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Borsa Milano chiude in rialzo, ma lontana dai massimi

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MILANO (WSI) – Piazza affari chiude in rialzo ma lontana dai massimi di giornata. Investitori focalizzati sulle tensioni geopolitiche e le notizie economiche poco incoraggianti.

L’indice Ftse MIB milanese, segna un rialzo dello 0,49% a quota 20.446 punti.
Le altre piazze europee chiudono contrastate: Londra e Parigi piatte e Francoforte positiva.

Maglia nera, tra le blue chip, a UnipolSai (-1,09%), Ferragamo (-1,08%) e Luxottica (-0,81%), all’indomani dell’uscita di Guerra e del nuovo assetto di vertice. Sugli scudi Mediolanum (+2,95%) e Autogrill (+2,57%).

A dare morale agli investitori nelle borse le speculazioni di mercato secondo cui la Bce potrebbe portare i tassi sottozero. Le prospettive per un nuovo piano di stimolo monetario fa bene anche al mercato dei titoli di stato della periferia. Il Btp a dieci anni rendono sempre meno del 2,50%. I CDS sul debito italiano scambiano in area 100. Spread con i Bund stabile a 152 punti base. I mercati sono dunque in attesa della riunione della Bce di giovedi’.

Sul versante macro, oggi occhi puntati sul PPI dell’Eurozona. L’inflazione media nell’area Ocse ha subito un rallentamento: a luglio si è attestata all’1,9 per cento su base annua a fronte del 2,1% di giugno. La moderazione è stata prevalentemente guidata da una frenata della crescita dei prezzi dell’energia (2,3 % dal 3,1%) laddove gli alimentari hanno mostrato una dinamica invariata (2,1%).

Il governo italiano ha riportato un deficit di bilancio di 7,5 miliardi di euro in agosto, in flessione rispetto ai 9,4 miliardi di gap di un anno fa.

Il paniere nipponico del Nikkei chiude invece in progresso (+1,14%), favorito dall’indebolimento dello yen che storicamente dà una mano alle società esportatrici di casa. Domani il premier Shinzo Abe annuncerà i nomi che faranno parte del nuovo governo post rimpasto.

Sul valutario euro sostanzialmente stabile sul dollaro: all’apertura dei principali mercati valutari del vecchio continente la moneta unica europea viene infatti scambiata con il biglietto verde a 1,3122. Ieri, secondo la rilevazione della Bce, l’euro valeva 1,3133 dollari.

Tra le materie prime, oro in calo sui mercati asiatici. Gli investitori sono divisi fra il rallentamento dell’economia globale e i venti di guerra provenienti dall’Ucraina che inducono all’acquisto dei beni rifugio. Il metallo con consegna immediata scende così dello 0,4% a 1280 dollari l’oncia.

Quotazioni del petrolio WTI in ribasso a 95,5 dollari su frenata economia. Brent in calo a 102,76 dollari.