Economia

BCE: tassi giù oggi, avanti nei tagli per il resto del 2025

Dopo la Fed, oggi tocca alla BCE decidere in materia di tassi di interesse. La decisione appare scontata: secondo mercato e analisti, l’istituto di Francoforte taglierà il tassi di interesse di 25 punti base portando il tasso di riferimento al 2,75%. Appare ormai tramontata del tutto l’ipotesi di una sforbiciata più consistente anche perché l’inflazione interna rimane vischiosa e alcuni membri del Consiglio direttivo si sono detti contrari ad accelerare troppo i tempi.

Contesto

Se il taglio dei tassi di 25 punti base da parte della Bce nelle prossime ore è dato per scontato, gli osservatori prevedono che la politica di riduzione dei tassi continuerà nei prossimi mesi. Nel contesto attuale, si prevede che la BCE continui con tre ulteriori riduzioni fino a raggiungere il 2% entro la metà del 2025. Tuttavia, in caso di rischi politici significativi, come l’implementazione di dazi da parte degli Stati Uniti o instabilità politica in Germania e Francia, la BCE potrebbe adottare un approccio più aggressivo, anticipando i tagli entro l’estate o procedendo con riduzioni più decise per stimolare la crescita economica.

Parlando della riunione odierna, David Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments ha spiegato in una nota che le condizioni dell’Eurozona giustificano un’ulteriore azione di riduzione dei tassi da parte della BCE. L’inflazione si sta muovendo verso l’obiettivo, anche se alcune aree del settore dei servizi sono in ritardo e, nel complesso, la crescita rimane moderata in diversi Paesi. Inoltre, nelle ultime settimane alcuni membri del Comitato hanno mostrato preoccupazioni rispetto alle conseguenze legate all’effettiva implementazione di un’agenda commerciale aggressiva da parte di Trump. In particolare, i principali timori riguardano gli effetti che le politiche “America First” potrebbero avere sulle esportazioni europee e sulle importazioni cinesi nel continente, e i movimenti valutari che potrebbero compromettere i progressi compiuti in materia di inflazione.

Le stime degli analisti

Peter Goves, Head of Developed Market Debt Sovereign Research di MFS IM, in vista della riunione della BCE di oggi, ha scritto in una nota:

“Nutriamo una forte convinzione sul fatto che la BCE taglierà il tasso di riferimento di 25 pb dal 3,00% al 2,75% nella riunione di ogg. Ciò si basa su un ulteriore peggioramento dei dati sulla crescita e delle prospettive future dell’area euro, ma anche sulle dichiarazioni della BCE. Anche l’analisi sui prestiti bancari contribuisce a rendere più caute le prospettive sul fronte dei prestiti alle imprese. Non ci aspettiamo cambiamenti nella guidance, ma è probabile che vengano evidenziati ulteriori rischi al ribasso per le prospettive di crescita (come già accaduto nei resoconti di dicembre). I rischi legati ai dazi doganali aggiungono ora un ulteriore elemento di incertezza alle prospettive dell’area dell’euro. Pertanto, continuiamo a ritenere che il nostro scenario centrale preveda ulteriori tagli quest’anno, portando il tasso di riferimento a circa l’1,75%. Di conseguenza, fatichiamo a vedere i rendimenti dei tassi core dell’euro salire in modo significativo nel breve o medio termine a causa di fattori interni”.

Anche per Tomasz Wieladek, Chief European Economist, T. Rowe Price, nella riunione di questa settimana la Bce taglierà il tasso di deposito al 2,75%. Questo perché, secondo l’esperto, sebbene l’inflazione sia risultata più resistente del previsto, l’attività nell’area euro rimane molto debole.

La debolezza dell’attività continuerà a spingere l’inflazione verso l’obiettivo della Bce. Le previsioni più recenti indicano che la Bceraggiungerà il suo obiettivo di inflazione del 2% quest’anno. Le ultime dichiarazioni della presidente Lagarde suggeriscono che il comitato esecutivo della Bce sia sempre più fiducioso che ciò si realizzi effettivamente. Di conseguenza, è molto probabile che la Bce tagli i tassi questa settimana e a marzo. 

Wieladek mette inoltre in luce che, dopo la riunione di marzo, i mercati finanziari sono meno sicuri sul percorso dei tagli della Bce. L’attuale valutazione del mercato prevede la possibilità che la Bce rallenti il ciclo di tagli a cadenza trimestrale rispetto all’attuale ritmo. Il timore è che la Bce sia meno determinata a tagliare i tassi di interesse quanto più il tasso di deposito si avvicina al 2%, il tasso neutrale, al quale la politica monetaria non limita né stimola l’economia.

“La nostra opinione è che i dati economici continueranno a spingere la Bce a tagliare ad ogni riunione fino a quando il tasso di deposito non raggiungerà l’1,5%. L’incertezza sulla politica commerciale rimane molto alta, soprattutto con l’approccio risoluto della nuova amministrazione statunitense in materia di dazi. Molte aziende aspetteranno a prendere decisioni sugli investimenti fino a quando non saranno risolti questi importanti cambiamenti nella politica commerciale. Il clima di incertezza manterrà deboli gli investimenti e, quindi, l’attività nel prossimo futuro”.

Il rischio – conclude l’esperto – è che l’inflazione non raggiunga l’obiettivo della Bce nella seconda metà dell’anno. L’insieme di questi due fattori, attività debole e disinflazione, probabilmente sorprenderà la Bce, che continuerà probabilmente a tagliare i tassi d’interesse ad ogni riunione di quest’anno, fino a quando il tasso di deposito non raggiungerà l’1,5%.

Euro verso la parità?

Un’ulteriore riduzione dei tassi potrebbe avere un impatto significativo sulle quotazioni dell’euro, portandolo potenzialmente alla parità con il dollaro, specialmente se vengono imposti dazi dagli Stati Uniti. Attualmente, l’euro si scambia a 1,04 dollari, e diversi operatori prevedono che potrebbe raggiungere la parità al primo annuncio di dazi da parte della nuova amministrazione statunitense.