
Fonte: Getty
Domenica 23 febbraio si vota in Germania per le elezioni politiche dalle quali dovrĂ scatutire una nuova maggioranza in grado di guidare la principale economia europea. Le incognite sono legate al forte interesse che sta catalizzando nei sondaggi il partito populista Afd, Alternative fur Deutschland, guidato da Alice Weidel (nella foto) stimato intorno al 22 per cento.
Potenziali scenari di coalizione
​Esistono diverse possibilità di coalizione, la più fattibile delle quali è una “Coalizione Kenya“, che prende il nome dai colori della bandiera del Kenya (nero, rosso e verde) e comprende CDU/CSU, SPD e Verdi. Le proiezioni attuali suggeriscono che questa sia l’unica coalizione a tre partiti praticabile e in grado di garantire la maggioranza. Tuttavia, il leader della CSU Markus Söder ha espresso una forte opposizione alla collaborazione con i Verdi, complicando questa potenziale alleanza.
​Gli scenari alternativi includono una “coalizione nero-verde” o una “coalizione giamaicana”, sebbene ciascuna affronti ostacoli significativi. ​Una “coalizione nero-verde” bipartitica (CDU/CSU e Verdi) potrebbe ottenere la maggioranza in caso di forte successo di questi partiti. Tuttavia, le disparità ideologiche, in particolare sulle politiche ambientali ed economiche, rendono questa partnership molto difficile da gestire. L’avversione di Söder a un’alleanza con i Verdi complica ulteriormente questo scenario. ​La “Coalizione Giamaica” (CDU/CSU, Verdi e FDP) rispecchia i colori della bandiera giamaicana (nero, verde e giallo): sebbene matematicamente possibile, l’attuale sondaggio dell’FDP al di sotto della soglia del 5% rende incerta la loro inclusione. Inoltre, le differenze ideologiche, in particolare tra la CSU e i Verdi, presentano notevoli ostacoli.
​Una possibile “Coalizione Germania” (nero, rosso e giallo) (CDU/CSU, SPD e FDP), che rifletta i colori della bandiera nazionale, potrebbe essere presa in considerazione se l’FDP superasse la soglia elettorale. Tuttavia, il rifiuto categorico dell’FDP di rientrare in una coalizione simile al precedente accordo riduce notevolmente questa possibilità . ​Questo lascia la “Grande Coalizione” (CDU/CSU e SPD) che la cancelliera Angela Merkel ha guidato con successo per circa 12 anni durante il suo mandato di 16 anni come cancelliera, dal 2005 al 2009 e di nuovo dal 2013 al 2021. Tuttavia, il panorama politico in Germania è cambiato da allora. Il sostegno ridotto della SPD significa che questa coppia potrebbe avere difficoltà a raggiungere una maggioranza stabile. Inoltre, c’è riluttanza all’interno di entrambi i partiti a rinnovare questa alleanza a causa di attriti passati.
​Tutti i partiti tradizionali hanno inequivocabilmente escluso qualsiasi collaborazione con l’AfD a causa delle sue posizioni di estrema destra. Allo stesso modo, il neocostituito BSW, guidato dall’ex membro del partito di sinistra Sahra Wagenknecht, è visto con forte scetticismo.
Sia la CDU che la SPD hanno escluso la possibilitĂ di formare coalizioni con il BSW a livello federale.
Qualunque sia la soluzione su cui concorderanno i maggiori partiti politici tedeschi, gli investitori devono essere consapevoli che, salvo grandi sorprese, è improbabile che la formazione del nuovo governo tedesco influenzi in modo significativo gli indici europei nel medio termine. I movimenti sui mercati saranno più legati a una forte vittoria dei partiti populisti, in particolare l’AfD di Alice Weidel.
Â
​Quale impatto sui mercati?
In caso di conferma dei sondaggi pubblicati negli scorsi giorni non ci aspettiamo significativi movimenti dell’indice tedesco.
Discorso ben diverso in caso di una grande vittoria del partito populista di estrema destra, AfD, nel caso che il partito di Alice Weidel, nuova frontiera del Movimento MEGA (Make Europe Great Again), possa superare il 25% dei consensi o diventare il primo partito tedesco.
In caso di successo di Alternative fur Deutschland, ci aspettiamo un ribasso per l’indice Germany 40, ma anche un forte calo del cambio eurodollaro. Una vittoria di Alice Weidel potrebbe spingere il cambio eurodollaro verso i minimi annuali a 1,0178.