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Calcio marcio: a Singapore la punta della piramide di scommesse

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Roma – L’unico vero sbocco verso il presunto “livello superiore” è legato alle testimonianze degli indagati e all’analisi dei loro computer. L’inchiesta di Cremona, per il momento, ha un solo modo di stravolgere il calcio italiano: identificare – se esiste – l’uomo che moltiplicava le scommesse a Singapore. Dare un nome alla persona in grado di gestire scommesse da “23 milioni di euro” sui siti asiatici. È su questo che si concentra adesso l’inchiesta. Il resto sono parole captate al telefono, spesso millanterie, e da sole non bastano a provare nulla. E questo non significa che non sia solida: è nata appena sei mesi fa. Le rivelazioni che portano alla serie A non sono più vecchie d’una settimana. Per individuare il “mister X” collegato a Singapore non ci sono molte strade: gli unici a poter indirizzare gli inquirenti sono Beppe Signori e i suoi amici commercialisti, Manlio Bruni e Francesco Giannone. I tre sono noti, nel gergo dell’indagine, come il “gruppo dei Bolognesi”.

Bruni e Giannone, difesi dall’avvocato Fausto Bruzzese, sono agli arresti domiciliari: stanno collaborando. Il livello superiore è emerso già durante le intercettazioni, in una data decisiva per l’indagine, il 15 marzo, quando il gruppo dei Bolognesi incontra il gruppo legato a Paoloni. Ma da lì in poi siamo nel campo degli indizi e di qualche prova, come il foglietto sequestrato ai “bolognesi”, che riporta le “condizioni” per scommettere a Singapore. I fatti e il livello d’inchiesta più solido riguardano solo il primo anello di quest’indagine.

Serie B e Lega Pro

Tra intercettazioni telefoniche e interrogatori, almeno su un punto pare che le prove si stiano consolidando: parliamo di combine e scommesse in Lega Pro e serie B elencate nell’ordinanza d’arresto.

Cinque di serie B: Livorno Ascoli del 20 marzo 2011 (1-1), Ascoli Atalanta (1-1) del 12 marzo, Atalanta Piacenza (3-0) del 19 marzo, Siena Sassuolo (4-0) del 27 marzo. Ben 12 di Prima divisione: Cremonese Spezia (2-2) del 17 ottobre 2010, Monza Cremonese (2-2) del 21 novembre 2010, Cremonese Paganese (2-0) del 14 novembre 2010, Spal – Cremonese (1-1) del 16 gennaio 2011, Alessandria Ravenna (2-1) del 20 marzo, Reggiana Ravenna (3-0) del 10 marzo, Verona Ravenna (4-2) del 27 febbraio, Ravenna Spezia (0-1) del 27 marzo, Benevento Viareggio (2-2) del 13 febbraio, Benevento – Cosenza (3-1) del 28 febbraio, Taranto Benevento (3-1) del 13 marzo, Benevento Pisa (1-0) del 21 marzo.

In serie A, nell’ordinanza, compare una sola partita sospetta: Inter – Lecce (1-0) del 20 marzo. La scommessa c’è stata. La combine no. Eppure è la partita più importante, sotto il profilo investigativo, per passare al livello superiore e vedremo dopo perché. Adesso limitiamoci a guardare l’elenco delle partite di serie B e Lega Pro. E a scoprire che la Fgci sapeva già molte cose già dall’8 maggio quando il calciatore del Sassuolo Daniele Quadrini (anch’egli indagato a Cremona) deposita in Federazione un esposto dettagliato.

Over e Paoloni

Due elementi balzano agli occhi: sette partite finiscono con più di tre gol. Puntando sull’over – più di tre gol – si guadagnano grosse somme. Il secondo elemento ha un nome e un cognome: Marco Paoloni, prima portiere della Cremonese, poi del Benevento. Le due squadre compaiono nell’elenco ben 8 volte. Al’inizio è Paoloni la “pista” seguita dagli inquirenti: scoprono che è arrivato al punto di somministrare un ansiolitico ai compagni di squadra durante l’intervallo. Seguendo Paoloni, però, comprendono il suo “livello”: un livello basso. Il “livello Paoloni” punta al grande salto: partite in serie A, scommesse sui siti Asiatici, puntate ingenti senza tracciare passaggi di denaro. È questo il punto fondamentale per l’inchiesta.

