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E se vivessimo veramente tutti dentro un Matrix?

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NEW YORK (WSI) – Se la nostra vita fosse nient’altro che una simulazione generata da dei potentissimi computer, un po’ come nei film “Matrix”, ce ne potremmo mai accorgere? Ci verrebbe mai data la possibilità di scegliere tra la pillola blu e quella rossa?

Certo sembra assurdo parlarne, ma l’idea non è semplicemente frutto della fantascienza. C’è qualcosa che potrebbe darci una risposta: sono i “raggi cosmici”, in grado di rivelare, o meglio teorizzare, se stiamo effettivamente vivendo in un universo simulato.

Secondo la rivista Discover, ripresa dal Telegraph, i fisici potrebbero darci finalmente la possibilità di verificare se stiamo vivendo all’interno di un “Matrix virtuale” e potrebbero arrivarci grazie allo studio delle radiazioni provenienti dallo spazio.

I raggi cosmici sono infatti le particelle più veloci che esistono e hanno origine in galassie lontane. Arrivano sulla Terra sempre con una specifica energia massima di 1020 elettronvolt. Quindi questo potrebbe voler dire che se c’è una specifica energia massima per particelle, i livelli di energia potrebbero essere definiti, specifici e limitati da una forza esterna. E se i livelli di energia di particella fossero simulati, lo stesso discorso potrebbe farsi per il resto dell’universo.

Silas Beane, fisico nucleare presso la University of Washington ha provato a condurre un “test sui raggi cosmici”, cercando di riprodurre una simulazione dello spazio, utilizzando un reticolo o griglia.
Ha calcolato che l’energia delle particelle all’interno della simulazione è correlata alla distanza tra i punti del reticolo e, che minore è la dimensione del reticolo, maggiore è l’energia che le particelle possono avere.

Già nel 2003 il filosofo Nick Bostrom aveva avanzato l’idea che tutti noi potremmo vivere in una simulazione al computer creata e gestita dai nostri discendenti.

Ma Beane ha provato a spiegare la sua teoria, dicendo che se davvero vivessimo in un universo simulato, stile Matrix, coloro che ci controllano potrebbero a loro volta essere controllati e vivere in una sorta di sogno dentro il sogno: “Se fossimo davvero dentro una simulazione, che poi sarebbe una possibilità logica, ciò che stiamo misurando non sono realmente le leggi della natura, ma una sorta di tentativo di diritto artificiale escogitato dai simulatori”.

Il professor Peter Millican invece, che insegna filosofia e scienze informatiche alla Oxford University, è scettico a riguardo: “La teoria si basa sul fatto che queste supermenti in un certo qual modo fanno le stesse cose che facciamo noi. Se si pensa che il nostro mondo sia una simulazione, perché allora i nostri padroni hanno gli stessi nostri modi di pensare e gli stessi metodi nostri?”

Dovremmo invece teorizzare che la struttura finale di un mondo reale non sia una griglia e che le supermenti avrebbero dovuto crearne una virtuale senza griglie. “In conclusione, non possiamo pensare che una struttura a griglia è la prova di una realtà simulata, solo perché i nostri modi di capire una realtà virtuale implicano una griglia”.