
Segnali di distensione nella guerra a colpi di dazi tra Usa e Cina. Oggi, 12 maggio, i due Paesi hanno annunciato una sospensione parziale dei dazi doganali punitivi per un periodo di 90 giorni, segnando una svolta significativa nella lunga e complessa guerra commerciale che ha caratterizzato i rapporti tra le due maggiori potenze economiche mondiali.
Il raggiungimento dell’accordo è avvenuto in seguito a un round di negoziati ad alta tensione svoltosi nel fine settimana a Ginevra, tra i rappresentanti commerciali delle due potenze.
“Abbiamo avuto colloqui molto produttivi e credo che la sede, qui a Ginevra, abbia contribuito a creare un clima di equilibrio che ha favorito un processo estremamente positivo”, ha dichiarato il Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent durante una conferenza stampa.
Che cosa prevede l’accordo
L’accordo, che entrerà in vigore entro metà maggio, e prevede una riduzione drastica delle tariffe reciproche, che passeranno dall’attuale 125% a un più contenuto 10%. Tuttavia, gli Stati Uniti manterranno in vigore i dazi del 20% sulle importazioni cinesi legate al fentanyl, mantenendo l’aliquota complessiva sulle merci cinesi al 30%.
Bessent ha inoltre confermato che l’accordo prevede una “pausa” di 90 giorni nelle tensioni tariffarie, durante la quale entrambe le parti si sono impegnati a ridurre le tariffe punitive reciproche del 115%.
La decisione di sospendere i dazi nasce dalla volontà condivisa di evitare un’escalation che avrebbe potuto danneggiare ulteriormente non solo le economie dei due paesi, ma anche quelle globali. Pechino, che inizialmente aveva adottato una linea dura e si era dichiarata indisponibile a negoziare senza una revoca preventiva dei dazi, ha scelto la via del dialogo, anche per il timore di non poter sostenere a lungo uno scontro commerciale con Washington.
Reazione dei mercati
L’annuncio è stato accolto positivamente dai mercati finanziari e dagli analisti, che vedono nella sospensione una preziosa occasione per riavviare un dialogo costruttivo e ridurre le tensioni che hanno caratterizzato gli ultimi mesi.
Negli Stati Uniti, i futures sul Nasdaq segnalano un avvio in rialzo del 3,6%, mentre quelli sull’S&P 500 guadagnano il 2,8%. Il Dow Jones è in crescita di quasi 1.000 punti, pari a un +2,3%.
Tuttavia, la misura viene considerata solo un primo passo: le divergenze strutturali tra Stati Uniti e Cina restano ampie, soprattutto in tema di surplus commerciale cinese e ricostruzione delle catene del valore globali.
… e degli analisti
Restano orientati alla prudenza il giudizio di alcuni analisti, sentiti dall’agenzia Reuters, sul neo-accordo. Per Jan von Gerich, Chief Market Analyst, Nordea:
“I mercati hanno preso la notizia alla lettera, ma io personalmente sono un po’ scettico. Se davvero si vuole arrivare a tariffe basse, perché farlo in questo modo? La situazione rimane instabile e l’incertezza è ancora elevata.
Continuo a temere che, nonostante questo primo accordo, i dettagli non soddisferanno entrambe le parti e ci sarà qualche altra sorpresa. Ma, naturalmente, sarà il tempo a dirlo. Non darei per scontato tutto ciò che sentiamo in questo momento: è lo stesso che abbiamo visto durante l’annuncio del 2 aprile (‘Liberation Day’), e la situazione continua a cambiare in entrambe le direzioni.”
Improntato alla caute anche il giudizio di Jane Foley, Head of FX Strategy, Rabobank:
“Abbiamo ricevuto rassicurazioni dagli Stati Uniti sul fatto che i negoziati proseguiranno e che il tono è stato costruttivo. C’è quindi un maggiore ottimismo sul fatto che i dazi non avranno l’impatto devastante che si temeva, e i mercati tirano un sospiro collettivo di sollievo. Tuttavia, questo non significa che siamo tornati alla situazione precedente all’insediamento di Trump: la tariffa di base del 10% resta in vigore, la pausa di 90 giorni è iniziata e il conto alla rovescia è partito. Lo scenario generale non è così negativo come avrebbe potuto essere, ma resta ancora molta incertezza su dove si stabilizzeranno le tariffe, sul loro impatto sulla crescita globale e sulle decisioni delle banche centrali.”
Infine, Zhiwei Zhang, Chief Economist, Pinpoint Asset Management:
“È meglio di quanto mi aspettassi. Pensavo che le tariffe sarebbero state ridotte intorno al 50%, invece siamo molto al di sotto. È chiaramente una notizia molto positiva, sia per le economie dei due Paesi sia per l’economia globale, e riduce significativamente le preoccupazioni degli investitori sui danni alle catene di approvvigionamento nel breve termine.
Tuttavia, dobbiamo anche ricordare che si tratta solo di una riduzione temporanea di tre mesi. È l’inizio di un processo lungo: le due parti impiegheranno probabilmente mesi per arrivare a una soluzione definitiva o a un accordo commerciale completo. Ma questo è senz’altro un ottimo punto di partenza.”