Cercansi Signori a Singapore

Gli inquirenti scoprono in diretta l’esistenza di un livello superiore. Ma in soli sei mesi può solo vederlo affiorare. Il “livello Paoloni” parla al telefono di un “Beppe Nazionale” e il riferimento è evidente. La cricca cerca di agganciare Beppe Signori perché lui sa come puntare a Singapore. E ci riesce. Ma si tratta di un gruppo di cialtroni e l’unico risultato è farsi arrestare, far perdere 150mila euro all’ex bomber, e trascinarlo in carcere davanti ai giudici.

Marco Paoloni è un portiere di talento distrutto dai debiti e dal vizio dell’azzardo. Questo raccontano le intercettazioni. Ha un solo talento superiore a quello sportivo: manipolare la realtà con agilità impressionante. Non sai mai quanto c’è di vero nelle sue bugie. Lo sa bene sua moglie che impazzisce per conoscere l’entità dei debiti accumulati. Lo sanno i suoi creditori. Lo sa anche il procuratore Roberto di Martino che l’ha visto negare per sei ore ogni addebito. La combriccola lo segue fino al disastro totale. Gli credono persino quando si spaccia per un’altra persona, su Skype, inventando il nick name “Corvia. Finge d’essere il difensore del Lecce. E le finzioni di Paoloni vengono a loro volta spacciate, come certezze, quando i cialtroni incontrano Signori.

E lo sa bene il 37enne Massimo Erodiani, tabaccaiodi Pescara,al quale è riconducibile un punto scommesse. Entrando in procura il suo avvocato Giancarlo de Marco ha detto: “Paoloni s’era inventato di potere intervenire su numerose partite come Inter – Lecce”. Erodiani – sostiene la difesa – “non ha mai avuto contatti con giocatori e dirigenti di serie A”. Il punto è un altro: Erodiani riesce a sedersi al tavolo con Signori per pianificare le scommesse a Singapore. Questo è il dato importante per l’indagine. Ed Erodiani era in combutta con Marco Pirani, odontoiatra 57enne di Ancona, a sua volta amico di Paoloni. A sua moglie – giusto per dirne una – aveva firmato la prescrizione per l’ansiolitico che il portiere somministrò ai suoi compagni di squadra. Le intercettazioni di Pirani, Erodiani e Paoloni, lasciano pochi dubbi sulla loro intenzione di intervenire sulle partite e di puntare sulle combine di Lega Pro e serie B. I fatti riscontrati, però, si limitano ai 18 incontri sospetti tra serie B e lega Pro. Il resto sono parole dette ai pm.

La versione di Pirani

L’interrogatorio di Pirani fa salire il numero a trenta partite. Siamo al 7 giugno e la serie A inizia ad affacciarsi per la prima volta negli atti d’indagine. Roberto di Martino dichiara: “La mia sensazione è che ci siano gare truccate in serie A”. Non parla di combine legate alle scommesse. “Ho la sensazione – continua – che ci siano accordi, presi a livello di società, per loro convenienza. Ma per il momento non abbiamo alcuna prova”. Solo indizi, quindi, sui quali iniziare a indagare: questa parte dell’inchiesta nasce appena cinque giorni fa. Indizi – di terza mano – forniti da Pirani

Combine in serie A

È il 7 giugno che inizia l’interesse della procura per tre partite di serie A e cinque squadre: Fiorentina – Roma 2-2 del 20 marzo, Lecce-Cagliari 3-3 del 17 aprile, Genoa-Lecce 4-2 del 20 marzo. La “sensazione” non può oltrepassare, per il momento, lo scenario di accordi tra squadre per motivi di classifica. Accordi poi spifferati dai calciatori. Che arrivano agli scommettitori. Informazioni che valgono un mare di soldi, se sono vere, e fruttano molto di più, a saperle investire adeguatamente. Marco Pirani, però, non è l’uomo in grado di far fruttare al massimo un’informazione del genere. Lui appartiene al piccolo “livello Paoloni”. Ma il 15 marzo si presenta l’occasione della vita: Pirani ed Erodiani, in combutta con l’ex capitano del Bari Antonio Bellavista (ancora in carcere), tentano di contattare il livello superiore. E ci riescono.

