Nella puntata del 19 maggio di Certificates Room, format di Wall Street Italia interamente dedicato al mondo dei certificati, ci siamo occupati di Airbag Certificate e lo abbiamo fatto con Mauro Camelia, docente dell’Università di Siena ed esperto di certificati. Ricordiamo che il video della puntata è disponibile sul sito Wall Street Italia.
Mauro ci ha spiegato come questa tipologia di prodotto si è evoluta negli anni. Da un punto di vista storico infatti, gli Airbag Certificates, hanno subito uno sviluppo piuttosto importante. Inizialmente, ricorda Mauro Camelia “si parlava di Airbag Standard”. Ovvero di un certificato che ha elementi comuni con l’Equity Protection, permettendoci di partecipare al rialzo del sottostante, e inoltre ci dà la possibilità di essere protetti come capitale tra il livello di riferimento inziale e il livello barriera. Non solo, la peculiarità di questo prodotto è che, anche quando viene superata la barriera, noi riusciamo a ridurre l’impatto della variazione negativa del sottostante sul capitale investito.
Minimizziamo dunque le perdite se il prezzo del sottostante è inferiore al livello barriera o airbag. Immaginiamo il caso di un Airbag Certificate con sottostante Ftse Mib, strike a 17.000 e barriera a 12.000. Se il certificato dovesse essere a scadenza al di sotto della barriera, l’investitore non ha una perdita lineare in conto capitale come con un altro certificato o con l’investimento sull’indice, ma perde in misura meno che proporzionale. L’Airbag è dunque un prodotto a capitale condizionatamente protetto, ma per certi versi è molto vicino ai prodotti a capitale protetto. Ovviamente, è un prodotto pensato per chi ha una view laterale o rialzista su un determinato sottostante.
Negli anni questo prodotto si è evoluto passando da essere un prodotto a sé stante ad un elemento che si inserisce in altri certificati, tipicamente Cash Collect ed Express e ha la funzione di rafforzarne la protezione quando la barriera viene raggiunta. La novità dell’Airbag di nuova generazione è di essere dunque più completo, essendo inserito in prodotti molto apprezzati dagli investitori che presentano le cedole e l’autocallability e confermando pure le peculiarità dell’Airbag. Se guardiamo i profili di rendimento ci accorgiamo delle differenze.
Nell’Airbag standard, se il mercato è rialzista, l’investitore partecipa al rialzo del mercato. Se dovesse andare male a scadenza (ipotizzando una barriera al 50%), e il sottostante perdere il 60%, con un certificato semplice rischierei di perdere quanto il sottostante ha perso rispetto allo strike. Invece con l’Airbag perdo meno.
Se guardiamo gli airbag attuali, quelli autocallable, la parte a sinistra è analoga (relativa all’effetto airbag), mentre nella parte destra del grafico in alto non abbiamo più la partecipazione al rialzo ma le due linee orizzontali ci dicono che il prodotto ha incardinato dentro di sé la connotazione tipica di un Express o di un Cash Collect autocallable. Spesso poi questi prodotti vantano anche l’effetto memoria, tale per cui se non viene pagata una cedola, alla data successiva di valutazione l’investitore potrà recuperarla. È un prodotto dunque che coglie molto bene le necessità di protezione di un investitore.
In pratica, il fattore airbag riesce a soddisfare l’esigenza di chi non ritiene soddisfacente una barriera del 50-60% e vuole avere un margine ulteriore.
Che cos’è l’effetto airbag? In pratica l’effetto airbag è un rapporto tra il valore nominale del certificato (convenzionalmente 100) e il livello di barriera (ipotizziamo 50).
Con una barriera posizionata sul 50%, l’effetto airbag è pari a 2 (100/50). Se ho un certificato con effetto airbag pari a 2, significa che se investo 1.000 euro, tra 100 e 50 recupero il capitale investito mentre, al di sotto del 50 si attiva l’Airbag. Così, se il certificato sta perdendo il 60%, l’investitore non recupero 40 euro a certificato, come per un normale Cash Collect, ma 80.
Come sempre, utilizzando la matrice dei certificati possiamo osservare quelle che sono le principali finalità con le quali un certificato può essere inserito in ptf e di quale certificato parliamo. Quindi, ad esempio, se consideriamo gli Airbag, le finalità tipiche sono tre: yield enhancement, ovvero massimizzare il rendimento di ptf; ottimizzazione fiscale, in comune con tutti i certificati; recupero delle perdite pregresse.