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Euro/dollaro: sfruttare gli aumenti di volatilità

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LEGNANO (WSI) – Al termine della scorsa settimana abbiamo utilizzato, per definire la fase di mercato, il termine incertezza e abbiamo brevemente esplicitato un ragionamento di come questa avrebbe potuto perdurare nei giorni a venire in attesa dei prossimi grandi market mover.

A farla da padrone è senza alcun dubbio proprio l’incertezza derivata dalle parole di mercoledì scorso di Ben Bernanke il quale, pur non cambiando la sostanza dei contenuti già espressi nel meeting del FOMC del 19 Giugno, ha di fatto compiuto un passo indietro circa ipotesi imminenti del cosiddetto “tapering” e ha ribadito la necessità per l’economia degli Stati Uniti di politiche monetarie altamente accomodanti nel prossimo futuro, escludendo di fatto l’ipotesi di innalzamento dei tassi di interesse anche a fronte di buoni miglioramenti dei fondamentali economici.

Sappiamo poi cosa sia avvenuto a livello di prezzi degli strumenti finanziari nel momento in cui il mercato in senso stretto, il luogo di incontro tra compratori e venditori, si sia trovato a dover riformulare le proprie aspettative in maniera repentina e violenta e a doverle scontare nei prezzi, con effetti ben evidenti a qualsiasi semplice investitore e trader.

Così i cambi valutari, eccezion fatta per quelli inclusivi del dollaro australiano, hanno corretto dagli ampi movimenti per muoversi in lateralità, le Borse hanno sostenuto i massimi e le materie prime (oro in particolare) continuano a non avere direzionalità. Quali sono dunque gli scenari che si aprono?

Nonostante la cautela della Federal Reserve, la “crescita” degli Stati appare per così dire convincente e questo verosimilmente sosterrà il dollaro e i tassi d’interesse a stelle strisce; perciò solo un significativo e improbabile deterioramento dei dati potrebbe davvero allontanare l’ipotesi di exit strategy dal Quantitative Easing 3 che vede ora l’istituto centrale inondare il sistema con 85 miliardi di dollari al mese.

Va inoltre ricordato, e non appare sempre cristallino, che il FOMC ha parlato, e continuerà a farlo, di riduzione non di dismissione dall’acquisto di asset il che vuol dire che anche a fronte di deludenti release macro potrebbe avanzare ipotesi di riduzione dei tassi nella parte breve della curva senza appunto toccare i piani di acquisto.

La sottoperformance del dollaro americano della scorsa settimana è stata infatti legata ad un allargamento tra le scadenze a due anni dei tassi tra dollaro ed euro e sterlina, tanto per citare i due maggiori rapporti valutari. Ci troviamo dunque in una situazione per la quale le price action dei cambi sono a maggior ragione ai differenziali che si vanno a creare tra le azioni dei rispettivi istituti centrali di riferimento.

Se si pensa infatti al rafforzamento più recente del dollaro, ricordiamo molto semplicemente come sia avvenuto proprio nel momento in cui Bernanke parlava di tapering mentre Draghi e Carney addirittura introducevano la “forward guidance” per orizzonti temporali di un anno e oltre.

Questa settimana il Chairman della Fed parlerà davanti al Congresso e l’attenzione andrà posta proprio alle sue parole che potrebbero far trapelare ulteriori importanti particolari sulle prossime evoluzioni della policy della Fed vista appunto la grande incertezza che è andata insinuandosi sul mercato. Per la giornata di oggi varrà la pena seguire le Vendite al Dettaglio degli Stati Uniti alle 14,30 in una settimana che è comunque ricca di pubblicazione di dati e che potrebbe vedere la volatilità nuovamente incrementarsi.

EurUsd

Ancora molto laterale la price action del cambio principe, dopo lo scossone di mercoledì scorso e le successive correzioni. La migliore operatività in questo contesto è sicuramente quella legata allo sfruttamento dei primi incrementi di volatilità in grado di spingere il prezzo al di fuori della congestione che lo vede racchiuso tra l’1,3090 e l’1,3050.

In caso di uscita dal range nella parte alta i livelli di possibili approdo sono l’1,3120, l’1,3145 e l’1,32 in estensione, da gestire naturalmente in maniera conservativa dal punto di vista del Money Management nel momento in cui i movimenti potrebbero non rivelarsi direzionali. 1,3010 con 1,2990 immediatamente dopo e 1,2920 i livelli chiave al ribasso.

UsdJpy

Resta il riferimento grafico del canale rialzista che considera la trendline crescente tracciata a partire dai minimi di metà giugno. Attorno a quest’area è andato conformandosi una congestione che ha visto il range dei prezzi ridursi in maniera significativa. Il cedimento dell’area attorno a 98,70 potrebbe indurre importanti break ribassisti fino a 98,25 e 97,80. Buona in questo senso il livello di resistenza in area 99,50 per intraprendere primi posizionamenti in vendita da ribaltare invece in caso di rottura al rialzo dove è fondamentale il 99,90 prima di 100,60.

EurJpy

Riportiamo in maniera quasi intatta l’analisi fatta lo scorso venerdì, dal momento che poco o nulla è cambiato. Anche in questo caso resta il riferimento grafico del canale rialzista che perdura ormai dai minimi di metà giugno. La price action continua a restare confusa, con range dei prezzi che sta andando però restringendosi per la formazione di un triangolo che se rotto in area 129,10 porterebbe verso 128,40, e se rotto al rialzo dopo 129,90 condurrebbe invece verso il 130,50 e in estensione in area 131.

GbpUsd

Discorso tecnico per il cable, ancora una volta, analogo a quello dell’eurodollaro in una settimana comunque di numerose release per il Regno Unito e che quindi potrebbero portare grande volatilità sul cambio e più in generale sui cross sterlina.Funzionale è dunque l’operatività OCO in acquisto sopra 1,5130 e in vendita sostto 1,5080. 1,5175 e 1,5225 gli obiettivi nel primo caso, 1,5030 e 1,4980 nel secondo.

AudUsd

Importante break ribassista del dollaro australiano il cui cambio ha messo a segno nuovi minimi relativi arrivando per pochi pips sotto la soglia di 0,90 per poi rientrare e ritracciare fino a 0,9120. Tale ampia correzione può configurarsi come una flag ribassista che sotto 0,9080 potrebbe fornire la possibilità di rimettersi corti con 0,9040 come primo target e estensione ai minimi. Sopra 0,9120 e, in maniera più conservativa, sopra 0,9140 è area 0,92 quella a cui guardare.

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