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Canali, una nuova eleganza

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Come si ricomincerà a fare impresa ai tempi del New Normal? WSI parla con il CEO e presidente del celebre marchio sartoriale italiano

A cura di Margherita Calabi

Canali è sinonimo di un’eleganza maschile tipicamente italiana. Innovazione e creatività, insieme a tessuti di altissima qualità e una cura infinita dei dettagli, sono gli elementi chiave che distinguono la sua tradizione sartoriale. Il marchio di lusso si sta preparando alla ripresa, adattando le sue strategie a un nuovo modo di fare business in un mondo che cambierà profondamente per effetto del Covid-19.

Stefano Canali, CEO e presidente del gruppo Canali

Come si ricomincerà a fare impresa ai tempi del New Normal? Wall Street Italia ne parla con Stefano Canali, CEO e presidente di Canali.

Come cambierà il mondo quando smetteremo di stare chiusi in casa e come cambierà il mondo del
‘Su Misura’?

“Quando riacquisteremo la libertà ci sarà più sobrietà. Il consumatore tenderà a comprare meno, ma a comprare meglio.
Sarà fondamentale per ogni marchio avere credibilità, autenticità, avere un prodotto che abbia una qualità sostanziale evidente, con un price-point corretto. Il Su Misura acquisterà ancora più importanza perché il consumatore, per spendere meglio, punterà su qualcosa che senta davvero suo”.

Ci sarà quindi un ritorno al voler vestire bene e con eleganza?
“Questa sarà una delle conseguenze. È un tema legato alla sensibilità dell’individuo: il nostro cliente non ama ostentare, ma ama esprimere sé stesso indossando abiti che lo rappresentino, che gli permettano di enfatizzare le sue qualità personali e continuerà a cercare l’eleganza in prodotti di qualità”.

Un look della collezione primavera-estate 2020

La voglia di tornare a vestirsi bene ci porterà a cambiare il Casual Friday con il Dress-up Friday?
“Ci sarà una volontà di esprimersi in maniera più completa, più di quanto non si sia fatto in questo periodo di lockdown. Accanto a questa volontà rimarrà però la voglia di sentirsi comodi e confortevoli. Dalla giacca all’abito, tutto dovrà essere più più morbido, decostruito, dégagé. Un trend di fatto già in essere pre-lockdown che subirà sicuramente un’accelerazione”.

Presentando i risultati del primo trimestre del 2020 (-18%), Remo Ruffini, patron di Moncler, ha citato Albert Einstein: “La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi”. Qual è il suo punto di vista?
“Qualsiasi momento di difficoltà è un fortissimo elemento propulsivo nei confronti dei cambiamenti e delle innovazioni, dalle interazioni digitali al modo di fare business. Il cambiamento legato a questa crisi può scontrarsi però con l’incapacità di un’azienda di adeguarsi al concetto di New Normal. L’elemento fondamentale sarà la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti che riguarderanno il fare impresa, il modo di collaborare con i colleghi, ma anche la capacità di adattare il servizio e il prodotto offerti a un cliente che a sua volta ha cambiato le sue abitudini”.

Questa sarà anche la chiave per far ripartire gli acquisti?
“Sì, soprattutto considerato il distanziamento sociale che continueremo a rispettare quando entreremo a tutti gli effetti nella fase 2. Nel New Normal la possibilità concreta di entrare in un negozio sarà limitata da restrizioni che dureranno per mesi. È importante quindi cambiare il modo in cui viene gestito il rapporto con il cliente, utilizzando la tecnologia. Lo storytelling di un prodotto, fatto solitamente di persona, e l’esperienza in negozio andranno sostituiti in maniera remota con strumenti più efficaci. Oltre a potenziare l’e-commerce bisognerà, per esempio, interagire con i clienti attraverso video conference e strumenti che consentano di condividere video di prodotti e collezioni”.


Alcuni look dalla collezione primavera- estate 2020

Come stanno evolvendo le vostre brand strategies?
“Stiamo accelerando sull’impostazione che abbiamo delineato a partire dall’autunno-inverno 2020/21: abbiamo declinato il DNA Canali su tre ripartizioni di collezione con le linee Exclusive, Black Edition e Canali 1934, tre diversi lifestyle rivolti al medesimo consumatore o a tre consumatori differenti con esigenze specifiche. Exclusive è un lifestyle più sofisticato, per un consumatore molto esigente che privilegia materie prime di massima qualità e realizzazioni estremamente curate; Canali 1934 è l’evoluzione moderna delle icone sartoriali di Canali, mentre la Black Edition rappresenta un lifestyle più dinamico, urbano, giovane. Non sono collezioni diverse, sono semplicemente l’articolazione del DNA Canali in tre momenti diversi”.

