Dopo mesi di stop and go, la Cina e gli Stati Uniti sono finalmente vicini ad una primo accordo sul fronte commerciale. Difficile dire che la pace commerciale tra le due potenze economiche sia finalmente scoppiata. Quello che è certo, è che mercoledì 15 gennaio i due paesi firmeranno l’accordo di ‘fase 1’, che segna una nuova tregua nella disputa tariffaria in corso dall’aprile 2018.
Pochi giorni fa è arrivata da Pechino la conferma della presenza a Washington dal 13 al 15 gennaio della delegazione guidata dal vice primo ministro Liu He.
Cina e Stati Uniti “rimangono in serrata comunicazione” sugli ultimi dettagli prima della firma, ha fatto sapere il portavoce del ministro del Commercio cinese. I negoziatori dei due team stanno lavorando per arrivare alla firma di un pre-accordo che comprenderà i trasferimenti di tecnologia, la proprietà intellettuale, i prodotti alimentari e agricoli, i servizi finanziari e l’espansione del commercio.
Che cosa prevede l’accordo
Mentre non è ancora dato sapere con certezza il contenuto della fase 1 dell’accordo, quello che è emerso nei giorni scorsi è che la Cina aumenterà i suoi acquisti di beni americani (in particolare quelli agricoli) di 200 miliardi di dollari USA.
La nuova tregua raggiunta da Washington e Pechino ha eliminato il rischio di nuove tariffe al 15% che sarebbero scattate il 15 dicembre scorso su quasi 160 miliardi di dollari di prodotti made in China, a cui Pechino avrebbe risposto con tariffe su 3.300 prodotti statunitensi, ma non eliminano le tariffe al 25% su 250 miliardi di dollari di importazioni cinesi che, ha precisato Trump, “rimarranno come sono”, mentre verranno ridotte al 7,5% le tariffe su “molto del resto”, per un totale stimato in 120 miliardi di dollari di prodotti cinesi.
…restano tensioni con l’Europa
Mentre le relazioni Usa con la Cina sembrano dunque volgere al bello, lo stesso non si può dire di quelle con il Vecchio Continente. Oggi è atteso l’elenco dei prodotti europei che verranno sottoposti a nuove tariffe, dopo che il Wto – a conclusione di una battaglia tra Boeing e Airbus – ha concesso a Washington di imporre incrementi doganali per 7,5 miliardi di dollari di valore.
“Per l’Italia al danno si aggiunge la beffa poiché il nostro Paese si ritrova ad essere punito dai dazi Usa nonostante la disputa tra Boeing e Airbus, causa scatenante della guerra commerciale, sia essenzialmente un progetto francotedesco al quale si sono aggiunti Spagna ed Gran Bretagna”, ha osservato nel fine settimana il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. “Con la nuova black list – sottolinea l’associazione – Trump minaccia di aumentare i dazi fino al 100% in valore e di estenderli a prodotti simbolo del Made in Italy.
La nuova lista ora interessa i due terzi del valore del nostro export in Usa che è risultato pari al 4,5 miliardi in crescita del 13% nei primi nove mesi del 2019. I nuovi dazi arriverebbero a quasi tre mesi dall’entrata in vigore dei dazi aggiuntivi del 25% che hanno colpito per un valore di mezzo miliardo di euro prodotti simbolo italiani come Parmigiano Reggiano e Grana Padano, salumi, agrumi e alcuni liquori come amari e limoncello.