Economia

Cina: tonfo esportazioni e prezzi produzione. Ora si spera in nuovo maxi intervento

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ROMA (WSI) – Il miracolo Cina è finito? Sembra assurdo dirlo, dal momento che il Pil cinese continua a viaggiare a ritmi del 7% su base annua: una percentuale che l’Occidente può soltanto sognare di raggiungere.

Innegabile tuttavia che nel meccanismo che ha portato il paese al boom economico qualcosa si sia inceppato. Gli ultimi dati macro confermano il suo periodo di crisi.

Nel fine settimana sono arrivate altre informazioni poco rassicuranti sulla congiuntura cinese. Reso noto l’indice dei prezzi alla produzione di luglio, crollato -5,4% su base annua, peggio della flessione -5% attesa: si è trattato della peggior lettura dall’ottobre del 2009 e del 40esimo mese consecutivo di flessione. Meno preoccupante l’inflazione misurata dall’indice dei prezzi al consumo, attestatasi all’1,6%, lievemente superiore all’1,4% di giugno e in linea con le previsioni.

Tonfo delle esportazioni, -8,3% a luglio. Il calo è stato il più forte in quattro mesi, sulla scia della domanda globale più debole per i beni cinesi e per il rafforzamento dello yuan.

Ma se la borsa di Shanghai balza del 4% è perchè gli investitori scommettono su nuove misure volte a sostenere il mercato.

In realtà, dallo scorso 1° luglio, la Cina ha lanciato ben 24 misure per frenare i sell off che hanno investito i suoi mercati azionari: tra queste, sospensione di Ipo, divieto di vendite allo scoperto, modifica stessa di operazioni di vendite allo scoperto, dal momento che ora gli investitori non possono più dare il via alle ricoperture sulle loro posizioni short nello stesso giorno, ma devono attendere almeno una giornata; per non parlare delle ispezioni tra chi azzarda speculazioni sui mercati.

Ma le misure non hanno avuto successo, dal momento che Shanghai ha comunque perso quasi -13% dalla loro adozione. Si spera dunque a questo punto in nuove maxi iniezioni di liquidità da parte della Bank of China.

Così Malcom Wood, responsabile investment strategist per l’Australia presso Bank of America Merrill Lynch: “Riteniamo che ci siano tutti i presupposti per la necessità di ulteriori misure di allentamento monetario in Cina. La nostra view ufficiale è di un altro taglio di tassi e di una riduzione, anche, di 100 punti base nel ratio delle riserve necessarie per le banche, per i prossimi mesi”.
(Lna)