Mercati

La correlazione fra mercati azionari è in calo: ritorno della diversificazione

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Diversificare, seguendo l’adagio popolare che recita “non mettere tutte le uova nello stesso paniere” aveva progressivamente perso parte della sua efficacia nella riduzione dei rischi in portafoglio. Durante tutti gli anni Duemila, infatti, i vari mercati globali si sono mossi sempre più in sincrono, riducendo i benefici della diversificazione. L’andamento correlato dei mercati ha raggiunto l’apice nel 2011, ma da allora la tendenza si è nuovamente invertita (grafico in basso). Ora, scrive Jeffrey Kleintop, Chief Global Investment Strategist presso Charles Schwab, la correlazione media fra i diversi mercati azionari è tornata ai livelli più bassi degli ultimi 20 anni. Secondo l’analista, questa è un’ottima notizia per gli investitori, tenuto conto che vari segnali sembrano anticipare una battuta d’arresto sui mercati finanziari in un futuro non molto lontano.

In passato la crescente correlazione fra i vari mercati era stata favorita, secondo Kleintop, “dalla tecnologia focalizzata negli Stati Uniti, dalle bolle immobiliari e dall’economia globale, sempre più integrata, che ha incrementato le vendite internazionali rispetto a quelle interne, per quanto riguarda le società globali dell’indice MSCI All Country World”.

L’inversione di tendenza degli ultimi anni, invece, sarebbe giustificata da una minore correlazione fra i vari settori che guidano i mercati azionari dei vari Paesi. Alcuni fattori di rischio, tuttavia, potrebbero riportare verso alto la correlazione fra i mercati azionari, fra questi lo strategist di Charles Schwab ha citato la “dipendenza dalle vendite internazionali”, che aumenta l’interconnessione delle performance, “l’elevato debito”, “le scarse risorse ancora a disposizione della politica monetaria o fiscale”, la crescita “degli investimenti a gestione passiva”.

“Il ritorno alla correlazione media inferiore tra mercati azionari non visti in 20 anni può offrire agli investitori il vantaggio di una minore volatilità senza ostacolare i rendimenti sulla via degli obiettivi finanziari, in sostanza riducendo il rischio senza diminuire il rendimento”, ha concluso Kleintop.