Società

E’ UNA RIVOLTA CONTRO TURANI? NO!

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Ecco una selezione delle numerosissime lettere che sono arrivate alla redazione di WSI dopo la pubblicazione dell’Opinione di Giuseppe Turani:

IL FANTASMA DI BIN LADEN TURBA WALL STREET

Turani e’ un collega che stimiamo molto, le sue opinioni suscitano sempre dibattiti stimolanti tra i nostri lettori, per cui rendere pubbliche queste lettere (molte sono “contro” ma molte sono decisamente a favore) riteniamo sia utile al miglioramento generale della cultura finanziaria nel nostro paese. Le reazioni sono state cosi’ accese che La Lettera Finanziaria, curata dallo stesso Turani per il sito online di Repubblica, ha deciso di riprendere le lettere dei nostri lettori.

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Gianni Tamburi, banchiere d’affari, presidente Tamburi & Associati

Caro Luca, essendo come sai un vostro piu’ che affezionato visitatore ho
assistito, in settimana, alle polemiche sugli articoli di Turani e sulla
opportunita’ che voi le pubblichiate. Solo oggi pero’ ho qualche minuto per
dire la mia.

Turani ha ragione, ragione da vendere e tutte le persone che
sono un minimo in grado di discernere il grano dalla crusca lo sanno. La
situazione economica internazionale e’ molto compromessa e malgrado l’
enorme abilita’ di Greenspan e Bush di fornire ogni genere e forma di droga
perche’ da una situazione recessiva si passasse da un periodo di rilancio,
seppur “spinto”, non ci sono riusciti. Quasi tutti i dati degli ultimi mesi
indicano che l’America e’ in affanno, che i debiti di famiglie, imprese,
stati e governo centrale sono a livelli record.

Chi li paghera’ questi
debiti se non l’economia in generale che sta frenando anche in Cina? So che
a tuoi visitatori contestatori del rapporto deficit-pil in Usa o da noi
importa poco. A loro interessa
speculare sulle Tim o sulle Stm e guadagnarci!

Pero’ viene il dubbio che
tanti di questi siano coloro che pur di guadagnare hanno comprato Parmalat,
Giacomelli, Finpart e magari anche qualche bond di improbabili small cap.
Poi si lamentano delle bolle che scoppiano e vanno a piangere a Palazzo
Chigi o all’Assogestioni. Imparino a pensare prima, invece di accusare altri
di cose che loro stessi non capiscono, ma che farebbero bene a studiare. Ho
detto bene, a studiare.

Pero’ vediamo di passare dalle parole ai fatti. Solo
ieri, dico ieri, ho raccolto le suguenti frasi da articoli di giornale
solitamente lontani dalle posizioni di Turani e di Repubblica. Sul Sole 24 Ore
Riolfi in un bellissimo quanto attuale articolo che da’ conto del ritorno al
reale di tanti analisti ed economisti, conclude dicendo “c’e’ il dubbio che
le previsioni degli analisti siano troppo ottimistiche” e chiude parlando di
allarmi utili in crescita (ci rendiamo conto che la gente e’ arrivata a bere
meno Coca Cola?) e di dati di consenso sul quarto trimestre da ridimensionare. Su Plus del 24 Ore Platero (solitamente tra gli ottimisti) conclude un suo
pezzo perfetto su Bush e gli effetti in economia scrivendo “se l’economia
non dimostrera’ di poter reagire agli stimoli, allora il 2005 potra’
riservare qualche brutta sorpresa”. E Fabrizio Galimberti, da sempre uno dei
piu’ acuti osservatori dei fatti economici internazionli conclude: “la
patata bollente che George W. Bush lascera’ al suo successore scotta
davvero”. Tutti amici di Turani? Non credo. Solo gente che pensa, che non
crede alle Fate.

Altri fatti ancor piu’ concreti? Se qualcuno ha per caso
letto qualche mio intervento nei mesi scorsi sulla stampa ricordera’ che in
tempi non sospetti (un anno fa, e anche dopo, con pervicacia quasi
fastidiosa) non credevo al fatto che avremmo assistito ad un violento rialzo
dei tassi in tutto il mondo. Cosa che mi pare stia trovando conferma nei
fatti di questi giorni. Coerentemente con questa visione ho cercato di
arginare le pressioni dei gestori delle liquidita’ della societa’ che dirigo e sono rimasto lungo sulla parte
obbligazionaria.

Oggi, dal primo gennaio, il rendimento annualizzato e’ di
circa il 5%, contro il circa 2%, quando e’ andata bene, di tanti amici che
erano piu’ ottimisti sull’economia e che magari hanno fatto ricorso a
sofisticati panieri di hedge funds. Per la parte azionaria poi abbiamo
investito in Interpump, Linificio, Datalogic, Reply, Greenvision. Per ora
non va male. In futuro vedremo.

Da questo si vede come anche prendendosi dei
rischi, purche’ ponderati, si possa far benino. Peraltro queste cose erano
evidenti anche prima dell’esplosione della bolla del 2000, con le
perplessita’ sui “buy” di Tiscali a 1200 euro reiterati da blasonate banche
internazionali o sull’OPA Seat a oltre 4 euro cui qualunque persona di buon
senso avrebbe dovuto aderire. Per concludere saremmo tutti felici se Turani
avesse torto, felicissimi e piu’ ricchi se il torto fosse macroscopico,
pero’ ha ragione e solo l’impatto della politica (acuito dall’imminenza delle elezioni) miscelato con la necessitata superficialita’ di molti analisti e gestori (che non possono vendere
pessimismo ai rispettivi clienti!) sta ritardando l’emergere della verita’.

Una delle piu’ ponderate e chiare conferme di cio’ l’ha data proprio Wall Street Italia nel pezzo di US Macrolab di pochi giorni fa in risposta a Cliff
Droke. Prima o poi la resa dei conti arrivera’ perche’ tutti gli indicatori
confermano che il mondo occidentale vive enormemente al di sopra delle
proprie possibilita’: famiglie, imprese, governi. Pero’ la finanza preferisce
le trimestrali drogate, gli investimenti rinviati, i manager che si
arricchiscono scandalosamente sulle spalle di un mercato cieco, il credito
al consumo che esplode rinviando al futuro una qualche forma di redde
rationem.

Qualcuno ricorda cosa successe qualche centinaio di anni fa dopo
la filosofia del “carpe diem”? Il mondo ahime’ non cambia, neanche con i
derivati, anzi, gli eccessi si pagano sempre e quelli di questi mesi
purtroppo li pagheremo. Speriamo tardi.

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Gaetano Morgante, Dottore Commercialista

Gli articoli del dott. Turani descrivono una situazione economica negativa che
peraltro è evidente alla maggior parte di noi, ma questo non va interpretato
come un consiglio a vendere azioni, ma semmai a comperarle.

Come avrete capito, nei mercati azionari è vincente, e molto, solo chi ha il
coraggio di comperare quando tutti o quasi vendono a piene mani. Certo occorre
avere le competenze per poter valutare e scegliere i titoli migliori che sono
crollati senza validi motivi oggettivi, e qui sta la differenza tra uno del parco
buoi e un investitore serio, ma superata questa difficoltà, che richiede
“appena una quindicina d’anni di amorevole passione finanziaria” il gioco è
quasi fatto.

