Troppe incertezze sulle regole fissate dalla Bce sulla gestione degli Npl stanno stanno penalizzando le azioni delle banche italiane media in Borsa. È quanto si legge in un articolo pubblicato dal Sole 24 Ore a firma di Luca Davi:
Quanto deve essere profonda la pulizia degli attivi delle banche italiane? La svalutazione automatica sui crediti dovrà essere fatta anche per i deteriorati in essere o solo per quelli futuri? E soprattutto: il capitale che gli istituti oggi hanno a disposizione, sarà sufficiente per assorbire gli impatti di eventuali nuove svalutazioni così da mettere definitivamente in sicurezza i bilanci?
Sono tutte domande – sottolinea l’autore – a cui ad oggi non ci sono risposte precise. Una situazione, quella dell’attuale pressing sulle banche, iniziata il giorno della pubblicazione dell’addendum Bce sui crediti non performanti.
Da allora – si legge nell’articolo – è stato un susseguirsi di indicazioni e di successive correzioni, di stime e contro-analisi. A invocare chiarezza e stabilità delle regole è lo stesso direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, che nei giorni scorsi ha sottolineato come le nuove misure sulla gestione degli Npl contenute nel testo della Bce, una volta chiarito l’ambito di applicazione, saranno pur gestibili dalle banche italiane ma “è fondamentale avere un quadro normativo certo e stabile nel tempo”.
In questo contesto:
Resta il fatto che in assenza di coordinate precise il mercato ha iniziato a fare i conti da sè. E, nella confusione, ha messo in conto il peggio. In breve ha iniziato a ridefinire al rialzo le asticelle relative allo smaltimento dei crediti deteriorati. Da inizio ottobre, Bper è scesa così del 17%, Banco Bpm del 23%, Ubi del 16%, Carige del 36%.
In Europa il settore bancario ha perso in Borsa il 5% da ottobre al 16 novembre, facendo peggio della media delle Borse generali. In termini di capitalizzazione persa, si parla di circa 50 miliardi di euro in uscita. A influire negativamente sono state alcune trimestrali deludenti, su cui ha avuto un impatto negativo l’andamento negativo dei ricavi da trading (calo del 17% di media) e la stretta della Bce sui crediti deteriorati.