Il tanto atteso rimbalzo dei titoli di aziende ad alta capitalizzazione, note come “large cap,” inizia a manifestarsi, offrendo una performance superiore a quella delle “small cap” e, secondo gli analisti, i guadagni potrebbero risultare davvero interessanti. I titoli di aziende come la statunitense Pfizer Inc. e la spagnola Iberdrola SA sono diventati a buon mercato, per gli utili o i dividendi offerti, rispetto alle azioni delle aziende più piccole. Molte inoltre sono oberate da debiti meno massicci, e questo le rende meno rischiose, in presenza di un rallentamento della crescita degli utili, in linea con l’andamento dell’economia mondiale. Le imprese di maggiori dimensioni, inoltre, offrono rendimenti più elevati sull’investimento azionario, commenta Rupert Della-Porta, responsabile per l’azionario Usa presso F&C Asset Management Plc a Londra. L’indice mondiale di Morgan Stanley Capital International, che segue società con valore di mercato mediano di $11 miliardi, è salito del 7,6 percento quest’anno, secondo calcoli in dollari. L’Indice MSCI per le “small cap,” con valore mediano di $460 milioni, segna un incremento del 4,8 percento. Dai massimi raggiunti dal mercato il 9 maggio, il divario nella performance dei due gruppi si è acuito ulteriormente: le azioni delle “large cap” hanno perso il 3,7 percento e quelle delle “small cap” hanno lasciato sul terreno l’11,1 percento.
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