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BRIC, attenti a dove investite. Brasile e Russia sempre peggio

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ROMA (WSI) – Le economie che appartengono ai BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) non sono mai apparse così diverse agli occhi degli investitori. Lo conferma la performance dei rispettivi indici azionari; mentre le borse di Cina e India hanno messo a segno un rialzo +40% in media nel 2014, quelle russa e brasiliana sono scese in media -4,2%.

La divergenza nei trend dei listini è la più alta da quando l’economista Jim O’Neill coniò il termine BRIC nel 2001, e si traduce in una capitalizzazione dei mercati cinese e indiano superiore a quella di Russia e Brasile di ben $5,2 trilioni ($5.200 miliardi), stando ai dati che sono stati compilati da Bloomberg.

“La Cina sta rallentando (il ritmo di crescita), ma in modo contenuto, mostrando una crescita ancora invidiabile, l’India sta iniziando a rafforzarsi, il Brasile continua a toccare il fondo, mentre in Russia la recessione sta diventando probabilmente inevitabile”, ha commentato Hartmut Issel, responsabile della divisione credito e mercati azionari dell’Asia Pacifico presso la divisione di gestione patrimoniale di UBS, a Singapore.

L’acronimo BRIC non riflette più, insomma, una realtà omogenea, e tanto meno un Eldorado degli investimenti, viste le recenti performance di Brasile e Russia.

Da segnalare comunque che l’indice MSCI BRIC Index ha garantito un ritorno di +274% circa dal 2001, scendendo di circa -5% nel 2014.

Mentre lo Shanghai Composite Index e lo S&P BSE Sensex Index si apprestano a riportare il guadagno, su base annua, più alto in cinque anni, l’indice Ibovespa del Brasile è entrato questo mese nel mercato orso e l’azionario russo è in perdita.

La capitalizzazione combinata dei titoli azionari cinesi e indiani è balzata al record di $6,4 trilioni questo mese, mentre insieme il valore di mercato di Brasile e Russia è sceso a $1,2 trilioni, al minimo da almeno il 2005.

Inoltre, se lo yuan cinese e la rupia indiana sono calati meno del 4% nei confronti del dollaro, il real brasiliano ha ceduto -13% e il rublo oltre -40%.

Adam Tejpaul, responsabile della divisione investimenti in Asia presso JP Morgan Chase, afferma che, per la Cina e l’India, l’outlook rimane favorevole rispetto a Russia e Brasile, dal momento che le “deboli” prospettive economiche dei due paesi rimangono un deterrente per gli investitori.

L’indice azionario russo è scambiato a un valore pari all’incirca a 5 volte gli utili attesi a 12 mesi, rispetto alle 11 volte dell’Ibovespa, alle 12 volte di Shanghai e alle 15 del Sensex indiano. (Lna)

Fonte

Bloomberg