Antonio Patuelli resta ai vertici di Abi (associazione bancaria italiana) per il biennio 2022-2024.
“Il Comitato Esecutivo dell’ABI, su proposta del Comitato di Presidenza e dopo una relazione del Vice Presidente Camillo Venesio, ha approvato all’unanimità la proposta di un pacchetto di modifiche statutarie relative a una maggiore rappresentanza dei gruppi bancari nel Consiglio, nel Comitato Esecutivo e nella Presidenza alla luce della crescente concentrazione, fermo restando il numero totale dei componenti e confermando le rappresentanze del pluralismo bancario” si legge in una nota diffusa al termine della riunione dell’esecutivo.
Per Patuelli, 70enne ravennate, presidente di Cassa di Ravenna, si tratta del quinto mandato di fila: la prima volta venne eletto nel 2013 al posto di Giuseppe Mussari.
Ripresa e Basilea+3 al centro delle discussioni
Alla riunione di ieri ha preso parte anche il ministro dell’Economia Daniele Franco, al quale gli istituti di credito hanno rinnovato l’impegno nel sostenere una crescita solida e prolungata del Paese. Ed è stato propio il tema della ripresa al centro dell’incontro dei banchieri con il ministro Franco:
“Il principio è favorire l’applicazione del Pnrr nel più breve e corretto tempo possibile e consentire anche con norme ad hoc che le banche possano finanziare le imprese, anche attraverso garanzie statali”, ha spiegato Patuelli. “Oggi abbiamo da reggere due fasi: da un lato la resistenza delle aziende ai colpi di coda della crisi, che non sono omogenei né in termini merceologici né territoriali, e dall’altro la spinta alla ripresa, che non deve essere un rimbalzo ma una ripresa robusta, prolungata e pluriennale perché non si deve tornare allo “zero virgola” di crescita. Su questo c’è un parallelismo assoluto con il ministro e quindi un clima costruttivo”.
L’appuntamento è stato anche occasione per parlare del dibattito europeo sull’aggiornamento del trattato Basilea 3+, le cui regole sono alla base del funzionamento del sistema bancario. La Commissione Ue ha spiegato di voler rinviare al 2025 l’implementazione delle norme, solo al termine di una consultazione con gli operatori del settore italiani ed europei.