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ANNO D’ORO PER I PERSONAL COMPUTER

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Le vendite di personal computer si stanno rivelando molto forti, supportate dagli upgrade e dalla domanda di apparecchiature piu’ potenti per accedere alle applicazioni broadband di Internet.

Dan Niles di Lehman Brothers prevede per l’industria dei computer uno degli anni migliori dal 1996 e, poiche’ i prezzi dei semiconduttori si sono stabilizzati, ha suggerito anche di acquistare azioni dei produttori di chip.

Anche Steven Fortuna di Merrill Lynch punta sui computer e ha rivisto la sua crescita dal 17,6% al 18,5%. In cima alle priorita’ delle piccole societa’, infatti, sembra essere l’ammodernamento della tecnologia e la richiesta di PC, server e apparecchiature per la rete informatica e’ particolarmente forte. Le vendite in Giappone e nella regione asiatica, poi, sono piu’ ingenti del previsto.

Alcuni analisti sono ancora piuttosto cauti, dopo il rallentamento delle vendite legato al problema dell’anno 2000, ma i risultati dei produttori lasciano ben sperare.

Hewlett-Packard (HWP), IBM (IBM), Intel (INTC) hanno annunciato risultati superiori alle aspettative, con una crescita del 60% delle vendite nei primi tre mesi dell’anno per Hewlett-Packard.

Niles ha notato come oltre il 40% delle vendite di PC includono software per l’utilizzo di macchine fotografiche digitali e come anche la richiesta di computer portatili sia cresciuta.

Nel lungo termine, pero’, l’immagine rimane incerta.
Nel caso di societa’, gli acquisti sono mirati alla sostituzione di apparecchi obsoleti e secondo Richard Chu di S.G. Cowen, la vita media di un computer e’ cresciuta da tre a oltre quattro anni. Un sondaggio tra le societa’ ha rivelato che quest’anno verra’ sostituito solo un computer su cinque, mentre l’anno scorso ne veniva cambiato uno su quattro.

In futuro, infatti, i computer dovranno sfidare la concorrenza delle nuove apparecchiature per Internet che promettono il collegamento senza il bisogno di un PC.

“Questo Natale potrebbe essere l’ultimo per la dominanza dei personal computer”, ha concluso cosi’ Steven Fortuna.