Dico quasi, perchè poi vi sono i trabocchetti, ovvero le società
come Enron, Worldcom, Exodus, XoCommunication, Aipharma etc. che barano nel
comunicare al mercato i dati economici e contabili.

Di conseguenza è del tutto inutile prendersela con Turani, in quanto i suoi
articoli non devono e non possono intendersi come dei consigli finanziari ma
solo come riflessioni sullo stato dell’economia.

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Riccardo Dazzi, Consulente finanziario

Il “pessimismo cosmico” di Turani è palesemente “voluto”, anche se non capisco
il motivo di questa sua visione.
La cosa certa è che oggi, come da sempre, le scelte di investimento dei
riparmiatori sono quasi sempre sbagliate, e i motivi sono vari.
Il problema principale è che risulta più “conveniente” investire in base
all'”oggi” (che è ben visibile) piuttosto che fare una previsione del domani (cosa che implica una incertezza).
E’ proprio questa sfasatura temporale che fa commettere errori di investimento.

Oggi la “logica” ti porta a comprare ciò che è a basso prezzo (azioni) ed a
vendere ciò che è caro (immobili), ma è così? No, è il contrario. Nel 2000,
tutti compravano azioni, perchè stavano salendo molto, e vendevano immobili per
fare liquidità da investire in borsa. Oggi la bolla speculativa sugli immobili,
come allora sulle borse, non la vede nessuno, ma tanti si accorgeranno delle
proprie scelte tra qualche anno (dove molti, che oggi sono ribassisti,
torneranno a investire in borsa a fine ciclo economico e saranno nuovamente
spennati !!).

Il mio ottimismo sui mercati azionari è dovuto a vari elementi, anche di
carattere tecnico (grafici, P/E), ma soprattutto ho fiducia nell’unica persona
che ha le informazioni finanziarie “veritiere”, parlo di Greenspan, governatore
della Federal Reserve, che è convinto che l’economia americana si stia
riprendendo bene (ciò lo dimostra la sua politica di rialzo dei tassi) e che
non vede nessun grosso pericolo all’orizzonte.

Vogliamo dunque credere a Turani o a Greespan?
A voi la scelta.

Saluti.

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Giancarlo Piccoli, Private Banker

In merito al “polverone” sollevato attorno a G. Turani, mi permetto di osservare
che siamo forse arrivati al limite dell’insofferenza, soltanto per la nostra
impossibilità di poter analizzare in modo chiaro il presente e quindi prevedere
il futuro.

Un buon giornalista, ovviamente si attiene alla cronaca, mi pare che almeno per
questo, dovremmo essere grati a Turani per averer sempre evitato facili
entusiasmi, anche in tempi non sospetti.
Ricordo comunque, che la famosissima H. Choen, si è conquistata il posto che
merita non certo per l’ottimismo, ma per aver chiaramente previsto la crisi dei
mercati del 1987 con discreto margine di tempo, inoltre a distanza di molti anni
(febbraio 2000) ha esortato i possessori di azioni a ridimensionare
notevolmente i portafogli che risultavano allora sovraccarichi di titoli
azionari, manco a farlo apposta a marzo 2000 è scoppiata la bolla
speculativa…

H. Choen non ha certamente fama di menagrama, ma le sue parole vengono pesate
grazie a precedenti eclatanti. Turani è un bravo giornalista, scrive articoli
finanziari, ed in questo campo vengono delimitate le sue asserzioni, la cronaca
viene scritta alla giornata, la Storia è cosa differente!!!
L’economia ha bisogno del “propellente” finanza, ma vive di progetti e ricerche,
di mezzi freschi e persone operose, se in questo noi vogliamo credere conviene
leggere Sia Turani, sia Choen, ad entrambi attribuire i giusti meriti, e poi
decidere se il momento storico è favorevole o meno ad investimenti finanziari
(vale solo la pena ricordare che i progetti costano ed in fase di progettazione
le aziende non guadagnano, ma la commercializzazione di nuoni ritrovati compensa
gli sforzi).

Gli analisti seri devono analizzare i progetti delle Società
individuare gli sbocchi commerciali ed agire di conseguenza, non possono leggere
Turani che dice loro che i tassi saliranno e le borse scenderanno e neppure
altri che asseriscono il contrario.
Credo che anche il pluricelebrato “Guru di Omaha” (al secolo W. Buffett) in fondo
non si può considerare ottimista, ma è una vera icona vivente!!!!

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Salvatore Improta, Promotore (e me ne vanto)…

Lessi un articolo di Turani che parlava di rialzo delle Borse, mi pare era il
1998, e così fu.
Oggi scrive in maniera pessimista… chissà se avrà ragione.
Chi legge ha un idea di quello che gira nell’ambiente economico poi lo elabora e
prende le sue decisioni.
Se poi parliamo di pessimisti, Turani, al confronto con Riolfi del Sole24 ore,
è più ottimista del famoso “Bill Porter” (Billporter.com).

Il mio punto di vista è che, comunque sia, il mestiere di giornalista è
riportare ciò che accade in maniera “leggibile” anche dall’ “uomo della
strada”.

Medite gente…. meditate….

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Ruggero Secchi

Ho letto le numerose critiche a Turani il quale si è limitato a descrivere
alcune delle problematiche che assillano l’economia globale al quale andrebbero
aggiunte di altre molto più gravi e nascoste alla collettività. Se vedere le
cose come stanno vuol dire portare iella (ho letto la definizione di Turani
quale menagramo) allora è meglio sentire il continuo ottimismo delle varie
istituzioni, banche, operatori finanziari vari e politici?

Io ho paura che
vedremo un brutto decennio nelle economie globali. Ma ci siamo mai domandati da
cosa nasce la ripresa economica? Se diamo una risposta a questa domanda credo
non ci sia nessuno a scommettere su una imminente crescita economica.

Grazie per
l’attenzione

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Francesco Puleo, insegnante

Molti che hanno sparato a zero su Turani, mi sembrano simili a quella public
reletion woman di De Giovanni (you remember quella grandiosa società che vi
offriva internet seduti davanti alla tv? e che è andata a finire come era
chiaro che finisse?)
non c’è stato, allora, un solo commentatore che abbia speso una parola contro
quella società tranne appunto Turani, che ovviamente si è beccato le stesse
contumelie che gli intelligenti frequentatori di questo sito stanno riversando
sul povero Turani da parte della pr. Poi la storia si sa a chi dette ragione.
Per gli smemorati ricordo che la società si chiamava FREEDOMLAND.

Certo Turani non è la sibilla che tutto sa e tutto indovina, fa le sue analisi,
sta a te convenire o meno con lui.
Ma…… i berluscones…. purtroppo ce li abbiamo e dobbiamo conviverci.

Un saluto

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Silvio Olivero

Abbondano fra i commenti che avete pubblicato affermazioni del tipo: “Turani non
dice niente di nuovo tanto lo sappiamo tutti che la Borsa deve scendere, che
l’economia è prossima alla recessione etc.”.

