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Il settore assicurativo globale si prepara ad aumentare in modo significativo le allocazioni verso gli investimenti alternativi privati, sostenuto da una previsione diffusa di incremento del capitale disponibile nel prossimo anno. È quanto emerge da un nuovo studio condotto da Ortec Finance, società specializzata in soluzioni per la gestione del rischio e del rendimento per il settore finanziario.
Debito privato in cima alle preferenze
Secondo l’indagine — che ha coinvolto gestori di portafoglio per un totale di 10.480 miliardi di dollari di masse in gestione — il 77% degli intervistati ritiene “probabile” o “certo” un aumento del capitale investibile nel 2025. Solo una ristretta minoranza (2%) esclude del tutto questa possibilità.
L’interesse si concentra in particolare sulle attività private, con il debito privato in cima alle preferenze: il 68% dei gestori lo inserisce tra le tre classi di attivi che con maggiore probabilità vedranno un incremento dell’allocazione nei prossimi 12 mesi. Seguono il capitale privato (private equity, 49%) e il settore immobiliare privato / fondi immobiliari quotati (REITs) (47%).
La tabella: il nuovo equilibrio negli investimenti privati
Classe di attivi privati | % di gestori che la indicano tra le tre priorità di aumento |
---|---|
Debito privato | 68% |
Capitale privato (private equity) | 49% |
Immobiliare privato / REITs | 47% |
Debito immobiliare | 46% |
Capitale infrastrutturale | 41% |
Immobiliare diretto | 36% |
Debito infrastrutturale | 13% |
Alla ricerca di rendimenti
Questi dati confermano una tendenza ormai consolidata tra gli investitori istituzionali: la crescente ricerca di rendimenti stabili, protezione dall’inflazione e una maggiore diversificazione, anche accettando una minore liquidità. La protezione dall’inflazione è, infatti, la motivazione principale per puntare sugli attivi privati (indicata dal 35% degli intervistati), seguita dalla diversificazione (30%), dal coordinamento tra flussi in entrata e in uscita (cashflow matching, 22%) e dai premi per l’illiquidità (13%).
Tuttavia, il quadro non è privo di criticità. La trasparenza e la qualità della rendicontazione da parte dei gestori dei fondi privati restano un ostacolo significativo. Il 21% dei gestori afferma che le carenze in questi ambiti impediscono di investire in alcuni fondi, soprattutto a causa delle difficoltà nel dimostrare la conformità ai requisiti normativi. Una larga maggioranza (79%) condivide almeno in parte questa preoccupazione.
Compliance e strumenti tecnologici per superare le barriere
Hamish Bailey, direttore generale per il Regno Unito e responsabile della divisione assicurativa di Ortec Finance, osserva come il momento sia favorevole agli investimenti alternativi privati, ma ammonisce:
“La motivazione è guidata dalla ricerca di protezione contro l’inflazione e benefici di diversificazione, ma senza dati affidabili e una comunicazione trasparente, molte compagnie si trovano di fronte a ostacoli normativi che limitano la possibilità di cogliere pienamente queste opportunità”.
In questo contesto, gli strumenti tecnologici avanzati — come la simulazione del bilancio, l’analisi di scenari dinamici e l’ottimizzazione del portafoglio — diventano fondamentali. Tali strumenti, secondo Bailey, permettono di valutare le interazioni tra attivi e passivi, vincoli di liquidità e solvibilità, e le incertezze di mercato, supportando decisioni di investimento più solide e a prova di stress.
Infine, il 62% degli intervistati si attende un aumento delle distribuzioni nel capitale privato (cioè i rientri di capitale verso gli investitori), a conferma di una potenziale crescita nella capacità di monetizzare questo tipo di investimenti. Il 35% prevede che restino ai livelli attuali.