Il gioco grande

Il 15 marzo incontrano a Bologna Beppe Signori. È questo – per il momento – il vero salto di qualità dell’inchiesta: la squadra mobile intercetta l’incontro l’ex bomber della Lazio. Il tramite, tra il “Livello Paoloni” e il “livello Signori”, è Manlio Bruni.

Il 47enne di Catanzaro Manlio Bruni, commercialista e “piccolo scommettitore”, ha uno studio a Bologna. Il suo socio è Francesco Giannone, che cura la contabilità di Beppe Signori. I tre formano il “gruppo dei Bolognesi” e quando Pirani, Erodiani e Bellavista riescono a incontrarli, finalmente, si può pensare di puntare a Singapore. Grosse somme. Grosse vincite. Se al posto di Paoloni ci fosse una persona attendibile, il gioco sarebbe fatto. Invece seguono in diretta “il bagno di sangue”: (la puntata sulla bufala Inter – Lecce.

La versione di Signori e l’incontro del 15 marzo

Beppe Signori, ancora agli arresti domiciliari, spiega al gip Guido Salvini che s’è rifiutato di corrompere calciatori e organizzare combine. Dice d’essersi sentito “un pollo da spennare”. Nelle perquisizioni dello studio Giannone – Bruni, però, gli inquirenti trovano assegni firmati dal “livello Paoloni” – lasciati a Signori come una sorta di garanzia – e un appunto scritto a mano: riporta le condizioni per scommettere sul sito asiatico.

Resta un fatto: era lui il livello da raggiungere, per puntare soldi a Singapore, perché forse aveva l’uomo giusto, in grado di far lievitare le scommesse sui siti asiatici. Bastava una telefonata per puntare cifre astronomiche. Sulla fiducia.

Dodici giorni indimenticabili

Bisogna chiarire un altro punto: il livello Paoloni e il livello Signori convergono per dodici giorni al massimo. Bellavista ed Erodiani incontrano Signori per proporgli soltanto due puntate. Atalanta – Piacenza e Inter -Lecce.

La prima: Atalanta – Piacenza. Secondo la ricostruzione emersa dagli interrogatori, il duo Erodiani Bellavista, la propone come una partita “loro”. Ma non doveva essere soltanto loro, visto che il banco crolla, per l’alto numero di scommettitori sullo stesso risultato. Il primo affare non è dei migliori. Il secondo è peggio.

Parliamo di Inter – Lecce. Bellavista ed Erodiani, per quanto emerso dagli interrogatori, e confermato dalle intercettazioni, la spacciano come una partita sicura. La certezza arriva da Paoloni che, a sua volta, dice di averne parlato con il difensore del Lecce Corvia. La valanga di balle travolge tutti in poche ore. Erodiani e Bellavista, quel 15 marzo, ai bolgnesi, dicono di sapere che, della combine, sono al corrente ben tre difensori del Lecce. Sembra probabile che abbiano proposto anche la corruzione di alcuni calciatori giallorossi. E su un punto tutte le versioni concordano: Signori non intende corrompere nessuno. Declina la proposta, ma si fida dei cialtroni, perdendo ben 150mila euro. Le due puntate sono andate male. Il gioco con Signori è finito. L’indagine sul secondo livello invece è appena iniziata. E gli inquirenti devono districarsi tra millanterie d’ogni tipo. Anche le più incredbili.