Dobbiamo preparaci a una ripartenza graduale. Ci vorrà visione, coraggio, generosità e pazienza. Cosa pensa delle decisioni prese dal nostro governo?
“I giudizi più obiettivi si potranno fare a distanza di uno o due anni, quando avremo modo di verificare il contesto con maggiore distacco. La ripresa è strettamente legata a un fatto oggettivo: fino a quando non ci sarà un vaccino tutte le iniziative prese per fare ripartire l’economia dovranno controbilanciare il rischio di una ripartenza del virus. Il giudizio è uguale per tutti: grandi difficoltà nel dover gestire qualcosa di totalmente ignoto e grande rispetto per le responsabilità che si stanno prendendo i governi. Non vedo grosse differenze di comportamento e azione fra Italia, Paesi Europei, USA, Cina e Australia”.


Creatività ed eccellenza vanno di pari passo: le lavorazioni manuali assumono un ruolo chiave nel processo di produzione di Canali

La collezione primavera-estate 2020 racconta di un’estate italiana nella cornice di una dimora di famiglia immersa nel verde con capi formali decostruiti, sahariane e pantaloni cargo. In cosa si distingue un capo Canali? “La collezione primavera-estate incarna quella che è da sempre la filosofia di Canali, partire dal nostro heritage sartoriale ed estendere que- sto concetto del ‘fatto bene’ anche ai capi più informali. Viene così enfatizzata la qualità in un contesto di estrema leggerezza e solarità, un contesto che tutti quanti vorremmo vivere di persona in questo momento”.

Degli abiti, insomma, che sembrano immaginati per dei moderni Cary Grant…
“Il fatto di citare questo personaggio è molto indicativo. Nell’immaginario collettivo Cary Grant rappresenta un concetto di eleganza non ostentata, naturale, l’abito è un catalizzatore, un elemento che potenzia l’impatto della sua eleganza naturale”.


Doppiopetto in lino-lana con overcheck rosso

Quanto tempo ci vorrà per tornare alla normalità?
“La fiducia del consumatore parte anche dalla sua sicurezza finanziaria. In questo momento l’intervento più importante che dev’essere ancora valutato ed eseguito in maniera attenta è l’immissione di liquidità ai privati e alle aziende di cui ha recentemente parlato Mario Draghi. Con una conseguenza molto importante: tutti i Paesi che inietteranno soldi ai privati e alle aziende dovranno poi farsi carico di questi debiti. Se non se ne faranno carico il rischio che molte aziende non si riprenderanno sarà elevatissimo. Questo tecnicamente potrebbe essere fatto dai governi soltanto attraverso l’emissione di obbligazioni perpetue”.

In una lettera al giornale americano WWD Giorgio Armani ha dichiarato “è tempo di togliere il superfluo e ridefinire i tempi”. Si trova d’accordo?
“Canali non ha mai offerto più di due collezioni all’anno, crediamo che questo sia il modo più bilanciato e corretto di proporre qualcosa di nuovo, senza inondare il mercato di novità che possano saturarlo. Mi ricollego al concetto espresso inizialmente: un consumatore più sobrio che compera meno e meglio troverà in noi un marchio che non ha cambiato atteggiamento rispetto al passato”.

Come ricorderà questo momento? Quali sono gli insegnamenti positivi?
“È stata l’occasione per avere più tempo da passare in famiglia – e per chi è sempre in giro è una novità – e non potendoci spostare abbiamo guadagnato almeno due ore al giorno. Tempo che ho dedicato a leggere, pensare, riflettere, ascoltare musica, è stata una grandissima opportunità di introspezione. E, come sempre, quando non si può più fare qualcosa la si apprezza molto di più e si rivalu- ta quello che prima si dava per scontato, come l’importanza delle relazioni e la sostanza di ogni rapporto”.

Stavamo correndo troppo?
“Una cosa su tutte, abito a Monza e non ho mai respirato un’aria così buona come nell’ultimo mese. Vedere poi le città ripopolate di animali e di piante che, nel mio caso, erano relegate nel Parco fa riflettere. Senza addentrarmi in scelte radicali o prese di posizione, vorrei semplicemente sottolineare che in questo momento abbiamo avuto modo di apprezzare molte piccole cose, che piccole non sono”.

 

 

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di maggio del magazine Wall Street Italia.