Scopro con stupore di essere fra i
pochi che ancora non sanno come andranno a finire le cose. Proprio perché non
conosco il futuro avrei piacere di poter leggere sulla stampa, in particolare su
giornali autorevoli quali Repubblica (e WSI), dei commenti distaccati, intelligenti e
oggettivi, grazie ai quali farmi un’idea chiara, almeno del presente.

Tutto
questo non l’ho mai trovato in nessun articolo del sig. Turani, malato di quel
pessimismo a tutti i costi tipico di chi non ha altri modi per dimostrarsi
originale.

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Claudio Berardi, promotore finanziario

Ognuno è libero di esprimere le proprie convinzioni in economia, come in
politica. E’ ormai consolidato il concetto che ogni previsione “certa” sfugge alle regole
del mercato, al massimo si possono prevedere le tendenze… L’investimento finanziario va considerato come uno strumento per pianificare i
propri obiettivi di vita e non come un gioco d’azzardo. Altrimenti si parla di
tentata speculazione…

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Marco Canepa

Davvero sorprende che si dia spazio a Turani. Vi consiglio di ospitare giornalisti meglio preparati sulle dinamiche economiche.

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Davide Totolo, Promotore Finanziario

Finalmente sarà contento un mio stimato collega. Ogni volta che Turani scrive,
e tende a farlo spesso con una visione pessimistica, il collega sopracitato
inoltra l’articolo a noi tutti, invitandoci ad aspettarci il meglio. Quando
Turani (molto raramente) ipotizza rialzi borsistici, il collega è preso dallo
scoramento. La rivolta, quindi, lo fa godere più di un rialzo sui mercati di
durata indefinita. Credo che questo sia lo spirito disincantato con cui leggere
a Turani.

Non sento bisogno di acredine, nè di apocalittico consenso nei
confronti di un ottimo professionista, che ha tutto il diritto di esprimere
delle opinioni. Opinioni, naturalmente. Ma opinioni suffragate da informazioni che tutti, non
solo Turani, possiamo reperire: i gestori predicano prudenza, chi opera nel
settore, e mi riferisco a tutti i colleghi promotori finianziari scandalizzati
dall’articolo, non può fingere che i report che arrivano dalle principali case
d’investimento siano ottimistici.

Certo, non c’è nulla di apocalittico, ma
nemmeno l’articolo di Turani lo era. E’ un dato di fatto che oggi i mercati,
rispetto ad inizio anno, sono “sotto” e nulla impedisce che lo siano anche alla
fine dell’anno. La situazione geopolitica non è rassicurante, mentre l’economia
tira, ma non galoppa. Magari la si pensa diversamente sullo sbocco delle incerte
situazioni analizzate da Turani, io per esempio sono convinto che dal 2003 i
mercati finanziari siano usciti dal tunnel, ma che non viaggino a 10mila metri
di quota, come nel periodo 1999-2000.

Sono convinto che prima o poi la
situazione geopolitica troverà una soluzione o un aggiustamento, e se non
accade, credo tuttavia che i mercati ne abbiano notevolmente ridotto l’impatto
di breve e medio periodo sui prezzi dei titoli. Turani la pensa diversamente, ma
non credo sia un reato e soprattutto, non credo che ci sia bisogno di “buttarla
in politica”. Siamo seri!

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Luca Gramignani, Imprenditore e trader da 17 anni

Salve, scusatemi ma tutto questo polverone suscitato dall’articolo del povero
Dott. Turani mi fa sorridere. Storicamente il mercato borsistico e’ costituito da RIALZISTI e da RIBASSISTI,
(Tori e Orsi) e questo spiega il fatto del perche’ c’e’ chi incassa e chi paga,
cosicche’ il conto finale del mercato finanziario sia sempre zero.

E’ percio’ evidente che i rialzisti ed i ribassisti, realmente presenti sul
mercato, hanno punti di vista diversi e le loro analisi sono quindi opposte.
Personalmente avendo vissuto e vivendo tutt’ora la borsa sul campo di battaglia,
tento di interpretare insieme ad attente analisi e molti alti ingredienti, la
direzione che potrebbe prendere il mercato prima di posizionarmi e non e’ certo
il BUY delle grandi banche d’affari e degli analisti o il pessimismo del Dott.
Turani ad influenzare le mie scelte.

Bisogna tener presente, e questo lo si capisce con un minimo d’esperienza, che
molto spesso i BUY o SELL partono da direzioni con precisi conflitti
d’interesse. Per essere piu’ chiari i BUY vengono lanciati da chi sta vendendo
grosse quantita’ di titoli e i SELL da chi e’ pronto a comperarli, tutto cio’
genera in automatico il cosiddetto PARCO BUOI che viene spinto dalle news nella
direzione sbagliata.

La famosa bolla speculativa creata dalla New Economy ha riempito il parco buoi e
quando l’ultimo stava entrato gia’ da tempo i grossi investitori alleggerivano le
posizioni ”distribuendo” a quattro mani i loro titoli sorreggendone le
quotazioni a suon di BUY.
Poi come sempre avviene, ”panic selling” ed il parco buoi e’ stato massacrato.
Tutto cio’ fa parte di un normalissimo rituale che si ripete nel tempo e da
parte mia non vi e’ nessuna sorpresa quando si verifica, perche’ ho letto del
1929 e ho vissuto le ”Tigri Asiatiche”.

E allora perche’ sorprendersi dell’articolo del buon Dott. Turani?
Cio’ che dice sulla situazione geo politica, prezzo del petrolio e bla bla, e’
sotto gli occhi di tutti e lo e’ da tempo, ed e’ per questo che il nostro indice
Fib (tanto per fare un esempio) in questo periodo di catastrofi e di proclami
nefasti si e’ portato da 20.500 punti sino a 28.500 punti e questo dimostra cosa
avviene in realta’ in borsa e come sia difficile per un ”risparmiatore”
diventare ”investitore o trader” invece di far parte del parco buoi.

Cio’ detto, siccome la borsa e’ sempre mossa da ”mani potenti e pesanti” che
puntualmente ”drogano il mercato” contro logica, gia’ da tempo era il momento
di riposizionarsi su alcuni titoli, valutandone sempre i fondamentali, evitando
quindi di comperare aria fritta solo perche’ abbia un nome con tech o net,
ricordandosi quindi di valutare cio’ che si acquista, un po’ come al
supermercato, ”BASICNET” ad esempio, non e’ un esplosivo tecnologico ma
produce magliette!

Insomma nulla da sorprendersi se esisteranno sempre Lupi e Pecore, perche’ ogni
mattina un FURBO ed un COGLIONE escono di casa e quando si incontrano l’affare
e’ fatto!

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Alessandro Righini, promotore e consulente finanziario indipendente

Il sig. Turani può fare tutte le previsioni che vuole, è il suo mestiere… le borse con tassi bassissimi manodopera globalizzata e senza alcuna tutela… possono solo salire per il resto della nostra brevissima vita. Poco importa
se per qualche settimana o mese “qualcuno schiaccia un tasto” e il mercato
scende…

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Luigi Gulizia, Private Banker

Seguo da sempre gli articoli di Turani e condivi-
do in toto le analisi dello stesso basate non sul
le fantasie di tanti pseudo analisti finanziari o
di altrettanti pseudo strategists che si riempio-
no la bocca di stucchevoli terminologie anglosas-
soni (fanno tanto “Wall Street”), ma su semplici
dati di fatto.

