Mercati

Dimon (JP Morgan) avverte di non cantare vittoria: “una recessione è ancora possibile”

Dopo il recente crollo e la rapida ripresa dei mercati in scia alla tregua sui dazi annunciata dall’amministrazione Trump, Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, rilancia l’allarme: “Una recessione resta una possibilità, non la toglierei dal tavolo a questo punto”.

Nel corso della Global Markets Conference di JPMorgan, Dimon ha spiegato a Bloomberg Television di sperare in una flessione economica contenuta, ma di non escludere affatto uno scenario recessivo:

“Speriamo di evitarla, ma a questo punto non la escluderei. Se ci fosse una recessione, non so quanto sarebbe grande o quanto durerebbe.”

JP Morgan: cosa ha detto il Ceo Dimon

Pochi giorni fa gli economisti della banca avevano già rivisto al ribasso la probabilità di recessione, portandola da circa il 60% a meno del 50% dopo la sospensione temporanea dei dazi tra Stati Uniti e Cina. Prima della pausa, lo stesso Dimon aveva definito il rallentamento “un risultato probabile” per l’economia americana.

Secondo il numero uno della principale banca d’affari americana, l’incertezza sui dazi ha spinto molti clienti di JPMorgan a rinviare nuove operazioni, in attesa di maggiore stabilità sui mercati tariffari. I listini azionari hanno registrato un rimbalzo dopo l’intesa provvisoria sulle tariffe USA-Cina: i dazi, che erano arrivati al 145% sulle merci cinesi e al 125% su quelle americane, sono stati temporaneamente ridotti rispettivamente al 30% e al 20%.

“Penso che sia la cosa giusta da fare: fare marcia indietro su alcune di queste misure”, ha commentato Dimon, auspicando un “dialogo costruttivo” tra le parti.

Dimon ha sottolineato che le tariffe rischiano di frenare gli investimenti negli Stati Uniti e di irritare partner e consumatori:

“Ci sarà un calo. Molti mi dicono che non comprano più il nostro bourbon del Kentucky.”

Nonostante tutto, l’amministratore delegato di JPMorgan conferma la sua fiducia nel mercato statunitense:

“L’America è il Paese più attraente per gli investimenti. Se dovessi scegliere un solo posto dove mettere i soldi, sarebbe sempre l’America.”

La situazione sui mercati

Dopo il bagno di sangue delle scorse settimane, la situazione sulle piazze globali è nettamente migliorata complice la tregua alla guerra commerciale decisa dal presidente Donald Trump. Al momento l’S&P 500 ha registrato un rally di quattro giorni riportandosi a quota 6.000 punti sulla scia dei tagli temporanei alle tariffe doganali di Stati Uniti e Cina e dei rapporti incoraggianti sull’inflazione.

Ma la cautela è d’obbligo. “E’ stata solo una continuazione di ciò che abbiamo visto negli ultimi giorni, questo sospiro di sollievo in risposta alla riduzione delle tariffe doganali degli Stati Uniti nei confronti della Cina”, ha detto Callie Cox, chief market strategist di Ritholtz Wealth Management. “C’è ancora un grande interrogativo su ciò che le tariffe potrebbero significare per l’economia, e in questo momento gli investitori stanno cercando il centro di gravità e valutando il danno economico. Ma al momento sembra che le mosse stiano guidando i mercati in assenza di segnali provenienti dai dati economici”.