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AZIONARIO USA: TUTTI FERMI IN ATTESA DELLA FED

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Seduta fiacca per l’azionario a stelle e strisce, con gli investitori che optano per la cautela in attesa della decisione della Fed sui tassi d’interesse.

Al giro di boa gli indici sono contrastati. Il Dow e’ in leggero rialzo e oscilla attorno ai 9.100 punti; il Nasdaq e’ in lieve ribasso e balla sui 1.600.

A livello settoriale, acquisti su compagnie aeree (XAL), wireless (YLS), retail (DJ_RTS) e broker (DJ_SCR). Giu’ semiconduttori (SOX), networking (NWX) e software (GSO).

Alle 18:00 italiane (le 12:00 ora di New York) al New York Stock Exchange erano stati scambiati 564 milioni di pezzi, mentre al Nasdaq ne erano passati di mano 722 milioni. Al NYSE i titoli in rialzo erano 1.409, contro 1.644 in ribasso, mentre al Nasdaq il rapporto era di 1.298 a 1.571. I nuovi massimi al NYSE erano 38, contro 7 nuovi minimi, mentre al Nasdaq il rapporto era di 47 a 7. L’indice della volatilita’ implicita VIX segnava un rialzo dello 0,57%, a 22,79 punti. Al mercato dei Treasury, il rendimento sulla scadenza a 10 anni (TNX), benchmark della categoria, si attestava al 3,303%, mentre quello sulla scadenza a 2 anni era all’1,121%. Ricordiamo che lo yield segue un andamento inverso rispetto ai prezzi. Il rendimento sui titoli a 2 anni continua a muoversi sotto il tasso sui Fed Fund, un evento verificatosi solo altre cinque volte negli ultimi 14 anni e seguito in ciascuna occasione da una revisione al ribasso del costo del denaro.

Gli operatori si chiedono se il rally dei mercati azionari sia finito o se siamo di fronte a una semplice pausa tecnica. “Il mercato sta tentando di rimbalzare dopo il calo di ieri – osserva Mark Donahoe, managing director di U.S. Bancorp Piper Jaffray – ma e’ ancora presto per dire se ce la fara’”.

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Sul fronte macroeconomico, e’ risultato migliore delle attese il dato sulla fiducia dei consumatori di giugno, redatto dal Conference Board. L’indice si e’ attestato a 83,5 punti, contro gli 82,0 stimati e gli 83,6 di maggio (dato rivisto). Gli indici USA hanno incrementato i guadagni sulla notizia, per poi fare marcia indietro. In genere, infatti, per influenzare significativamente il mercato in un senso o nell’altro e’ necessario uno scostamento di almeno 5 punti rispetto alla rilevazione precedente.

Segnali incoraggianti sono arrivati anche dalle vendite al dettaglio, con l’indice Bank of Tokyo-Mitsubishi/UBS che nell’ottava conclusasi il 21 giugno e’ salito dello 0,6%. Si tratta dell’incremento maggiore delle ultime sette settimane.

Ma l’attenzione del mercato e’ tutta focalizzata sulla riunione del FOMC sul costo del denaro. La decisione della banca centrale USA sara’ comunicata domani, alle 20:15 italiane. I future sui Fed Fund continuano a dare per certo (100%) un taglio dello 0,25%, mentre vedono una probabilita’ condizionata del 52% di una revisione di 50 punti base. Ma piu’ che la manovra in se’, gli operatori attendono con trepidazione il documento che accompagna la decisione sul costo del denaro, dal quale si capira’ se siamo arrivati alla fine del ciclo di tagli o se per Greenspan la ripresa economica e’ ancora debole e bisognosa di stimoli.

Al mercato valutario, l’euro continua a perdere terreno nei confronti del dollaro. La moneta del Vecchio Continente e’ scesa sotto quota $1,15 ($1,1480), ai minimi dal 16 maggio scorso ($1,1373).

Per quanto riguarda i profitti delle aziende, da segnalare il warning del colosso dei semiconduttori AMD (AMD – Nyse), che ha rivisto al ribasso le previsioni sulle vendite del secondo trimestre. Il titolo e’ in netto calo negli scambi e deprime il settore chip (SOX).

Prima dell’avvio degli scambi era stata comunicati i risultati di FedEx (FDX – Nyse). La societa’ di spedizioni ha registrato utili superiori alle attese e un fatturato in linea, ma ha formulato stime poco incoraggianti. Dopo la chiusura delle contrattazioni sara’ la volta del n.1 dei computer palmari, Palm (PALM – Nasdaq).

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