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A MARGHERITA AGNELLI UN MILIARDO DI EREDITA’

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(WSI) – Sarebbe di oltre 1,1 miliardi di euro l’ammontare che Margherita Agnelli ricevette in eredità nel 2004. Lo riporta “il Mondo”, nel numero domani in edicola, con un servizio esclusivo dal titolo “L’affaire Agnelli: il miliardo e 166 milioni di euro incassato da Margherita per l’eredità del padre. La maxiparcella da 25 milioni pagata agli avvocati attraverso una banca di Singapore, la Guardia di Finanza che acquisisce lettere e documenti. Ecco le carte segrete della dinasty torinese”.

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Dal servizio del ‘Mondo’ emerge non solo la vera cifra di quanto la figlia dell’Avvocato percepì in seguito agli accordi del 2004, ma anche una vicenda che potrebbe portare seri guai: nel 2004 infatti Margherita, per il tramite della società Vilanda Capital ltd, ha pagato i suoi legali 25 milioni di euro, transitati attraverso la Ubs di Singapore, paradiso fiscale che il fisco italiano ha inserito nella ‘black list’.
Ma ora la Guardia di Finanza starebbe indagando su queste transazioni e ha acquisito le carte dell’eredità.

All’origine della vicenda, il litigio intrapreso dall’avvocato Charles Poncet, il nuovo legale svizzero di Margherita De Pahlen, e i legali che avevano concluso l’accordo del 2004 (l’avvocato svizzero Patry e l’avvocato italiano Gamna dello studio Chiomenti) accusati di non aver difeso a sufficienza gli interessi economici della figlia dell’Avvocato.

Come emerge dalle carte riportate da ‘Il Mondo’, proprio questa somma, definita da Poncet “astronomica”, pagata da Margherita De Pahlen “per il tramite della società Vilanda Capital ltd alla filiale Ubs di Singapore a favore della Pkb privatbank ag di Zurigo”, è al centro della controversia tra Poncet e Gamna, che “permetterà a Margherita di finanziare in avvenire le eventuali procedure che intraprenderà in Italia e di terminare quelle che ha in corso senza che a lei costino un centesimo”.

Il litigio tra i due studi legali prosegue da molto tempo, fino ad un nuovo capitolo: una lettera, riportata da Il Mondo, in cui Charles Poncet illustra a Margherita Agnelli la propria idea. L’idea è di risolvere la controversia facendo firmare all’avvocato Gamna un ‘affidavit’, cioè una dichiarazione che permetta di stabilire “l’esistenza di un mandato tra vostro padre e Gabetti e Grande Stevens.

Questo potrà essere utile ad Abbatescianni (ndr: l’avvocato italiano che segue la causa promossa al tribunale di Torino dalla figlia dell’Avvocato) nel processo italiano”. Se l’Avvocato Gamna accetterà di firmare l’affidavit “che tiene conto della situazione delicata di Gamna”, scrive Poncet in una lettera datata 29 aprile 2008, egli “potrà essere sicuro che la mia cliente (ndr: Margherita De Pahlen) non avrà più alcuna pretesa da far valere contro di lui”.

‘Il Mondo’ conclude sottolineando che non è stato possibile accertare se l’affidavit sia stato in effetti firmato o prodotto nel processo di Torino: il quesito è stato infatti posto all’Avvocato Abbatescianni ma “la risposta non è arrivata”.

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