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Come non farsi travolgere dall’inflazione

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All’interno della settimana della consulenza finanziaria di Wall Street Italia proponiamo questa intervista a Banca Generali pubblicata sul numero di marzo del nostro magazine.

Poco più di un anno fa si parlava di rischio deflazione, a inizio 2021 si temeva la stagflazione, sia in Italia che a livello internazionale, oggi invece si parla di inflazione. Un andamento che può essere rappresentato come un’onda, più o meno lunga, che i risparmiatori non hanno ancora imparato a gestire, o meglio che non erano più abituati a gestire dopo oltre vent’anni di prezzi sostanzialmente stabili.

Per non essere travolti è dunque utile e necessario prendere consapevolezza del contesto in cui ci troviamo, partendo dal presupposto chiaro che l’inflazione è a tutti gli effetti una sottrazione di ricchezza per i titolari di patrimoni, quindi come tale va trattata. E proprio su questo tema si è dibattuto nei giorni scorsi all’interno della trasmissione Smart Talk. Tra gli ospiti Andrea Ragaini, vicedirettore generale di Banca Generali.

Dott. Ragaini, l’inflazione è ormai entrata nella nostra esperienza di vita quotidiana. Come dovrà entrare nei nostri progetti di investimento?

“Sicuramente già da oggi il fenomeno inflattivo deve essere considerato nella costruzione dei portafogli dei clienti. Agli occhi degli investitori l’inflazione si pone inizialmente quasi come un elemento di salvezza, perché porta con sé un possibile rialzo dei tassi. Dobbiamo però aiutare i risparmiatori a comprendere quanto sia rischioso comprare dei tassi oggi, come il credito, perché possono incorporare un rischio di effetto negativo sul prezzo nel medio lungo termine. Non dimentichiamo inoltre che l’inflazione è un elemento che ci induce alla valutazione del ritorno reale degli investimenti, non solo nominale. Fino ad oggi questi due valori erano pressoché equivalenti perché l’aumento del costo della vita era sostanzialmente nullo. Da oggi invece bisogna tornare a specificare che il tasso reale è il risultato del tasso nominale meno l’inflazione”.

Il contesto è molto complesso, come possiamo gestire le diverse rivoluzioni in corso?

“In effetti negli ultimi mesi si stanno concentrando tanti eventi, e come spesso capita quando aumenta l’emotività, bisogna riportare la razionalità nei processi di investimento. La razionalità ci induce innanzitutto a inquadrare la costruzione di un portafoglio di investimenti in un percorso temporale di lungo termine.
Questo perché il tema inflattivo deve essere ancora valutato alla prova dei fatti. Noi oggi sappiamo che c’è un aumento temporaneo dei prezzi, nel frattempo tutti gli studi internazionali ci mostrano una flessione della curva e quindi una riduzione nei prossimi mesi. Detto questo è comunque certo che a livello consolidato l’inflazione nel 2022 sarà superiore rispetto al percorso inflattivo degli ultimi anni”.

Date queste premesse quali sono dunque i primi accorgimenti da prendere?

“In estrema sintesi un portafoglio d’investimento costruito in tempi di inflazione deve puntare sulle attività reali, e quindi prevedere una parte equity, magari con un accumulo di lungo periodo alla luce del fatto che l’azionario è entrato nel 2022 con una volatilità piuttosto alta. Per quanto riguarda invece il mondo obbligazionario, in periodi di tassi al rialzo un accorgimento di buon senso è cercare di ridurre la duration dell’investimento. In generale, in termini di asset class, è sicuramente importante inserire settori che possano beneficiare di un incremento inflattivo. In questo senso ritornano in auge le banche, comparto che  per lungo tempo è stato oggetto di una sottovalutazione strutturale”.

Ci sono alcune categorie di investimento che rischiano di affrontare un periodo particolarmente complicato?

“Nel momento in cui c’è inflazione le attività nominali diventano inevitabilmente più rischiose. È quindi importante educare il risparmiatore a entrare in questo ordine di idee, sia dal punto di vista degli investimenti ma anche e soprattutto dal punto di vista del passivo. Sappiamo tutti infatti che anche i mutui a tasso variabile sono legati all’andamento dell’inflazione, e la loro fluttuazione può influire in maniera significativa sui bilanci familiari. Infine, considerando l’enorme quantità di liquidità presente oggi sui conti correnti italiani, non bisogna dimenticare che questi soldi nel corso del 2022 verranno erosi giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, dal fenomeno inflattivo. Fino a pochi mesi fa questo tema non era certo sulla scrivania dei consulenti e nemmeno nel salotto delle famiglie. Oggi rischia di occupare un posto a capotavola”.

Come può essere supportato il risparmiatore in questo contesto?

“In momenti come questo la vicinanza al cliente e la descrizione a priori di rischi e opportunità degli investimenti sono aspetti fondamentali. A tutto questo si aggiunge la necessità di costruire un portafoglio di investimenti coerente con gli obiettivi dei singoli risparmiatori. Quello che facciamo tutti i giorni con in nostri clienti è condividere un percorso.
E un percorso ha sempre una direttrice centrale, una ottimistica che non si considera mai perché se le cose vanno bene non c’è motivo di preoccuparsi, e poi una direttrice negativa, che può sempre succedere in ambito finanziario. Quello che facciamo noi consulenti finanziari è essere vicini ai clienti nell’interpretare quelli che potrebbero essere gli andamenti, e anche gli effetti, non positivi sugli investimenti. Questo percorso richiede sempre e comunque un orizzonte temporale lungo”.

 

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di marzo del magazine Wall Street Italia.