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EDITORIA CORROTTA: TEMPO DI MANETTE

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L’operazione della guardia di finanza denominata “Golden press” e’ stata coordinata dal pm Olga Capasso della procura di Roma ed ha scoperto un giro di truffe ai danni dello stato che vede coinvolte alcune societa’ editrici che utilizzavano false fatturazioni per ottenere i contributi previsti per la legge sull’editoria.

Agli arresti sono finiti Massimo Bassoli, 52 anni, ex direttore del quotidiano “Il Giornale d’Italia” e attualmente amministratore della societa’ editrice dello stesso quotidiano. In manette anche Umberto Lorenzini, 70 anni, e Rocco De Filippis di 67. La moglie di Bassoli, Francesca Romana Delazza, 46 anni, responsabile della societa’ editrice del giornale “Puntocom” e’ invece agli arresti domiciliari. Le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate dal gip del tribunale di Roma Maria Giulia De Marco.

Secondo quanto accertato dalle fiamme gialle, i quattro personaggi coinvolti per mettere a segno le truffe si erano divise le diverse cariche in quattro distinte societa’: una srl e tre cooperative di giornalisti. Due societa’ sono la proprieta’ e l’editrice del Giornale d’Italia; una societa’ e’ editrice dell’ex “Indipendente”, la cui attuale gestione non e’ coinvolta nelle indagini, e l’ultima societa’ e’ editrice del giornale “Puntocom”.

“Siamo partiti da una segnalazione sospetta che ci e’ pervenuta dall’Ufficio italiano cambi e che consisteva in un prelievo in contanti – ha riferito il colonnello Bruno Buratti, comandante del nucleo speciale Polizia valutaria della Gdf che ha condotto l’inchiesta -. L’operazione era sospetta poiche’ si trattava di soldi inviati dalla presidenza del consiglio dei ministri prelevati, appunto, in contanti”.

Leggere anche su questo tema il documento: IL FINANZIAMENTO QUOTIDIANO

Il prelievo era stato compiuto da Massimo Bassoli e consisteva in una somma di 165mila euro. Gli investigatori della Gdf hanno successivamente scoperto che venivano gonfiati i costi delle testate coinvolte, almeno del doppio, annotando in contabilita’ delle collaborazioni giornalistiche fittizie ascritte a societa’ estere inesistenti. Si trattava di societa’ inglesi, maltesi e irlandesi con nominativi simili ad alcune societa’ esistenti ma del tutto false.

Gli investigatori hanno cosi’ accertato che tutti gli importi sono confluiti sui conti correnti personali degli arrestati. La truffa consisteva nel frodare il fisco e nel gonfiare anche i costi delle testate sulla base dei quali venivano poi calcolati i contributi statali da erogare. Sono stati infine sequestrati i conti correnti dove in questi anni era confluiti il denaro, pari a circa 25 milioni di euro, che era nelle disponibilita’ di Bassoli (Agi).