Economia

Assegno unico per i figli: via libera dal Cdm, in partenza dal 2022

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Assegno unico per i figli al via dal 2022. Il Cdm guidato da Mario Draghi ha dato il via libera alla misura di sostegno alle famiglie che accompagnerà i figli dal settimo mese di gravidanza e oltre la maggiore età, fino a 21 anni, a patto che i ragazzi studino, facciano tirocini con redditi minimi o siano impegnati nel servizio civile universale.

Il provvedimento ora dovrà passare al vaglio delle commissioni competenti delle Camere per il parere, prima del via libera definitivo ma in base alla bozza circolata nelle ultime ore possiamo già delinearne i contorni in linea generale.

Assegno unico figlio: beneficiari e importi

L’assegno unico universale per i figli, erogato dall’Inps, interesserà sia i lavoratori dipendenti, sia gli autonomi e avrà un importo mensile fino a 175 euro, che scende a 85 per i figli maggiorenni tra i 18 e i 21 anni, e poi a 50 per i redditi più alti. L’assegno sarà erogato anche alle famiglie di stranieri, purché siano residenti in Italia da almeno due anni.  In particolare la bozza del decreto attuativo dell’assegno unico tra i requisiti prevede “congiuntamente” anche la residenza in Italia “da almeno due anni, anche non continuativi ovvero” la titolarità “di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale”. Tra i requisiti anche il domicilio e il pagamento delle tasse in Italia.

Il beneficio è riconosciuto per ogni figlio minorenne a carico e per i nuovi nati “a partire dal settimo mese di gravidanza”, si legge nella bozza, e non ha limiti di età per i figli disabili.  L’assegno andrà al genitore che fa la domanda o “a richiesta anche successiva, in pari misura” tra i genitori. In caso di affidamento esclusivo “l’assegno spetta, in mancanza di accordo, al genitore affidatario. Nel caso di nomina di un tutore, l’assegno è riconosciuto nell’interesse esclusivo del tutelato”. La domanda può essere presentata anche dai figli, una volta diventati maggiorenni, che possono “richiedere la corresponsione diretta della quota di assegno loro spettante”.

L’assegno unico per i figli andrà a sostituire i preesistenti assegni e le detrazioni familiari, prevede che l’importo pieno vada a chi ha Isee fino a 15 mila euro e oltre tale soglia l’assegno cala progressivamente fino a minimo 50 euro (25 per i maggiorenni) per Isee oltre 40 mila euro lordi annui o per chi non lo presenta. Sono previste maggiorazioni in base al numero di figli e alla presenza di disabili, oltre che in base al reddito. Così a partire dal terzo figlio è prevista una maggiorazione tra i 15 e gli 85 euro a figlio in base all’Isee, mentre i nuclei con “quattro figli o più” riceveranno un’ulteriore “maggiorazione forfettaria” da 100 euro al mese.

Se entrambi i genitori lavorano e l’Isee è basso, si avranno altri 30 euro in più, che si azzerano oltre i 40mila euro.  In sostanza un nucleo con Isee fino a 15mila euro riceverà 175 euro al mese con 1 figlio, 350 con due, 610 con tre e 970 con 4 che diventano 1090 euro al mese se entrambi i genitori lavorano (30 euro per 4 figli, 120 euro in più). I nuclei che superano i 40mila euro di Isee invece riceveranno 50 euro al mese con un figlio, 100 euro con due figli, 165 euro con tre figli, 330 euro con 4 figli. Per i minorenni si riceveranno 105 euro al mese in più “in caso di non autosufficienza”, 95 euro “in caso di disabilità grave” e 85 euro “in caso di disabilità media”. In presenza di maggiorenni disabili e fino a 21 anni si riceveranno 50 euro al mese in più (che si sommano all’assegno previsto tra i 18 e i 21 anni) mentre oltre i 21 anni si continuerà a ricevere un assegno in base all’Isee che andrà da 85 a 25 euro al mese.

Per la nuova misura, che assorbe i vecchi aiuti alla famiglia dal bonus bebé agli assegni familiari, ci saranno circa 15 miliardi nel 2022 che saliranno progressivamente fino a 19 miliardi e mezzo a decorrere dal 2029.