L’articolo di Blackrock fa parte di un lungo dossier dedicato alla sostenibilità pubblicato sul numero di maggio del magazine Wall Street Italia.
“Tra le priorità dei nostri clienti, il rischio climatico occupa in assoluto il primo posto. La transizione climatica è una storica opportunità di investimento”. In questo breve estratto dalla lettera che Larry Fink, Chairman e Chief Executive Officer di BlackRock, ha inviato, come ogni anno, agli amministratori delegati delle società quotate, è condensato il passaggio al nuovo paradigma dei mercati finanziari e dell’economia globale.
Al centro viene messa la Terra, la salvaguardia del suo ambiente, che è contemporaneamente tutela del benessere e degli investimenti delle persone. WSI ne ha parlato con Luca Giorgi, Managing Director, Head of iShares and Wealth di BlackRock Italia.
Dott. Giorgi, nell’estratto dalla lettera di Larry Fink si parla di transizione climatica come opportunità di investimento. Cosa significa?
“Quando parliamo di transizione climatica intendiamo un percorso avviato a livello globale che ci porterà a una meta ben definita, contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, come stabilito dall’Accordo di Parigi. Per raggiungere questo obiettivo è indispensabile ridurre le emissioni di anidride carbonica e di altri gas serra nell’atmosfera. Un processo che ci guiderà verso la Net Zero Economy, un’economia dove le emissioni nette di anidride carbonica, ossia la differenza tra la quantità di anidride carbonica che viene prodotta e quella che viene assorbita è pari a zero. Questo deve accadere entro il 2050. Abbiamo davanti a noi un obiettivo decisamente sfidante da raggiungere entro un orizzonte temporale preciso.
Ma questa transizione climatica che stiamo affrontando sottende anche una transizione di capitali, in quanto saranno le società e le attività capaci di mettere in atto comportamenti in linea con il raggiungimento della Net Zero Economy quelle di maggior successo”.
Siamo tutti arruolati nella lotta al cambiamento climatico, come singoli cittadini e consumatori, ma anche come investitori. Che ruolo gioca la finanza?
“Spesso ci chiediamo cosa possiamo fare per raggiungere un obiettivo così sfidante. A mio parere ci sono modi diretti e indiretti per perseguirlo. Tra i primi ci sono azioni che possiamo compiere tutti i giorni: ridurre l’utilizzo di acqua, fare la raccolta differenziata, spegnere la luce quando non serve. Tra i secondi ci sono le scelte che premiano chi propone prodotti sostenibili come, per esempio, scegliere cosa mangiare, acquistare un’automobile elettrica e scegliere come investire.
Qui entra in gioco la finanza. E come precisato dal nostro CEO Larry Fink in una precedente lettera del 2018, la finanza può rappresentare un volano della sostenibilità, capace di favorire il cammino verso l’obiettivo della Net Zero Economy. Possiamo contribuire a salvare la Terra scegliendo di investire in società che hanno comportamenti tesi a diminuire le emissioni di CO2 in atmosfera. Così facendo premieremo il cambiamento, accelerandolo, ma verremo anche premiati come investitori”.
Come saranno premiati gli investitori?
“Nel corso dell’ultimo anno e mezzo, e ancora di più dall’inizio della pandemia, abbiamo notato un forte cambiamento nelle dinamiche del risparmio gestito: gli investimenti sostenibili si sono dimostrati generalmente più resilienti e più performanti. Per esempio, nel primo trimestre del 2020, il più difficile degli ultimi anni, secondo l’analisi effettuata da Morningstar, il 94% degli indici sostenibili (dati al 31 marzo 2020) ha fatto meglio degli indici tradizionali. Siamo passati da una fase in cui gli investitori si chiedevano a quanto avrebbero dovuto rinunciare in termini di performance per fare un investimento sostenibile, a una fase in cui l’attenzione viene posta sui benefici derivanti dall’avere in portafoglio un investimento sostenibile. L’investimento sostenibile può creare valore, efficienza e migliore gestione del rischio. Non è quindi un caso che la categoria degli investimenti Esg (Environment, Social, Governance) sia cresciuta più delle altre a livello globale”.
Cosa sta facendo BlackRock per favorire il raggiungimento degli obiettivi della Net Zero Economy?
“Riteniamo che ci siano dei settori e delle società più coinvolti nella lotta al riscaldamento climatico i quali beneficeranno in misura maggiore della transizione dei capitali di cui parlavamo prima. Per ridurre le emissioni di anidride carbonica dobbiamo agire in particolare sulle quattro maggiori fonti. Queste sono, secondo i dati dell’Autorità Internazionale dell’Energia (Aie) e Research Gate (aggiornati al 31/12/2019): la produzione di energia, responsabile per il 26,6% di emissioni di gas serra a livello globale; l’agricoltura e l’allevamento, responsabili del 24,5% delle emissioni; i processi industriali e i rifiuti con il 20,2% delle emissioni; i carburanti e i trasporti con il 14%.
BlackRock ha costruito una gamma di prodotti, attivi e passivi, che agiscono sui settori responsabili di queste emissioni al fine di ridurle. Per ciascuna delle fonti di cui vogliamo ridurre le emissioni siamo in grado di modulare la nostra offerta includendo sia soluzioni attive che indicizzate”.
Vediamole più in dettaglio.
“Iniziamo dal settore più inquinante, quello della produzione di energia, responsabile del 26,6% delle emissioni di gas serra. Il fondo BGF Sustainable Energy Fund investe in società esposte alla transizione verso la Net Zero Economy con focus sui temi dell’energia pulita, dell’efficienza energetica e del trasporto pulito.
