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Austria shock: “Azzeriamo richieste di asilo in Ue”

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Stop alle domande di asilo in Ue. La folle proposta arriva dall’Austria, attuale presidente di turno dell’Unione europea, fautrice di una linea dura sulla questione migranti.

Alla vigilia del vertice dei ministri degli Interni a Innsbruck, l’11 e 12 luglio, il governo austriaco guidato da Sebastian Kurz porterà al tavolo dei colloqui un documento-bomba che prevede l’azzeramento di qualunque domanda di asilo nei nostri Paesi. Un documento redatto dal ministro degli Interni austriaco Herbert Kickl secondo cui i migranti che arrivano nei nostri Paesi non sono i soggetti più bisogni di protezione, ma quelli che possono permettersi di pagare i trafficanti.

Dall’Austria all’Italia. Anche il nostro ministro degli Interni Matteo Salvini si sta preparando per il vertice di Innsbruck in cui porterà la sua proposta: bloccare l’arrivo nei porti italiani delle navi delle missioni internazionali. Le parole di Salvini arrivano dopo lo sbarco a Messina di 106 migranti soccorsi in zona Sar maltese da un pattugliatore irlandese della missione Eunavformed.

Parole di Salvini accolte con fastidio dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta, tanto che fonti del suo ministero sottolineano che la competenza sulle missioni internazionali non è del Viminale.

“Eunavformed è una missione europea ai livelli Esteri e Difesa, non Interni. Quel che vanno cambiate sono le regole di ingaggio della missione e per farlo occorre farlo nelle sede competenti, non a Innsbruck. L’azione deve essere coordinata a livello governativo, altrimenti l’Italia non ottiene nulla oltre a qualche titolo sui giornali, fermo restando che la guida italiana per noi è motivo di orgoglio”.

Intanto sullqa questione migranti è intervenuto l’ex premier Romano Prodi che in una lunga intervista a La Stampa fornisce la sua ricetta per fermare i flussi migratori: un piano Europa-Cina.

“La Cina  ha interessi molto forti in Africa per un motivo semplice. Ha il 7% delle terre arate del pianeta e il 20% della popolazione mondiale. Finché le persone erano rassegnate a soffrire la fame il problema non si poneva. Quando sono aumentati i consumi e le aspettative individuali e collettive, il governo cinese è andato a cercare cibo, energia e materie prime là dove poteva trovarle: in altri paesi dell’Asia, in America Latina e in Africa”.