Come sempre non c’è peggior cieco di chi non vuol
vedere e preferisce bersi le stupidaggini che ven
gono quotidianamente propinate attraverso tutti i
veicoli mediatici.

Per questa tipologia di persone è sicuramente meglio cullarsi in quell’ottuso ottimismo così ben rappresentato in quell’idiota
spot pubblicitario del vecchietto che urla in
televisione o anche bearsi dinanzi all’ebete sor-
riso del nostro amato “presidente” meglio cono-
sciuto come “Silvio dalle bandane bianche”.

Recita il sottotitolo del libro di Pino Aprile
“Elogio dell’imbecille”, in questi giorni in li-
breria: “gli intelligenti hanno fatto il mondo, gli stupidi ci vivono alla
grande”. Credo che basti.

A Turani i più vivi ringraziamenti per la luci-
dità circostanziata delle sue esposizioni.

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Vincenzo De Ficchy, Promotore finanziario

In merito all’articolo di Turani vorrei dire che è vero, Turani
è in generale molto pessimista sullo stato dell’economia nel nostro paese e a
livello internazionale. E allora? Che cos’altro si può essere quando l’economia
tutta si regge su commesse sproporzionate al fabbisogno solo per reggere
‘Keynesianamente’ i consumi; quando le leve dei tassi di interesse e le
politiche fiscali (passate e attuali, da noi e nel resto del mondo!) vengono
utilizzate a completo uso e consumo degli schieramenti politici in sella al
momento (tutti, indistintamente, chi più chi meno); quando, per cercare di
mantenere il nostro attuale livello di benessere, siamo disposti a qualunque
cosa, anche ad inventarci guerre di liberazione (dove i ‘liberati’ ci sparano,
chissà com’è (!), addosso) e a vedere arsenali nucleari inesistenti, etc.?

Vorrei solo aggiungere che è vero, ultimamente Turani è stato oltremodo
pessimista e che probabilmente negli ultimi mesi (non nel periodo dello scoppio
della guerra, perché lì fu chiaro a tutti coloro che hanno un po’ di
conoscenza dei mercati che c’era il business) ha toppato clamorosamente, ma
bisogna vedere se ha solo anticipato un po’ i tempi di un conto salato che al
più tardi dopo le elezioni americane verrà presentato agli americani e a
cascata a tutti noi.

Peraltro, e difformemente da quanto asserito da altri spettabili convenuti a
questo cordiale dibattito, io che faccio il promotore finanziario da diciotto
anni, ricordo perfettamente, all’indomani del crollo di borsa del 1987 e anni
successivi quanto Turani facesse la Cassandra, ma mi ricordo anche che quasi
sempre ci azzeccava.

E qui, come altri hanno prima di me ricordato, si trova
oggi in compagnia, con gente che non ha nulla da guadagnare dal mostrare il suo
pessimismo cosmico come Roach di Morgan Stanley e addirittura come il superguru
degli investimenti azionari che è Warren Buffett.

Perciò, se tanto mi dà tanto…. meditate gente!
Cordiali saluti a tutti coloro che amano dialogare anche con chi la pensa
differentemente da loro e, agli altri, ai faziosi, ai facinorosi…. peste li
colga!

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Andrea de Angelis, European Financial Advisor

… Era da tempo che aspettavo questo momento, ovvero non ritenevo giusto che
fosse rappresentata l’idea di un bravo giornalista, spesso impegnato in racconti
fantastici ed apocalittici, e non dare la possibilità a tanti lettori e/o
utenti di replicare a queste ormai consuete e paranoiche idee.

Beh io sono uno di quelli che è abituato a valutare razionalmente gli eventi
dei mercati che, pur non essendo spesso reali e collegati ad eventi
macroeconomici, comunque seguono un trend. Sono ormai passati gli anni dei guru
o dei grandi analisti e giornalisti economici che pur di riempire spazi su
testate giornalistiche si cimentano in consigli spesso affrettati, fatti sulla
base dei loro sentiment legati il più delle volte a fattori e considerazioni
strettamente personali. Penso che oggi sulla base di quanto è accaduto negli
anni passati ogni intervento può essere un valido contributo, sopratutto per chi
ha seguito i consigli distorti di noti personaggi, da poter valutare e
confrontere purchè siano concreti.

Concludendo il mio umile intervento, da considerare assolutamente non
polemico ma che mira a spianare terreno ad una varietà di idee rappresentate
però non da ideali bensì dall’analisi di dati reali, auguro buon lavoro a
tutti!

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Daniele Settecasi, Promotore Finanziario

Salve a tutti. Credo che la situazione di incertezza a cui Turani fa riferimento sia un dato oggettivo. Il “Pessimismo Turani”, come io lo chiamo, non suscita certamente emozioni a
quanti, addetti ai lavori e non, continuano a fare la propria parte tutti i
giorni, nonostante le difficolta’. La situazione è certamente grave, ma è anche vero che il sistema capitalistico
si basa sul risparmio. Esistono attualmente numerose forme di investimento che
mettono al riparo quanti non amano correre rischi finanziari. Incitare i risparmiatori a mettere sotto il materasso i propri risparmi è un
atto grave di assoluta incoscienza. Queste affermazioni pericolose possono
essere fatte soltanto al Bar SPORT e non in una testata giornalistica
autorevole.

Smettiamola pertanto tutti di inseguire delle logiche commerciali non opportune
oggi a superare la crisi. I giornlisti ed i loro editori facciano la loro parte
e trovino altre vie per aumentare la tiratura delle loro testate. Mi riferisco a
quanti prima della bolla del 2000 incitavano i risparmiatori all’investimento
borsistico, mentre oggi amano pubblicare soltanto articoli da “day after”.

Mi auguro soltanto che questa mia mail venga pubblicata, a riscontro della
Vostra onestà professionale.

Buon lavoro

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Pasquale Della Torca, Sociologo dei mercati finanziari

Questa querelle su Turani mi ha incuriosito.
L’articolo “incriminato” tuttosommato dice pane al pane e vino al vino, quello
che qualsiasi uomo e donna con il sale in zucca avrebbero dovuto elaborare in
proprio.
Che le borse siano alla frutta (e verdura) non ci vuole la zingara per
indovinarlo.

Però c’è da dire che Turani non è proprio un modello di ottimismo! Concordo
con chi è giustamente seccato dal tono tuttosommato di jettaturcompiacimento
del Turani; però qualche volta bisogna pur – come in questo caso – dargli
ragione.
Comunque io non sarei così funesto Turani, i supermercati, per fortuna, sono
ancora pieni zeppi di gente che accorre a frotte e, compra, per fortuna
compra… ancora.

