Società

Caro bollette: mercato libero più vantaggioso dell’offerta di tutela

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Il mercato Libero si conferma più vantaggioso rispetto all’offerta di Tutela. E’ quanto afferma l’Osservatorio Tariffe di Segugio.it e SOStariffe.it in un suo approfondimento secondo cui dopo il picco estivo, i prezzi di energia e gas all’ingrosso sono tornati in contrazione in autunno, anche grazie al clima mite, e si sono riassestati sugli stessi valori di ottobre-novembre 2021, quando la crisi ucraina era lontana ma i prezzi erano già quadruplicati rispetto agli anni precedenti per ragioni di domanda e offerta. Con il primo vero freddo soprattutto al nord, stiamo assistendo a un nuovo rialzo, soprattutto sull’energia elettrica dove il Prezzo Unico Nazionale torna oltre i 35 centesimi al kilowattora.

Puntare sulle tariffe indicizzate

Per l’Osservatorio le migliori tariffe indicizzate forniscono oggi energia al prezzo all’ingrosso più un ricarico minimo intorno a 35 cent al kilowattora. Molto meglio del Tutelato che ha bloccato il prezzo sopra 50 centesimi per tutto il trimestre, fino al 31/12. Quindi in dicembre con la migliore offerta del Libero si risparmia il 30% su ogni kilowattora.

Per minimizzare la spesa, il consiglio è “nell’immediato puntare sulle tariffe indicizzate mentre per proteggersi dai rincari futuri le soluzioni a prezzo bloccato tornano ad essere vantaggiose”.

Sul gas la tariffa della Tutela è diventata più competitiva dopo che Arera ne ha cambiato la struttura: da ottobre compreso l’offerta è variabile con un prezzo mensile agganciato al prezzo del gas all’ingrosso, che si è normalizzato intorno a 1 euro al metro cubo. Il Mercato Libero rimane leggermente più competitivo (circa 5% di risparmio) con la tariffa più bassa sul mercato.

I prezzi del gas proseguono sulla via dei ribassi imboccata lunedì, quando e’ stato annunciato l’accordo sul “price cap” europeo. Dopo avere ceduto oltre il 30% in quattro sedute, i contratti scadenza gennaio scambiati sulla piattaforma Ttf di Amsterdam cedono un ulteriore 4,2% a 88 euro al megawattora, dopo essere scesi fino a un minimo di 87,305 euro, livello che non si vedeva dal 16 maggio scorso.

Il calo, ripetono ormai da giorni gli osservatori, è dovuto anche agli stoccaggi pieni e alle temperature più miti del previsto nel Vecchio Continente, al buon afflusso di Lng dagli Stati Uniti e alla ottima ventosità che favorisce la produzione di elettricità con le rinnovabili (anziché con i cicli combinati).