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Nuovi dazi in arrivo dalla nuova amministrazione repubblicana americana guidata dal presidente Donald Trump. Lo ha preannunciato il neo inquilino della Casa Bianca, dichiarando che già oggi gli Stati Uniti annunceranno tariffe del 25% su tutte le importazioni di acciaio e alluminio, comprese quelle di Canada e Messico. Ma non finisce qui. Domani o al massimo mercoledì saranno annunciate altre “tariffe reciproche”. Ciò significa che gli Usa imporrebbero dazi sui prodotti nei casi in cui un altro paese ha riscosso dazi sulle merci statunitensi.
“Se loro ci fanno pagare il 130% e noi non gli facciamo pagare nulla, non sarà più così”, ha detto ai giornalisti durante il volo che lo portava dalla Florida a New Orleans per assistere al Super Bowl.
Dazi su acciaio e alluminio
L’acciaio e l’alluminio sono stati tra i primi dazi imposti da Trump durante il suo primo mandato, che ha implementato un dazio del 25% sull’acciaio e un dazio del 10% sull’alluminio nel 2018 per motivi di sicurezza nazionale. Quelli annunciati ieri arrivano anche nel contesto di un accordo in stallo da parte della giapponese Nippon Steel Corp. per acquistare la US Steel Corp. per 14,1 miliardi di dollari. L’operazione è stata bloccata dall’ex presidente Joe Biden ed è osteggiata anche da Trump.
La scorsa settimana, Trump ha approfondito le questioni relative alle tariffe commerciali reciproche, parlando con i giornalisti in occasione della visita primo ministro giapponese Shigeru Ishiba.
“Quando un Paese ci fa pagare tanto e anche noi facciamo lo stesso”, ha detto. “Penso che sia l’unico modo giusto per farlo. In questo modo, nessuno si fa male”.
Trump ha anche spiegato che Nippon Steel sta valutando la possibilità di investire in US Steel invece di acquistare l’azienda, ma non avere una una partecipazione maggioranza nell’azienda statunitense.
“L’idea non ci piaceva, la US Steel per noi è molto importante è stata la più grande compagni del mondo per 15 anni molti anni fa , 80 anni fa. Non volevamo vederla andar via e non sarebbe partita davvero ma l’idea, psicologicamente, non era bella. E quindi hanno detto che investiranno pesantemente nella US Steel invece di comprarla”.
Il dietrofront su Messico e Canada
Quello su acciaio e alluminio è il secondo annuncio di rilievo di politica commerciale, dopo la minaccia di dazi del 25% sulle merci provenienti da Canada e Messico, oltre a un dazio del 10% su tutte le importazioni made in China, se questi Paesi non avessero posto un freno all’immigrazione clandestina o alla produzione e al traffico di fentanyl nel Paese.
Alla fine, Trump ha rinviato di un mese i dazi su Canada e Messico, dopo che i leader dei due Paesi hanno concordato di rafforzare la sicurezza dei confini. Non è invece stato così per Pechino, che ha subito risposto alla misura con rincari dal 10 al 15% sulle esportazioni statunitensi di energia e sulle attrezzature agricole.
“Gli ordini evidenziano chiaramente che il flusso di droghe di contrabbando come il fentanyl verso gli Stati Uniti, attraverso reti di distribuzione illecite, ha creato un’emergenza nazionale, compresa una crisi di salute pubblica”, ha detto Trump prima di accettare di non emettere immediatamente i dazi contro Canada e Messico. “I funzionari cinesi non hanno intrapreso le azioni necessarie per arginare il flusso di sostanze chimiche verso noti cartelli criminali e per bloccare il riciclaggio di denaro da parte di organizzazioni criminali transnazionali”.