Economia

Con default Grecia, “fine della Bce e del regime tossico delle banche centrali”

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ROMA (WSI) – “Sarebbe un disastro per chiunque sia già coinvolto. Sarebbe prima di tutto un disastro per l’economia sociale della Grecia, ma sarebbe anche l’inizio della fine del progetto di moneta unica in Europa”. Il ministro greco delle Finanze Yanis Varoufakis è stato piuttosto netto a descrivere lo scenario che si concretizzerebbe in Europa, nel caso in cui la Grecia venisse abbandonata al suo destino. “Qualsiasi cosa gli analisti dicano riguardo ai bazooka monetari, questi durano fino a quando non si instilla nelle menti della gente e degli investititori, la convinzione che l’Eurozona non è indivisibile”.

Le dichiarazioni di Varoufakis sono riprese da David Stockman nel suo Contra Corner blog. Stockman fa capire nel suo articolo che, si potrà essere anche d’accordo o meno con Varoufakis, lo si potrà considerare un genio o un dilettante, ma su una cosa gli si dovrà dare ragione: una eventuale uscita di scena della Grecia scatenerà i timori di una disgregazione dell’Eurozona.

In un certo senso, “chiunque al mondo creda nella democrazia e nella libertà economica dovrebbe pregare per l’avvento del ‘Graccident’ (termine coniato dall’ex ceo di Pimco Mohammed El-Erian per indicare un incidente che causerebbe l’uscita del paese ellenico dall’Eurozona). Nelle prossime settimane, quando la Grecia non potrà rimborsare i prestiti che scadono, per un valore di $1,8 miliardi, Syriza vivrà un ironico momento di gloria”.

Se “riuscirà a rispettare la sua agenda e riprendersi la democrazia della Grecia dalle fauci dei burocrati dell’Unione europea e del Fondo Monetario Internazionale Syriza, attraverso quello che sarà ricordato come uno storico voltafaccia, sosterrà sia la democrazia che il capitalismo. La sfida ai tedeschi e alla troika darebbe il via a una Maratona monetaria moderna, scatenando un eccezionale collasso della Bce e del regime sovranazionale canceroso, su cui hanno comandato Francoforte e Bruxelles…e, insieme a tutto ciò, decreterebbe la morte del regime keynesiano delle banche centrali, di tutto il mondo”.

Stockman sottolinea che la Bce si è trasformata in una odiosa macchina di Robin Hood al contrario. E che la sua stessa sopravvivenza dipende dalla Grecia, per quanto il paese continui a essere snobbato. “Un fattore positivo è che questo intero progetto sbagliato dell’euro non potrà sopravvivere con un imminente default della Grecia. Soltanto la Bce è esposta verso le passività greche per $138 miliardi (…). Non c’è bisogno di dire che quando il Graccident esploderà e sarà sulla prima pagina di tutti i giornali, ci sarà un pandemonio nella Bce, a Bruxelles e in tutte le 19 capitali dell’Eurozona”.

D’altronde, “il sistema bancario greco è uno zombie finanziario, tanto da far apparire la crisi americana dei risparmi e dei prestiti della fine degli anni ‘Ottanta’, come un esempio di salute finanziaria. (Lna)

*David Stockman è considerato un insider di Washington. E’ stato direttore dell’Ufficio di Budget sotto la presidenza di Ronald Reagan. Dopo aver lasciato la Casa Bianca, Stockman ha lavorato per Salomon Brothers. E’ diventato anche uno dei soci del colosso di private equity, The Blackstone Group, che ha lasciato nel 1999. Successivamente ha creato il proprio fondo di private equity con sede a Greenwich, nello stato del Connecticut.