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Investimenti in pensione, quando conviene mantenere azioni in portafoglio

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L’approccio più frequente, man mano che ci si avvicina alla pensione, è quello di ridurre il peso delle componenti più volatili del proprio portafoglio di investimento. Questa scelta ha un principio semplice alla base: mentre per un investitore giovane è più importante, in ottica di lungo periodo, destinare risorse là dove le prospettive di crescita sono più elevate, in età avanzata è preferibile ridurre i rischi di ribasso a breve termine. Ciò che conta, nella fase finale della vita, è mantenere al meglio quanto si è già accumulato (per goderselo, perché no?).

Eppure, anche nel periodo della pensione, può avere senso mantenere un’adeguata esposizione al mercato azionario, spiegano alcuni consulenti finanziari a Cnbc. Questo è vero, in particolare, per quelle persone che durante la terza età possono contare su buon flusso di denaro in entrata dato dalla propria pensione. Queste entrate certe, infatti, riducono di molto l’impatto di un’eventuale correzione momentanea del mercato (e del portafoglio titoli).

L’importanza di un reddito fisso dalla pensione

 

Secondo Michael Finke, professore di wealth management presso The American College, i consulenti potrebbero considerare le attività investibili e le entrate provenienti dalle pensioni non già come componenti separate, bensì come parte di un portafoglio complessivo per il cliente. Nello specifico la pensione potrebbe essere calcolata come un reddito fisso di tipo obbligazionario – ed equilibrare la componente azionaria del portafogli di conseguenza.
“Se si dispone di una pensione consistente, forse c’è la possibilità di correre più rischi di quanto non si pensi”, ha dichiarato Alex Brusda, analista finanziario e gestore di portafoglio presso North Star Asset Management: “Sì, a breve termine [questi titoli] sono rischiosi, ma quando l’orizzonte temporale aumenta, la volatilità del mercato diminuisce”.

I clienti possono anche prendere in considerazione l’aggiunta di azioni se intendono privilegiare l’entità del lascito a eredi o enti: “Se vuoi donare l’eredità a un ente di beneficenza o trasmetterla ai tuoi figli dopo, ciò che darai sarà probabilmente di più se [in portafoglio] hai delle azioni”, ha aggiunto Brusda.

Per il consulente è importante considerare la situazione del cliente, comunque: talvolta può esserci da parte del pensionato la volontà di rischiare di più, senza che ci sia un adeguato cuscinetto per tamponare eventuali perdite.