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BOND FIAT VERSO
IL TUTTO ESAURITO

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(WSI) – Che il bond Fiat si rivelasse un grande successo era cosa prevista dagli operatori obbligazionari: ieri si parlava di un’operazione da 750 milioni, forse un miliardo, con uno spread di 300 punti base sul midswap. Meno note, invece, erano le informazioni contenute nelle 536 pagine del prospetto informativo del titolo, che in questi giorni l’amministratore delegato Sergio Marchionne sta illustrando agli investitori istituzionali europei.

Nel documento, il Lingotto illustra l’andamento del business, ma anche i rischi associati al bond che sarà emesso martedì 7 febbraio dalla controllata Fiat Finance and Trade Ltd (e garantito dalla capogruppo). Rischi che rappresentano – in taluni casi – la cartina di tornasole delle strategie di un Lingotto ormai proiettato sulla crescita e per il quale la cura dimagrante sembra quasi terminata. «In futuro potremmo realizzare nuove operazioni significative – si legge nel prospetto consultato da Finanza & Mercati – E sono aperte tutte le strade: fusioni, acquisizioni, joint venture o ristrutturazioni. Difficile, in ogni caso, prevedere l’esito degli eventuali deal».

Tra gli altri rischi enunciati dal management di Torino ci sono quello di un downgrade (che aumenterebbe i costi di rifinanziamento), di intoppi nelle questioni occupazionali, di sviluppi politico-sociali imprevisti nei Paesi emergenti, delle legislazioni ambientali e – non ultimo – delle oscillazioni valutarie, «poiché – aggiunge Fiat – i nostri ricavi non sono tutti in euro». Le prospettive per il 2006, secondo gli uomini del Lingotto, restano comunque interessanti soprattutto per il mercato europeo (definito «molto competitivo»), meno per quello brasiliano. E lo ha confermato Marchionne, a margine del roadshow milanese, sottolineando che «nel 2006 Fiat può superare anche il 30% della quota di mercato».

Non solo, il management del Lingotto – nel documento allegato al bond – promette «una ulteriore razionalizzazione dei costi» e «un rafforzamento della struttura del capitale», misura quest’ultima che potrebbe essere perseguita attraverso «joint ventures finanziarie e prestiti per mantenere elevata la liquidità del gruppo». E a proposito di prestiti, dal prospetto emerge anche un finanziamento da 3 miliardi di euro (utilizzato per 2,99 miliardi allo scorso 30 settembre) erogato a Fiat Auto Holding Nv e garantito da Fiat Finance and Trade.

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