Società

Ecco come sarebbe il parlamento se avessimo votato solo su internet

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ROMA (WSI) – Le elezioni sono appena terminate. Nelle scelte elettorali si possono leggere tracce dei cambiamenti che attraversano l’Italia: spesso fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. Le elezioni sono, infatti, un rito pubblico, in cui possono emergere i segni di cambiamenti socio culturali; sono l’occasione in cui tutta la società può mandare un messaggio alle sue élite.

Stiamo attraversando una trasformazione socio economica e culturale, che questo sito, insieme ad altri, raccontano giorno per giorno, una trasformazione che assomiglia alla Rivoluzione Silenziosa raccontata da Ronald Inglehart in riferimento agli anni 60 e 70. Le elezioni hanno dato modo di esprimersi a questioni sociali esigenze, necessità, priorità verso quei soggetti istituzionali che cristallizzano le dinamiche della società (precedente) che li ha generati.

Per trovarle meglio, entro i dati elettorali, abbiamo identificato uno spartiacque di futuro. Ve lo mostriamo (grafico a fianco) con una simulazione statistica indicativa dei risultati e della relativa ricostruzione del Parlamento. Ecco come sarebbe il parlamento se avessero votato solo le persone che utilizzano internet. I colori che caratterizzano i partiti sono anche usati per contrassegnare le regioni italiane relativamente al premio di maggioranza attribuito al vincitore.

Una quadro ancora più multipolare, e non bipolare. Hanno maggiore importanza relativa tutte le nuove forze ed in parte il PD. Si tratta di una semplificazione, va da sé, ma tutt’altro che banale, significa dare più voce all’impatto della “cultura politica” degli anni ‘90 e 2000, agli italiani cresciuti con aspettative decrescenti in un mondo sempre più aperto e ricco di opportunità. A quelli che sono cresciuti con l’esperienza delle pratiche “aumentate” dal web con le nuove soluzioni ed abitudini a disposizione ma che non trovano ancora riscontro nella quotidianità. Se questi sono i tratti del cambiamento sociale che sta emergendo, questi saranno le falde lungo le quali si costruiranno i prossimi conflitti sociali e le forme organizzative economiche, sociali, culturali e politiche.

La simulazione conferma quanto, fin dall’autunno scorso, andiamo dicendo, ovvero che circa il 40% degli italiani è alla ricerca di una nuova forma di rappresentanza, disponibile a valutare opzioni nuove rispetto ai partiti tradizionali, a fronte di uno scambio consenso/rappresentanza fatto di proposte tecniche, e più vasti orizzonti di senso, per essere inclusi nel sistema sociale.

Chi sono? Gli internauti attivi sono quasi il 50% degli elettori, persone mediamente più giovani e più istruite, che lavorano nel settore privato, come autonomi e con occupazioni impiegatizie, che spesso hanno posizioni centrali nella società ma fuori dalle istituzioni consolidate attuale ma abituate a comunicazioni articolate, multidirezione, esposte a messaggi ed anche a opportunità di azione (informazione, acquisto, conversazione) strutturalmente diverse da quelle dei media tradizionali. Socializzate da percorsi più deboli e fluidi di quelli delle grandi organizzazioni di massa, più internazionali e aperti e trasgressivi. Internet gli ha permesso esperienze di socialità e sperimentazioni originali.

[ARTICLEIMAGE] Rispetto al resto della popolazione italiana sono più positive verso il futuro, portano più fiducia verso le Istituzioni Internazionali e la Presidenza della Repubblica, mentre sono più lontane da partiti e sindacati e le altre associazioni di categoria. Ma non sono contro le istituzioni, sono “riformisti”, hanno sempre dichiarato di voler votare con tassi superiori del 5-7% rispetto al resto degli italiani. Più indecisi nella scelta del voto finale, hanno sempre considerato più opzioni come possibili. Rispetto al risultato delle elezioni erano molto meno convinti della “inevitabile” vittoria di Bersani, forse perché percepivano altre dinamiche sociali.

Non vivono nella realtà virtuale. Si sono informati con una combinazione di combinazione di web e incontri reali, nelle piazze, nei dibattiti sui territori o al più la radio e i giornali. Fisicità, relazione diretta, conoscenza dei candidati e dei programmi (informazione razionale) e delle comunità che si sono costruite entro ed intorno ai partiti: vitalità delle comunità politiche piuttosto che cartelloni pubblicitari o rappresentazioni televisive.

Hanno lo sguardo orientato al medio periodo. Esprimono la necessità di includere coloro che sono più schiacciati e meno valorizzati. Le loro priorità riguardano l’istruzione e la conoscenza e poi la riduzione dei costi dello Stato: chiedono di coniugare elementi trasversali alla tradizionale offerta politica per trovare soluzioni forti e innovative per tenere insieme: meritocrazia e libero mercato, innovazione, cultura, laicità, opportunità, coerenza, partecipazione, successo, uguaglianza, giustizia sociale, accoglienza e comunità.

Il baricentro di questi elettori è il Movimento a 5 Stelle, che si colloca tra PDL e PD, disarticolando l’asse tradizionale e prendendo voti da entrambi i principali schieramenti. Scelta Civica è, per loro, il soggetto più adatto a “sostituire” parte del Pdl. Fare risponde ad una esigenza più esclusivamente liberale, mentre i rimanenti partiti di sinistra rimangono marginali così come, dall’altro lato l’UDC e Lega.

La prospettiva politica. Il Movimento 5 stelle, Scelta Civica insieme a FARE hanno raccolto parti complementari di valori e atteggiamenti, universi simbolici oltre che esigenze. Al di là del presente, se avranno vista lunga sapranno andare oltre la fase nascente e manterranno vive le loro comunità di riferimento con una continua rielaborazione culturale e progettuale. Gestire la fase di istituzionalizzazione sarà il banco di prova: vita o morte, da qui al futuro prossimo. Per il PD ed il Pdl, soprattutto in ottica futura, andrà intrapreso un percorso di approfondimento e studio.

L’Italia risulta spaccata in termini valoriali, ogni forza che la vorrà governare senza portarla a degenerare in situazioni drammatiche dovrà trovare i linguaggi, le forme organizzative oltre che le soluzioni tecniche. E’ una sfida di portata storica, così come il cambiamento globale che sta attraversando l’umanità. Questo il livello del dibattito che auspichiamo si generi.

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Le elaborazioni statistiche sono a cura di Alessandro Corti e di Matteo Pietripaoli sui dati dell’osservatorio politico nazionale di Lorien, realizzato tramite interviste CATI rappresentative della popolazione elettorale della Camera dei Deputati su base continuativa settimanale. La simulazione, in particolare, si basa su 2000 casi rilevanti nella settimana precedente alle elezioni, rappresentativo per sesso, età ed area di residenza.

Simone De Battisti è il Direttore Ricerche Lorien, Advisory Board Pick1. Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.