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Federico Angrisano, Dealer a Londra

Premesso che Turani (che non considero un giornalista ma un semplice
commentatore) abbia il diritto di dire quello che vuole, e’ innegabile che i suoi
articoli si prestino ad una precisa linea di Repubblica in chiave
antiberlusconiana. Venendo ad un piu’ ampio commento macroeconomico le sue analisi con riferimento alle casalinghe di Voghera o sulle milanesi a Capri con
il notebook si commentano da sole. Turani e’ semplice “copia e incolla”. Non e’
in grado di formulare alcuna previsione economica in quanto non ne e’
all’altezza. Non darei grande peso a quello che scrive. In Italia c’e’ molto
meglio da leggere.

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Fausto Maraldi, Trader

CHE IL TURANI NON CAPISCA NULLA DI MERCATI LO SI E’ SEMPRE SAPUTO, E QUINDI STA
BENE ALLA REPUBBLICA, NOTO GIORNALE MENZOGNERO, QUINDI BEN SI ACCOMPAGNA LA
FIRMA COL QUOTIDIANO! PER QUANTO RIGUARDA IL CONTENUTO, LUI DA POVERO
IGNORANTELLO RIPORTA QUELLO CHE LEGGE IN QUA E LA’, E FA UNA SINTESI FIN DOVE
PUO’ ARRIVARE LA SUA TESTINA! CHE IL MERCATO AZIONARIO AMERICANO SIA COTTO E
DROGATO, SORRETTO ARTIFICIALMENTE LO SANNO TUTTI, E PRESTO INCOMNINCERA’ A
SCENDERE E TANTO, TANTO CHE ANCHE IL POVERO TURANI NON CREDERA’ AI SUOI OCCHI!

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Alessio Cusati, promotore finanziario

Turani si è messo sullo stesso piano di Feltri, che durante una nota
trasmissione televisa, invito’ i telespettatori a mettere i soldi sotto il
materasso, espressione che non commento. Invito entrambi a vivere in Argentina e
mangiare 3 volte a settimana, opppure andare a fare spesa con la
carriola, mettendoci dentro la moneta necessaria, rievocando i fasti tedeschi
pre-nazisti.

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Michele Martinelli, promotore finanziario

A me sembra davvero troppo severo tutto questo accanimento verso Turani. Non mi
sembra di leggere del pessimismo, ma semplicemente del realismo oggettivo, la
situazione geopolitica non è delle migliori, il petrolio è sui livelli massimi
storici, regna davvero incertezza e ripeto tutto questo è una considerazione
oggettiva. Quello semmai che Turani non rammenta è che è proprio in questi
momenti che ci vuole coraggio e lungimiranza, è bene che si ricordi che la
borsa sconta i risultati del “mondo reale” con ben più di sei mesi di
anticipo!

La mia domanda è: “e se fosse invece questo il momento di entrare sui
mercati e ricominciare a crederci?” A voi la risposta….

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Alessandro Brogi, promotore finanziario

Avevo in passato già scritto a voi sull’argomento, quindi mi limito a una
battuta. Nel nostro ufficio abbiamo riscontrato una correlazione inversa tra le
previsioni del dott. Turani e la dinamica dei mercati azionari. Storicamente,
dati alla mano, comprare quando Turani consiglia di vendere e viceversa è una
pratica che dà notevoli risultati.

Ringraziamo WSI che fornisce dalle colonne del proprio sito un così utile
strumento di lavoro.

cordiali saluti

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Luciano Poletti, impiegato

CON ARTICOLI IMPRONTATI AL SOLO PESSIMISMO, TIPO TURANI, A CHI FA VOGLIA
RISPARMIARE ED INVESTIRE???? DOVE E’ FINITO ALMENO UN PO’ DI OTTIMISMO???

SALUTI.

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Daniele Caruso, Dottore Commercialista

Non ritengo che Turani sia un giornalista inesperto e tantomeno credo che spari
a zero sui mercati finanziari per ragioni legate a insuccessi personali.
Anzi, seguo da molto tempo Turani, e sono d’accordo con lui quando dice che le
borse crolleranno, però non penso che ciò accadrà subito. Personalmente credo
che ci sarà un buon rialzo, gli americani ci faranno vedere Bin Laden alla
vigilia delle elezioni, forse asseconderanno qualche altra guerriglia sparsa per
il mondo e Bush sarà rieletto.

Gli americani in seguito si dovranno svegliare, vuoi perchè i loro consumi
caleranno, vuoi perchè si renderanno conto che il motore del mondo non gira
come dovrebbe, allora saranno guai per tutti noi. Personalmente ringrazio Turani
per la sua coerenza e serietà con cui scrive, e se posso, consiglierei ai
lettori che tanto lo disprezzano, di usare anche loro il proprio cervello, senza
correre dietro a chi dice o scrive ciò che ci fa piacere sentire.

Grazie.

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Vito Carelli, analista finanziario

Salve, volevo dare il mio, piccolo, contributo alla discussione. Premesso che il
Dott. Turani non sia proprio positivo sul futuro sulle borse ecc. volevo far
notare ai Signori che lo hanno, seppur legittimamente, aspramente criticato che
con i tempi che corrono non c’è molto da stare allegri.

Quello che dice il
giornalista Turani, purtroppo, è vero. Noi non sappiamo niente di quello che
realmente succede, le informazioni che ci danno sono talmente inattendibili che
i money manager non prendono assolutamente posizioni “pesanti” sul mercato (il
mercato è laterale da mesi..). Le fonti di destabilizzazione sono
innumerevoli. Quindi prima di accanirsi contro Turani cerchiamo di analizzare la
situazione attuale geo-economica-politica…

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Stefano Mancini, libero professionista

Seguo da diversi anni il Vostro (ottimo) sito e la finanza e devo dire che sono
rimasto piuttosto perplesso dal coro di critiche in merito agli articoli del
sig. Turani. Premetto che il discorso sarebbe davvero lungo ma, per questioni di
tempo e, francamente, (non me ne vogliate) di legittimi dubbi in merito
all’attenzione che sarà dedicata a queste riflessioni, mi limiterò solo ad
alcune brevissime considerazioni:

1) ma davvero c’è ancora chi crede che gli articoli economici non siano
“pilotati” per finalità ben precise? Ci rendiamo conto che TUTTI i reports sono
assolutamente ridicoli e servono solamente, o per ingraziarsi alcune società
(scrivendo cose positive su di loro o negative sui concorrenti) o per permettere
ai fondi di “scaricare” sui poveri gonzi che comprano incantati dalle loro
fesserie titoli cari (nessuno ricorda alcuni scandali in tal senso negli USA?).

2) Ma nessuno si rende conto che davvero mai come ora nel corso della storia il
mercato è drogato e che la ripresa americana si basa su tutte le leve possibili
ed immaginabili (svalutazione del dollaro per favorire le esportazioni e
l’investimento in azioni che, a parità di prezzo in $, per gli stranieri
costano meno; tassi di interesse negativi, per cui la gente si indebita
irresponsabilmente, legandosi in alcuni casi a vita con le banche, determinando
tra l’altro una bolla immobiliare; rimborsi e sgravi fiscali di proporzioni
strabilianti, che hanno determinato insieme alla prossima voce un deficit
preoccupante; rilevanti investimenti pubblici, tra i quali non dimentichiamoci
le ingenti spese militari)?

