sensazione e’ sparita”.

Una dimostrazione di come sia cambiato lo stato di benessere del popolo europeo lo offre il caso olandese. Un paese un tempo tra i piu’ solidi dell’area, che sembrava immune alla crisi, Amsterdam ora deve invece vedersela con una fase di instabilita’ politica oltre che economica.

Il primo ministro Mark Rutte ha rassegnato le sue dimissioni in aprile dopo che il Partito Della Liberta’ – formazione anti-immigrazione di estrema destra – ha annunciato di opporsi alle misure di rigore per 14 miliardi che prevedevano tagli alle spese e aumento delle tasse.

“Sapevamo che la crisi stava arrivando anche da noi, sappiamo che non siamo come Italia e Spagna, ma nemmeno come la Germania”, ha dichiarato all’agenzia americana Sweder van Wijnbergen, docente di economia all’Universita’ di Amsterdam. Ci vorra’ del tempo per uscirne e molto dipendera’ dalla Germania”.

Un dato su tutti: nel primo trimestre il numero di famiglie che hanno usufruito degli aiuti garantiti dalle ‘banche alimentari’ sono diventate 1.350: entro fine anno dovrebbero salire a 3 mila, secondo quanto riferito da Piet van Diepen, un membro del CdA dell’istituto.

“Sono cifre che si gonfieranno sempre di piu’, perche’ la gente sta perdendo posti di lavoro e deve trovare un modo per pagare affitto e mutui”.

In Olanda, oltre 23 mila persone ottengono aiuti alimentari dalle banche. Le cifre sono in crescita anche in Gran Bretagna, la cui economia e’ scivolata ufficialmente in una seconda fase di recessione. Tra i 10 stati principali dell’Unione Europea, Londra e’ quella che ha apportato i maggiori tagli al deficit di bilancio.