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Crisi Venezuela: Maduro riapre le frontiere, al via l’esodo

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Mentre da una parte Maduro fa sfilare i militari e Juan Guaidó, invita i suoi a «restare nelle piazze per tenere alta la pressione internazionale», arriva uno spiraglio nella crisi del Venezuela.

Sabato il governo ha riaperto i due passaggi di frontiera con Cùcuta chiusi da quattro mesi per volere del presidente venezuelano Nicolás Maduro, che voleva bloccare gli aiuti umanitari provenienti dagli Stati Uniti e raccolti dal capo dell’opposizione venezuelana Juan Guaidó, dando così il via ufficiale all’esodo.

In un solo giorno 37 mila venezuelani hanno passato il confine in modo legale e arrivano ai campi profughi. A far visita ai campi l’attrice Angelina Jolie, inviata speciale delle Nazioni Unite, che ha incontrato decine di famiglie.

Gli ospedali di frontiera qui curano ormai lo stesso numero di venezuelani e di locali, molte scuole hanno raddoppiato il numero di studenti: i Paesi che li stanno accogliendo stanno cercando di gestire una situazione ingestibile con risorse insufficienti. Ma quando la casa del tuo vicino va a fuoco non ti basta chiudere la porta per essere al sicuro.

Così ha detto la Jolie. Dal 2015 più di 4 milioni di persone hanno lasciato il Venezuela, secondo le agenzie dell’ONU e secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), la maggior parte dei venezuelani si ferma in Colombia (1,3 milioni). Seguono Perù (768mila), Cile (288mila), Ecuador (263mila), Brasile (168mila) e Argentina (130mila).