3) possibile inoltre che nessuno si ricorda i peraltro recenti discorsi sulle
conseguenze economiche, qualora il petrolio avesse superato i 30$ al barile,
mentre ora invece si accetta tranquillamente un petrolio stabilmente sopra i
40$, purchè non superi i 50$?

Insomma, gente, a prescindere da Turani… SVEGLIA…. è stata messa in moto la
più imponente azione elettorale mai vista nel corso della storia, il cui conto
non credo tarderà ad arrivare, soprattutto per chi non si rende conto che, in
alcuni casi, acquistare quote di certi fondi che hanno il compito di “sostenere”
le quotazioni significa finanziarla e ritrovarsi dopo con elevate svalutazioni
di portafoglio in mano. Ricordatevi le fesserie che venivano propinate prima del
crollo del Nasdaq, praticamente da tutti, fatevi due conti sulle valutazioni dei
titoli, basandovi sui proncipali indicatori obiettivi, e… non dico altro.

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Jacopo Savasta, consulente finanziario

TURANI A MIO AVVISO PIU’ CHE PESSIMISTA MI PARE OTTIMISTA. PARLA, CERTO, DI INCERTEZZE. MA IN QUESTO ARTICOLO NON CITA LE CERTEZZE.
E’ CERTO CHE L’INDEBITAMENTO DEGLI STATI UNITI, CHE SOLO STAMPANDO CARTACCIA
MONETA NON COPERTA DA ORO IN ZECCA O AUMENTO DI RICCHEZZA DA PRODUZIONE/CONSUMI
FINGONO DI PAGARCI, PORTERA’ A SCENARI ESTREMAMENTE NEGATIVI INNESCANDO ANCHE
INFLAZIONE/DEFLAZIONE. E’ CERTO CHE I CONTI DOVRANNO TORNARE. MA SI PUO’ COMPRARE E VENDERE IN BORSA ANCHE SENZA AVERE LA CONSAPEVOLEZZA DELLA
REALTA’ CHE CI CIRCONDA, C’E’ SPAZIO E LIBERTA’ DI AGIRE E FARE ERRORI PER TUTTI
NEL MONDO DELLA FINANZA…

BUON TRADING OTTIMISTI!

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Giuseppe Socci, imprenditore

Ho letto l’articolo di Turani e devo dire che non mi è sembrato tale da
scatenare questa sorta di rivolta da parte di alcuni lettori. I problemi
sollevati dal giornalista sono sulla bocca di tutti e non sembrano partoriti da
una mente irrimediabilmente pessimista, anzi trovano riscontro nella
quotidianità dei fatti: la borsa è impastata, la situazione geopolitica è
quantomeno delicata, il petrolio è venduto alla stregua dell’oro, per non
parlare di tutti i problemi legati alla gestione delle aziende in primo luogo e
della macroeconomia in secondo.

Credo che un buon investitore abbia il dovere di
leggere e soprattutto di scremare qualsiasi opinione e di ribattere a questa o
quell’altra teoria usando argomenti un po’ più convincenti del semplice
pensiero positivo.
Sappiamo tutti come funzionano le cose: Giuseppe Turani non fa il mercato, così
come non lo fa nessun altro opinionista. Ora, se questa sorta di arrembaggio
contro un semplice giornalista finanziario sia legato a sentimenti di
positività (negati fino ad oggi dallo stesso mercato) repressi, mi auguro per
il vostro bene che smettiate oggi stesso di occuparvi di finanza.

Cerchiamo di
smettere di beccarci come gallinacci per motivi che sono ben lungi
dall’obiettivo che tutti ci siamo fissati a partire dal giorno in cui abbiamo
iniziato ad occuparci di finanza: fare soldi! In una o in un’altra direzione,
con questa o con quell’altra strategia, con o senza l’appoggio della comune
opinione.

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Vincenzo Gisondi, Promotore Finanziario

PRO TURANI (una voce fuori dal coro!). Vorrei dire la mia circa il polverone suscitato da un articolo apparso su
Repubblica a firma di Giuseppe Turani, ripubblicato da WSI e oggetto di tanto discutere.
Premetto che non vorrei sembrare una voce fuori dal coro, ma spezzo volentieri
una lancia a favore del giornalista Giuseppe Turani i cui articoli leggo sul
vostro sito da diversi anni.

Lo si accusa di essere un pessimista/menagramo in merito a previsioni che altri
e più autorevoli di lui hanno fatto quando parlavano di “miracolo economico
italiano” o sparavano cifre di crescita del PIL nazionale assolutamente fuori
dalla realtà e poi puntualmente smentite dai fatti (che ne facciamo, mi
domando, di questi autorevoli personaggi?). O ancora quando su testate
specificatamente finanziarie alcuni colleghi di Turani consigliavano, negli anni
del boom, l’acquisto di questo o quel titolo o fondo comune di investimento. Che
ne facciamo di “questi” giornalisti finanziari?

Consiglierei al riguardo, la
lettura del libro di Beppe Scienza “Il risparmio tradito” da cui si evince che i
disastri compiuti sui mercati finanziari hanno poco a che vedere con gli
articoli dei giornalista in questione. Inoltre, le cifre diffuse nei suoi
articoli, e lo dico da non giornalista, non mi sembrano assolutamente alla
portata di un pensionato comune.

La mia attività di promotore finanziario ha tratto benefici e con essa i miei
clienti da articoli di Turani che già dal 2001 parlava (fuori dal coro) di
ribassi sui mercati finanziari a differenza di che ne prevedeva imminenti
rialzi. Il che tradotto in operazioni finanziarie ha significato spostamenti di
investimenti finanziari da strumenti azionari a strumenti obbligazionari.
Concludo precisando che non ho alcun rapporto nè personale, nè professionale
col Turani ed in merito ad un suo richiesto allontanamento dalla sua poltrona
solo perchè non “suona la musica” che molti vorrebbero ascoltare non vorrei che
subisse la sorte di Enzo Biagi o Michele Santoro, ma che Repubblica gli
consentisse di esprimere liberamente il suo parere e che altri cambiassero
quotidiano.

Turani sriveva negli anni Ottanta in un articolo che ho ben conservato che “La
Borsa è morta!”. Se fosse stato ascoltato quanta gente non avrebbe perso in
borsa negli ultimi 3-5 anni! Penso che egli utilizzi un linguaggio che a volte e
a molti potrebbe sembrare, per la presenza di metafore ed esempi, troppo
semplicistico, ma non dimentichiamo che i lettori dei suoi articoli non sono
solo addetti ai lavori. C’è anche tanta gente comune, piccoli risparmiatori a
cui bisogna rivolgersi in maniera comprensibile e con riferimenti ai problemi
quotidiani.
Concludo precisando che ove mai non ritrovassi più articoli a sua firma dopo
oltre dieci anni di lettura di Repubblica e del relativo inserto finanziario, nonche’ degli stessi articoli su Wall Street Italia, mi
vedrò al mattino costretto a fare una nuova scelta all’edicola e sul web.