Per esempio, non ci limitiamo a investire in utility che producono energia da fonti rinnovabili ma anche nelle tecnologie che permettono questa produzione.
Inoltre, l’obiettivo della Net Zero Economy si ottiene anche utilizzando meglio l’energia e quindi guardiamo a imprese che lavorano nell’isolamento degli edifici, nella costruzione di edifici smart, nell’efficienza industriale. Infine, ci sono i produttori di veicoli elettrici e i loro fornitori, ma anche i fornitori di apparecchiature per la riduzione delle emissioni dei veicoli tradizionali. Il corrispondente indicizzato della strategia volta a ridurre le emissioni di CO2 del settore energetico è l’iShares Global Clean Energy UCITS ETF, (Exchange Traded Fund) che si focalizza sulle opportunità di investimento all’interno delle energie pulite.
La seconda maggiore fonte di emissioni di CO2 è il settore agricolo, che spesso non viene preso in sufficiente considerazione. Proprio per questo ancora tanto può essere fatto in ottica di perseguimento della Net Zero Economy, dal come si coltiva, alla riduzione nell’utilizzo dei pesticidi, all’efficienza nell’utilizzo dell’acqua di irrigazione. Riteniamo che questo sarà un grandissimo trend nel prossimo futuro e che possa contribuire in maniera davvero cruciale al tema della sostenibilità.
Il fondo BGF Nutrition Fund investe in imprese consapevoli delle sfide ambientali lungo tutta la catena produttiva dell’agricoltura e dell’allevamento. Sempre sul comparto agricolo si focalizza l’iShares Agribusiness UCITS ETF, meno focalizzato ma comunque impostato sulla base della sostenibilità ambientale.
Il terzo focus per la riduzione delle emissioni, in ordine di impatto, è quello dei processi industriali e della produzione e gestione dei rifiuti. In questo ambito il perseguimento della circular economy rappresenta la base di partenza. Il fondo BGF Circular Economy investe in quelle società impegnate nel perseguimento dell’obiettivo dell’economia circolare, distinguendole in Beneficiaries, ovvero imprese che beneficiano delle scelte responsabili dei consumatori, i quali premiano in maggiore misura le alternative più sostenibili, Adopters, ovvero imprese che adottano i principi dell’economia circolare e Enablers, imprese che propongono soluzioni innovative per favorire l’adozione del paradigma dell’economia circolare. Nell’ambito della lotta alle emissioni di CO2, derivanti dalla produzione industriale, si inserisce anche l’iShares Smart City Infrastructure UCITS ETF, focalizzato sul tema delle città metropolitane che stanno cambiando volto con investimenti crescenti sul tema della riduzione del traffico, dello smartworking, della diffusione di aree verdi, della sostenibilità delle abitazioni. Infine, sul tema del consumo di carburanti e del trasporto, il quarto per emissioni di CO2 secondo i dati dell’Autorità Internazionale dell’Energia (Aie) e Research Gate (al 31/12/2019), BlackRock propone il fondo BGF Future of Transport Fund che investe nei produttori di componenti per i veicoli elettrici, nelle imprese che offrono soluzioni innovative per la mobilità elettrica, nelle società che si occupano del trattamento e dello smaltimento dei materiali utilizzati dai trasporti sostenibili e nelle infrastrutture che permettono la circolazione sostenibile, come per esempio le colonnine di ricarica. Anche su questo tema c’è un ETF, l’iShares Electric Vehicles and Driving Technology UCITS ETF”.
Il 10 marzo scorso è entrata in vigore la nuova normativa Sfdr. Perché è importante?
“L’arrivo di una normativa come la Sustainable Finance Disclosure Regulation ha l’obiettivo di mettere ordine nel mondo degli investimenti Esg, che negli ultimi anni ha vissuto un forte sviluppo e di ridurre il rischio che gli investitori si imbattano nel fenomeno del green washing, detto anche ambientalismo di facciata. Gli articoli di riferimento per i prodotti Esg sono l’8 e il 9. L’articolo 8 disciplina i prodotti che promuovono caratteristiche ambientali o sociali, o una combinazione delle stesse. L’articolo 9 disciplina i prodotti che hanno come obiettivi investimenti sostenibili o che puntano alla riduzione delle emissioni di carbonio. BlackRock si è schierata a favore dell’approvazione di questa normativa dichiarando, al momento della sua entrata in vigore, 332 miliardi di euro di asset in gestione, a livello europeo, in prodotti che ricadono in uno dei due articoli”.
La gamma di prodotti BlackRock fa preciso riferimento a questa normativa. Come è stata costruita?
“La gamma Blackrock di prodotti sostenibili, che è più ampia rispetto ai temi che abbiamo proposto per combattere le emissioni di gas serra e comprende ogni aspetto delle tematiche Esg di ambiente, sociali e di governance aziendale, si divide in due macrocategorie riconducibili ad approcci differenti. Nella prima si trovano prodotti di investimento costruiti con un approccio “avoid”, nel quale si eliminano dall’investimento i settori controversi, ritenuti dannosi per le tematiche ambientali, sociali e di governance; nella seconda ci si avvale di un approccio “advance” che, al contrario, privilegia le societá ritenute virtuose. L’approccio advance è più selettivo e include, ad esempio, strategie tematiche basate su trend di lungo termine legati alla sostenibilitá e strategie specifiche in grado di avere un impatto tangibile e concreto sull’ambiente”.