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Tesla: titolo sempre più giù, fin dove può arrivare secondo gli analisti

Non sia arrestano le vendite sul titolo Tesla, che nell’ultimo mese ha lasciato sul terreno del Nasdaq l’11% scendendo oltre 170 dollari per azione. Il saldo negativo da inizio anno sale così a -33%. Cosa c’è dietro la débâcle delle quotazioni della casa automobilistica di Elon Musk?

La bocciatura degli analisti

L’ultimo colpo è stato assestato dalla bocciatura da parte degli analisti di Wells Fargo, che hanno declassato il rating a Sell (vendere) da Hold (tenere), rivendendo al ribasso anche l’obiettivo di prezzo da 200 a 125 dollari, circa il 27% al di sotto dei livelli attuali.

Per gli esperti della banca americana, Tesla “non ha un aspetto così magnifico”: la view negativa sull’azienda come una “società in crescita senza crescita” è alimentata anche dal fatto che i recenti tagli dei prezzi sui veicoli elettrici di Tesla avranno un impatto decrescente sulla domanda.

Come ricordano gli analisti di eToro, Wells Fargo non è l’unico ad avere una prospettiva ribassista su Tesla. Su 45 analisti che seguono Tesla e monitorati da S&P Global Market Intelligence, nove lo considerano un “acquisto forte”, sei un “strong buy”, 22 un “Hold”, mentre otto lo classificano come “vendita” o “vendita forte”. La raccomandazione consensuale si attesta su “Hold”. Nonostante ciò, il titolo ha scambiato al di sotto del suo prezzo medio obiettivo di circa 208 dollari da gennaio, il che indica un potenziale di upgrade del 23%, il massimo dell’ultimo anno.

Tesla trascina in basse tutte il comparto delle auto elettriche

Le pressioni che gravano su Tesla stanno avendo ripercussioni sull’intero settore dei veicoli elettrici (EV). Tra i titoli quotati a Wall Street in questo settore, si è verificata una correzione media ad oggi di circa il 36,5% dall’inizio dell’anno. E la situazione, come fanno notare da eToro, rischia di peggiorare.

“Questo trend negativo rischia di aggravarsi, con il titolo Fisker in calo di oltre il 44% in after hour a seguito di voci di una possibile bancarotta. La società ha annunciato alla fine di febbraio il ritardo nella pubblicazione dei suoi risultati finanziari completi dell’anno scorso, attribuendo il problema alla mancanza di professionisti dell’accounting esperti, secondo quanto riportato in una presentazione regolamentare. Fisker rappresenta solo una delle numerose startup nel settore dei veicoli elettrici che sono entrate in borsa all’inizio del decennio. Tuttavia, queste aziende hanno incontrato difficoltà nel gestire le complessità della produzione su larga scala e, più recentemente, hanno affrontato una domanda fiacca da parte dei consumatori americani per i veicoli alimentati a batteria. Se Fisker dovesse presentare una richiesta di protezione dal fallimento, sarebbe il secondo fallimento di un’azienda automobilistica fondata dall’ex designer di BMW e Aston Martin, Henrik Fisker. La prima azienda, Fisker Automotive, ha dichiarato fallimento nel 2013. Il prezzo delle azioni di Fisker è sceso di oltre il 98% dal suo ingresso in borsa nel 2020, quando si è fuso con un veicolo a scopo speciale a 32 centesimi alla chiusura di mercoledì. Le azioni della società hanno continuato a scambiare al di sotto di $1 per gran parte dell’anno e ora rischiano di essere radiate dalla Borsa di New York”.