Grazie dell’opportunità concessa ed un caro saluto al sig. Giuseppe Turani.

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Mirko Mariano Piras

A proposito dell’articolo di Turani “Il fantasma di Bin Laden turba Wall Street” vorrei dire che, seppur conoscendo il ben noto stile dell’autore da anni improntato al “pessimismo cosmico” sul fronte degli investimenti finanziari, stavolta mi trova purtroppo d’accordo.
Opero da tempo nel settore finanziario, attualmente per conto di una grande
banca americana, e devo dire che la situazione di grande incertezza dipinta da
Turani trova riscontri nei confronti che spesso ho con tanti altri economisti o
esperti del settore, magari con diverse motivazioni.

Le probabilità di un’inversione di tendenza a breve termine sui mercati sono
molto basse e dirlo con chiarezza ai risparmiatori a mio parere aiuta ad evitare
che si generino aspettative ottimistiche pericolose e difficili da realizzare.
Inoltre si selezionano così in modo opportuno solo quegli investitori che hanno
piena consapevolezza del rischio derivante dalla forte volatilità che
caratterizza i mercati azionari, in particolare modo nel breve-medio periodo.

Grazie a Wall Street Italia per la possibilità offerta di un confronto fra le
diverse opinioni.

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Massimo Di Mascio, promotore finanziario

La statistica gioca contro Turani, in effetti sono venti anni che elabora scenari
negativi…. detto ciò anche quegli analisti che fino al duemila sfornavano
scenari soltanto positivi, non mi sembra che oggi se la passino benissimo.

Forse tutti stanno dimenticando una regola aurea, è che sui mercati finanziari
è assolutamente inutile fare previsioni.
Sarebbe bene che tutti iniziassero a considerare gli investimenti in funzione
dei propri obiettivi ed esigenze, che si prestasse più attenzione alle scadenze
temporali e che ci si illudesse un pò meno di essere speculatori.
Solo così si può smettere di considerare gli investimenti come un “gioco”.

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Renato Rossi, funzionario

Mi sfuggono sinceramente le motivazioni di tanto livore nei confronti di
considerazioni forse un po’ romanzate, ma che comunque assecondano ciò che vi
può dire qualsiasi analista.
Per non parlare del quadro tecnico che è “bearish” così chiaramente che è
difficile trovare qualcuno che non sia d’accordo sul fatto che, di più o di
meno, le borse scenderanno ad andare a fine anno.
Tranne forse i quattro talebani che avete pubblicato, che invitiamo a motivare
con qualcosa di più delle speranze.

Cordialità

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Fausto Cuomo, promotore finanziario

Le reazioni così violente contro il povero Turani definito addirittura terrorista non mi hanno sorpreso. Infatti c’è molta gente, soprattutto legata al mondo finanziario che si rifiuta di guardare in faccia alla realtà e reagisce
male nei confronti di chi gliela mostra. Comunque volevo precisare che l’articolo
è stato preso da Affari e Finanza del 13 -9- 04 e nello stesso inserto
economico c’è un’ intervista fatta a Stephen Roach, capo economista di Morgan
Stanley, che parla degli squlibri creati dalla politica monetaria di Greenspan e
sopratutto del debito delle famiglie americane che porterà prima o poi ad un
crack finanziario. Ma Stephen Roach è un pessimista che ci sta sui coglioni e
non conta nulla, anche se ci mise in guardia dalla bolla speculativa del Nasdaq.

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Luca Simiele

Il Dr. Turani è semplicemente pessimista, chissà quali sventure ha subito
nella vita… Chi mi conosce mi ritiene invece un realista e, sebbene convengo
con Turani che l’incertezza esista, inevitabile in questo momento storico (ci
sono stati periodi ben peggiori), è anche vero che qualcosa nell’insieme andrà
pur bene (il petrolio è salito e potrebbe continuare la sua corsa, perchè non
investire in titoli energetici invece di gettare negatività sulle borse?).

Grazie per l’attenzione, buon lavoro.

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Andrea Floris, promotore finanziario

Sorprende che uno dei piu autorevoli e diffusi giornali italiani continui a dare
cosi tanto spazio (se non sbaglio e’ l’opinionista economico di punta!) ad un
giornalista come Turani. A volte sembra che non abbia mai letto un saggio di
economia; la meta’ dei suoi articoli sono precise previsioni sull’andamento
delle borse che a nessuno di noi che gestisce soldi per mestiere verrebbe mai in
mente di fare (ricordo tutto la carta scritta l’anno scorso sull’imminente
scoppio della “tripla bolla” dell’economia americana, che naturalmente non si e’
mai verificata).

Sorprende che Turani non si preoccupi minimamente che le sue
previsioni non si verifichino piu’ che quelle dell’ultimo impiegato del borsino
della Banca Popolare di Voghera (e chiedo scusa), ma continua imperterrito a
farle senza preoccuparsi. Sorprende di non trovare mai nei suoi articoli nulla
su analisi degli andamenti di economie, valute, aziende che non sia materiale di
seconda mano assieme al suo incombente pessimismo cosmico.
Sorprende trovare che si dia tanto spazio a roba di cosi’ bassa qualita’ come
quella che scrive Turani.

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Pier Roberto Pierucci, promotore finanziario

Sono un promotore finanziario da 18 anni con in più 12 anni di esperienza in
Banca Ufficio Titoli e Borsa. Anch’io da un po’ di tempo mi domandavo come il
sig. Turani possa scrivere certi
articoli, in verità dei veri e propri romanzi.
Mi domandavo inoltre chi stabilisce che “Tizio” o
“Caio” è un esperto. Ci sono molti che scrivono su
quotidiani nazionali e fanno, anche in materia economica della
disinformazione, la peggior cosa
che possa fare un giornale. A chi giova tutto ciò?

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Sandro Alfano, libero professionista

Innazitutto un saluto a tutti.

Mi auguro che Wall Street Italia continui a pubblicare gli articoli di varie
fonti, e da qualunque parte politica essi provengano.

Nell’ articolo di Turani qualcosa di fondato c’è, altri particolari saranno
eagerati… (la Cina al 20% di crescita…) ma chiedere la censura od il blocco
totale mi sembra esagerato.

Nel 2000 il mercato di fronte alle incertezze delle presidenziali USA scendeva
a dirotto, ora è stabile, e questo, a mio modestissimo avviso, va rimarcato….

Cordialmente

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Luigi Testa, Funz. direttivo Reg.le Emilia-Romagna

Che bell’elenco di invettive, quelle contro Turani. E arrivano da professionisti, promotori, operatori, lettori (e magari qualche
giocatore e scommettitore incallito?). Gente che sicuramente ha un’idea compiuta
dell’economia e dei mercati. Vorrei chiedere a tutti questi indignatissimi lettori dove hanno vissuto, fino ad oggi!

Se leggono bene le analisi e le considerazioni di Turani, si accorgeranno che
quasi sempre (quasi, come tutti) sono fondate e serie. Certo, prenderle in
considerazione per operare in borsa (magari nel breve, come usa oggi) beh,
allora… scontentano un poco, nevvero?
Ma, signori, dove state vivendo? Le cose sono davvero più rosee e positive?
Se siete operatori (giocatori, speculatori) di borsa, ditemi quali eclatanti
risultati avete ottenuto, per voi o per i vostri clienti, in questi ultimi
anni?!