Avatar Corvia

Le “dritte” su Inter – Lecce, o su Fiorentina – Roma, arrivano anche via chat. Erodiani è convinto di essere in contatto, su Skype, con Daniele Corvia. Ma non è il difensore del Lecce: a quanto pare lo stesso Paoloni. Ed è lo stesso Erodiani che viene intercettato, in quei giorni, mentre, come annota la polizia, “dice a Pirani che giovedì va a Bologna a portare i soldi della giocate”. Non solo: “Erodiani commenta con Pirani la partita dell’Inter e dice che l’attaccante del Lecce Daniele Corvia avrebbe pronosticato anche tanti gol in Fiorentina-Roma, avendolo saputo dal Capitano della Giallorossa”. È in questo modo che i nomi dei calciatori, o almeno i loro riferimenti, finiscono negli atti dell’indagine e scatenano l’attenzione dei cronisti e la furia dei tifosi. Il “capitano della giallorossa” più famosa d’Italia, visto che all’attenzione degli inquirenti c’è anche Fiorentina – Roma (2-2) del 20 marzo, è Francesco Totti. Puntare un solo centesimo, sul suo coinvolgimento nel calcio scommesse, sarebbe ben più d’un azzardo. Il suo riferimento viene fatto dal “livello Paoloni”. E per di più tirato in ballo di terza mano. Ma quel riferimento è agli atti. Dev’essere pubblicato per quello che è. E dimostra quanto sia scivolosa quest’indagine se non si separano le “voci” dai “fatti”. Ma non tutte le voci sono false e l’unico fatto certo, per ora, è che il “livello Signori” viene raggiunto. E che grosse cifre vengono spese in Asia.

Il livello asiatico

Ecco come funziona: c’è chi raccoglie in Asia grosse quantità di denaro contante puntandolo sulla base di una telefonata. Senza tracciare quindi spostamenti di soldi. Gli allibratori asiatici, a differenza di quelli italiani, preferiscono lavorare bassi margini di guadagno (il 2% contro il 10% italiano, fonte Agipro). In compenso, però, nelle giocate asiatiche non c’è limite di puntata e, soprattutto, il banco non blocca mai la giocata. Neanche se appare sospetta. L’agipro, in questi giorni, ha pubblicato il contenuto d’un rapporto della Essa (European Sports Security Association), che descrive una sorta di organizzazione piramidale con tre livelli: gli agenti, i super agenti regionali e i “master” nazionali. I master nazionali fungono da contatto tra Italia e Asia: hanno a disposizione conti di gioco cifrati, che possiamo definire anonimi, e guadagnano una percentuale sui movimenti di gioco. Il trucco viola agilmente le norme anti-riciclaggio: gli scommettitori consegnano il denaro contante al primo livello, cioè gli agenti, che a loro volta puntano per telefono, utilizzando i conti cifrati. Se la puntata è vincente, il contante viene pagato allo scommettitore, altrimenti la perdita è già stata coperta. I soldi girano estero su estero. Senza lasciare traccia in Italia. Ma basta un errore per rischiare: dopo il “bagno di sangue” su Inter – Lecce, in molte intercettazioni, Bellavista e compagni, parlano di probabili ritorsioni dei “cinesi”. È questo il fronte investigativo più interessante: oltre gli assegni scoperti di Paoloni, nel giro asiatico, potrebbero esserci contanti delle mafie italiane. E stando alla società di scommesse austriaca Skysport 365, il numero di partite sospette, è molto più alto di quanto s’immagini.

La camorra nel pallone

Nei prossimi giorni, i rappresentanti di Skysport365, saranno a Cremona per presentare l’elenco delle partite sospette. Il bookmaker con sede a Innsbruck ha già incontrato, nei giorni scorsi, la procura di Napoli. Un elenco di altre trenta partite anomale e una collaborazione, già avviata, per comprendere quanto il clan d’Alessandro, di Castellamare di Stabia, abbia condizionato i campionati di calcio e fino a quale livello. Sempre a Napoli, un altro pool d’inquirenti, ha acquisito i filmati di tre partite: Sampdoria Napoli (1-0) e Napoli Parma (2-3) del campionato 2009/10. C’è poi Lecce Napoli (0-1) dell’ultimo torneo di serie A. E anche da Cremona, dopo gli interrogatori, spunta una partita sospetta dei bianco azzurri: Napoli Chievo (3-0) del 31 maggio 2009. Ma non ci sono prove, soltanto sospetti, sui quali le procure – anche quella di Bari, che indaga su Bari Livorno (4-1) Coppa Italia del primo dicembre 2010 – stanno cercando riscontri.

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