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Borsa Milano +2,35%, Mps valuta nuova strategia su Monti bond

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MILANO (WSI) – Borsa Milano chiude in gran rialzo dopo le forti vendite che si sono abbattute alla vigilia a seguito della pubblicazione dei risultati degli stress test sui principali istituti di credito d’Europa, effettuati dalla Bce. Il listino Ftse Mib ha fatto segnare un progresso del 2,36% a 19.476,62 punti. L’indice di riferimento Eurostoxx 500 ha guadagnato circa l’1%.

Rendimenti in rialzo all’asta odierna del Tesoro su Ctz e Btp indicizzati. Per il Ctz biennale il rendimento lordo è aumentato di 31 punti base allo 0,692% con domanda molto sostenuta. Il tesoro infatti ha collocato l’importo massimo di 2,5 miliardi con una domanda superiore a 4,2 miliardi di euro. Rendimenti in rialzo anche sui Btp indicizzati a 10 e 15 anni. Per il decennale 2,35% il rendimento sale di 27 punti all’1,43% mentre sulla scadenza a 15 anni rendimento praticamente invariato all’1,68%.

Lo spread tra Btp e Bund è stabile sui 166 punti base dopo l’asta di Ctz. Il rendimento è pressoché invariato al 2,54%, ma il gap con la Spagna si allarga sopra i 40 punti base.

Buy sulle banche dopo l’ondata di vendite della vigilia: l’indice di settore bancario sale dell’1,9% a fronte del +1% del comparto europeo. Brilla con +4,7% Mediobanca che ha annunciato stamani risultati sopra le attese degli analisti. Sale dell’1,4% MPS – sotto i massimi di giornata – dopo aver perso ieri un quinto del suo valore.

Volatile Carige – l’altro istituto bocciato dai test Bce – che dopo il -17% di ieri ha accelerato fino a +6% in seguito all’annuncio della vendita delle attività assicurative ad Apollo, per poi gradualmente ripiegare e chiudere con un +0,65%. Gran rialzo per Azimut, che fa un balzo del 5,8%.

Delude invece Saipem, che paga la revisione al ribasso delle stime sull’esercizio 2014. Il titolo lascia sul terreno il 5,8% dopo l’annuncio di un utile netto del terzo trimestre in contrazione del 24,8% e la revisione nella parte bassa della forchetta della guidance sul 2014 relativamente al risultato netto e all’ebit.

“In pratica si tratta di un altro profit warning: è stata rivista la guidance per il 2014, già rivista al ribasso in occasione dei risultati del secondo trimestre a fine luglio. Inoltre, non è bella la proiezione sull’indebitamento”, osserva a Reuters un analista di una banca d’affari italiana.

Sul fronte bancario, resi noti i risultati di bilancio di Mediobanca, che ha chiuso il primo trimestre dell’esercizio 2014-2015 con un utile netto di 160 milioni di euro, trainato dalla netta ripresa delle attivita’ bancarie e realizzato in sostanziale assenza di utili da cessione. L’amministratore delegato Alberto Nagel ha sottolineato che la banca non è interessata a fusioni o acquisizioni. Mediobanca fa +3% sul Ftse Mib.

L’attenzione rimane focalizzata su Mps, che cercherebbe ora un compratore. Il titolo ieri è crollato di oltre -20%.

Al momento il titolo segna un recupero superiore al +2%. Intanto esce la notizia secondo cui la banca senese starebbe vagliando tra le ipotesi un eventuale slittamento del pagamento di due tranche di Monti Bond per coprire la carenza di capitale da 2,11 miliardi di euro emersa dagli stress test.

Tra altri bancari scambiati sul Ftse Mib, segni positivi per Bper +2,86%, BPM +2,44%, BP +0,66%, Intesa SanPaolo +1,75%, Unicredit +0,87%. Tra altri titoli Saipem +1,96%, Telecom Italia +2,26%.

Riguardo al trend del Ftse Mib, gli analisti di Teleborsa individuano un supporto a quota 18.873. In caso di elementi positivi si potrebbe arrivare a considerare come livello di resistenza quota 19.340. Le implicazioni tecniche propendono per una continuazione della fase ribassista verso nuovi bottom visti a 18.717,3.

Il sentiment degli operatori mondiale rimane improntato alla cautela, dopo i dati Usa relativi al mercato immobiliare e all’attività manifatturiera, che hanno deluso il consensus.

Incide però soprattutto l’inizio del meeting del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, che molto probabilmente risulterà nell’annuncio, previsto per domani, della fine del QE, ovvero nell’eliminazione di quegli acquisti di bond per $15 miliardi al mese, che ancora vengono acquistati.

I tassi sui fed funds dovrebbero rimanere invariati al range compreso tra lo zero e lo 0,25%.

“Non siamo sicuri che ci sarà una facile transizione dal QE della Fed a un percorso di crescita sostenibile, senza soffrire l’instabilità dei mercati finanziari – ha commentato in una intervista a Bloomberg Stewart Richardson, gestore presso RMG Wealth Managament a Londra – Temiamo che i rischi legati all’arrivo di una nuova recessione, anche negli Stati Uniti, siano maggiori di quanto si sia disposti ad ammettere, a causa delle deboli economie e per i mercati finanziari potenzialmente vulnerabili senza un QE che li sostenga”.

Dal fronte economico reso noto l’indice che misura la fiducia delle imprese in Italia, in miglioramento nel mese di ottobre.

A livello europeo, sotto i riflettori i bilanci dei colossi bancari Ubs e Lloyds

In Asia sotto pressione la borsa di Tokyo, con l’indice Nikkei dei 225 titoli guida che ha ceduto – 0,38%, scendendo a quota 15.329,91 punti. Molto bene Shanghai +2,07%.

Sul valutario, l’euro sul dollaro a 1,2703 (+0,05%); dollaro/yen +0,27% a JPY 108,10. Euro/franco svizzero piatto a CHF 1,2059. Euro/yen +0,32% a JPY 137,31.

Tra le materie prime, i futures sul greggio +0,41% a $81,33 al barile; oro a $1.228,10 (-0,10%).