E se avete un minimo di rispetto per voi, per i vostri clienti e per i vostri e
i loro soldi, vi sentite davvero in grado di assicurare che lo scenario
politico-militare, economico e finanziario che abbiamo davanti è tutt’affatto
diverso da ciò che sostiene Turani?
Lascio, di nuovo, a giocatori e speculatori quatidiani il giochino ti-tic e
ti-toc, compra vendi, – vendi compra – del giorno per giorno, in borsa.
Rilevo soltanto che i grandi flussi di investimento, i market makers di lungo
periodo, gli investitori, quelli seri, hanno proprio la stessa visione di
Turani. E di conseguenza, sono, in questo momento, molto lontani dalla borsa.
Perlomeno da dopo l’11 settembre.
E attendono ben altro per rientrare.

Credo che coloro che inveiscono (per la semplice ragione che non si sentono
dire, come vorrebbero: alè!! armiamoci e partite che si ritorna ai soldi facili
e ai bei rialzi – fasulli, fasullissimi – del 2000)non ne abbiano avuto
abbastanza.
Forse non hanno perduto abbastanza penne, dal 2000 ad oggi (o hanno una maledetta
urgenza di rifarsi) e certo,le analisi di Turani non aiutano.
Io, per me, ne tengo conto, assieme ad altre autorevoli opinioni di commentatori
ed analisti mondiali, quali Roach, Krugman, Sinai, Warren Buffett, o i nostri
Schiavetti e Riolfi, Platero e Nosari sul Sole 24 Ore, per dire di altri
commentatori molto preparati e seri.
E magari provo di leggere in controluce le analisi più o meno sibilline dei
nostri ineffabili governatori centrali.

Poi, magari le borse mi smentiscono subito guadagnando, che so, un bel 7-8% di
qui a fine anno. Per perderlo magari entro l’estate successiva.
E sarebbero allora ben cinque anni che ci arrabattiamo dentro una calo
disastroso (il più disastroso degli ultimi cinquant’anni, o no!?)
senza vedere alcuna, duratura prospettiva di ripresa seria.
Io opero e seguo il mercato da circa trent’anni senza consulenze e consulenti
bancari e vari, e, anche grazie alle opinioni e alle analisi dei suddetti
vituperti commentatori sono uscito dal mercato(completamente) alle soglie dello
sbrago del 2000. Infilando positivamente l’ultimo quinquennio dei “novanta”,
davvero notevole. Ma ho sempre la pallottola pronta in canna, e tengo pronte
lunghe gambe di lepre per la bisogna.

Non so se guadagnerò ancora (bene), con la borsa, ma una cosa l’ho capita. Non
importa quanto si guadagna, poco o tanto, in poco o tanto tempo, ma se non si
evitano i grandi ribassi e si continua a perseverare nelle epoche confuse o
negative, c’è da farsi male a vita.
Mio nonno, buon giocatore, quando mi vide, ragazzo, affranto per avere perso
tutte le mie figurine da collezione in un pomeriggio, mi chiese: “come mai non
hai smesso di giocare quando hai perso le figurine doppie che potevi perdere?”.
“Perchè volevo rifarmi!”, risposi.
“Il giocatore che vuole rifarsi, quasi sempre perde tutto!!” fu la sua secca
considerazione. Non l’ho mai dimenticato!

A differenza degli interlocutori ai quali ho voluto rispondere (spero con
argomenti fondati) io ringrazio sentitamente la redazione di WSI che dimostra
la sua autorevolezza e indipendenza pubblicando tutte le opinioni serie e
fondate, e nella fattispecie, quelle di Turani.

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Stefania Oldani

Il Vostro sito perde di credibilità con gli articoli del signor Turani che mi
sembra molto superficiale, è un qualunquista che terrorizza od esalta le
situazioni senza equilibrio, ma esprime solo quello che sente senza razionalità
alcuna. Oppure tutto ciò ha uno scopo? Che potrebbe essere semplicemente quello
di fargli pubblicare sul Vostro sito qualcosa che attiri l’attenzione, che abbia
dei bei titoloni, ma senza alcun ragionamento logico.

Complimenti anche a Voi che date spazio a questi insensati e poco professionali ragionamenti.

Ma a che titolo scrive sul Vostro sito?

Se volete dare un servizio ai Vostri lettori fate scrivere articoli da
professionisti e conoscitori dei mercati che certamente possono contribuire ad
una cultura finanziaria seria.

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Federico Dal Secco, impiegato

L’articolo di Turani sembra aver turbato molti con il suo pessimismo. Non si capisce però perchè anche i pessimisti (come gli ottimisti) non debbano dire la loro. La Cohen e Roach (2 guru di Wall Street) sono una ottimista l’altro
pessimista ma non se ne fa una tragedia… Qualcuno cerca consolazione
leggendo i giornali (forse x le perdite subite in borsa).

ciao a tutti

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Antonio Bellanova

A proposito del signor Giuseppe Turani, come si fa definire un menagramo del genere “esperto finanziario”? Ogni volta leggo gli articoli da voi pubblicati per vedere con quanta sfacciataggine argomenta le sue tesi senza alcun senso, facendo solo della disinformazione finanziaria.

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Alessandro Diliberto, libero professionista

Vi consiglio vivamente di non pubblicare più nulla di G. Turani perchè una
lettera finanziaria di quella fatta, e mi riferisco a quella pubblicata il 13
settembre 2004, la potrebbe scrivere qualsiasi pensionato che si diverte
avanzatempo a leggere Topolino.

La gente deve continuare a rimanere
nell’incertezza, almeno compra sempre di più i giornali disinformati come
Repubblica, mette i soldi nei bot oppure si fa convincere a comprare
obbligazioni delle banche così che i lupi continuano a sguazzare nell’oro dei
risparmiatori e la gente muore nell’incertezza perenne.

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Daniele Bolognini, Promotore Finanziario

In merito all’articolo di Turani vorrei sottolineare il fatto che il suddetto
esperto (?) non riesce a fare altro che prevedere ribassi e scenari apocalittici, da oltre
20 anni, e devo dire che sono pure un po’ perplesso che una testata tipo
Repubblica gli paghi pure gli articoli (?).
Non va nemmeno bene come bastian contrario tanto è monocorde.

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Piero Sabato

Giuseppe Turani, ci ha veramente stancato (anzi rotto i coglioni!!!!). Mai una
parola positiva, mai una valutazione perlomeno di conforto. Sei un vero
menagramo: cos’è, ti sei giocato tutti i tuoi risparmi in borsa (perdendoli) ed
ora non fai che sparare a zero sul “giocattolo”? Se qualcuno pensa che stia
esagerando, vada a prendersi Repubblica di Venerdì 23 Luglio 1982 (sì, avete
letto bene la data), andate alla pagina di economia e leggete l’articolo di
Giuseppe Turani!!! Buona lettura ed un saluto al “positivissimo” Turani.