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Egitto in rivolta, nuova Primavera Araba. Canale di Suez a rischio

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IL CAIRO (WSI) – I manifestanti egiziani hanno sfidato il coprifuoco notturno in tre città lungo il canale di Suez, attaccando le stazioni della polizia, dopo che il presidente Mohamed Mursi ha imposto lo stato di emergenza nel tentativo di mettere fine agli scontri, che nei giorni scorsi hanno ucciso almeno 52 persone.

Almeno due uomini sono morti negli scontri nella notte a Port Said, nell’ultima ondata di violenze iniziate la scorsa settimana, alla vigilia dell’anniversario della rivolta del 2011 che ha estromesso Hosni Mubarak.

Gli oppositori politici di Mursi hanno respinto la richiesta del presidente di ieri di trattare per mettere fine alle violenze. Al contrario, migliaia di persone sono scese in strada al Cairo ed Alessandria, e nelle tre città del canale di Suez – Port Said, Ismailia e Suez – dove Mursi ha imposto lo stato di emergenza e il coprifuoco.

I manifestanti accusano Mursi di aver tradito la rivoluzione, mentre i suoi sostenitori accusano chi protesta di voler rovesciare con mezzi non democratici il primo presidente eletto liberamente.

Oggi, il capo delle forze armate ha detto che il conflitto politico nel Paese potrebbe portare al collasso dello stato e che la protezione del canale di Suez è una delle priorità del dispiegamento dell’esercito nelle città vicine scosse dalle violenze.

“Il proseguire del conflitto delle differenti forze politiche… sulla gestione delle questioni statali potrebbe portare al collasso dello stato”, ha detto il generale Abdel Fattah al-Sisi, che è anche ministro della Difesa, secondo quanto riportato sulla pagina ufficiale Facebook del portavoce dell’esercito.

l comandante in capo dell’esercito egiziano, generale Abldel Fattah al-Sisi, che e’
anche ministro della Difesa, ha ricordato che i militari sono “il blocco solido e coeso” su cui “si reggono le fondamenta dello Stato” e ha messo in guardia dal rischio di un collasso del Paese, come conseguenza delle perduranti tensioni.

“La lotta perdurante tra le diverse forze politiche potrebbe portare al collasso dello Stato”, ha scritto sull’account Facebook del portavoce dell’esercito. Il generale ha sottolineato che la protezione del Canale di Suez e’ uno dei principali obiettivi dello schieramento di truppe nelle tre citta’ lungo la rotta navigabile.

Nelle tre principali citta’ egiziane sul canale di Suez, Port Said, Ismailiya e Suez, i manifestanti hanno sfidato il coprifuoco notturno imposto dal presidente, Mohamed Morsi, e hanno attaccato alcuni commissariati. Almeno due persone sono morte
negli scontri a Port Said, dove non si placa l’ondata di violenza iniziata sabato scorso dopo le condanne a morte di 21 teppisti locali per la strage allo stadio di un anno fa.

Migliaia di cittadini, tra cui tifosi della squadra di calcio locale, l’Al Masry, hanno dato vita a un corteo nelle strade di Port Said nonostante il coprifuoco in vigore dalle 21
alle 6 del mattino, ora locale. La marcia e’ partita dalla moschea di Maryam, in pieno centro, e si e’ conclusa davanti all’edificio del governatorato mentre i partecipanti scandivano slogan contro il governo e inneggianti alla fine del regime.

Il portavoce delle forze armate a Port Said, Mohamed Ali, ha affermato che l’esercito ha bloccato il tentativo di un gruppo armato di fare irruzione nella prigione centrale, dove sono rinchiusi gli accusati per il massacro allo stadio. Sabato, proprio la
notizia che un tribunale del Cairo aveva chiesto la pena di morte per 21 accusati di aver partecipato alla strage di 74 persone, per lo piu’ tifosi della squadra caitota dell’Al Ahly, aveva scantenato violenti disordini nella citta’ sul canale.

Anche a Ismailiya e a Suez, migliaia di persone sono scese in strada senza che l’esercito intervenisse per imporre il rispetto del coprifuoco. A Suez, locali e negozi sono rimasti aperti per tutta la notte.
(Reuters-Rainews24)