Recuperare capitalizzazione di mercato per riportare il titolo in linea con gli altri grandi istituti europei in termini di rapporto market-cap/patrimonio netto tangibile: sarebbe questo uno degli obiettivi principali contenuti nel nuovo piano industriale di Unicredit, che sarà presentato domani all’Investor Day di Londra.
Secondo quanto anticipa Affaritaliani, l’istituto bancario guidato da Jean-Pierre Mustier punta recuperare 12 miliardi di capitalizzazione di mercato per riavvicinare il rapporto con il patrimonio netto tangibile da 0,5 a 0,8.
Quest’ultimo rapporto è quello che mediamente presentano le migliori banche in Europa compresa la concorrente Intesa SanPaolo.
E sono proprio 12 i miliardi di capitalizzazione di mercato che dividono le due banche italiane: circa 40 miliardi la capitalizzazione di Intesa, contro i 28 di Unicredit.
Il piano di Mustier
Per recuperare quota in borsa Mustier punterebbe su almeno tre mosse. Innanzitutto migliorare ulteriormente il peso dei costi operativi. Già lo scorso 22 luglio erano state pubblicate indiscrezioni secondo le quali Unicredit sarebbe pronta a tagliare altri 10mila posti di lavoro, pari all’11% del totale dei dipendenti.
Si tratta, questa, di una prospettiva che vede i sindacati già sul piede di guerra. “Siamo contrari a politiche di chiusura delle agenzie che lascino sguarniti i territori”, spiega il segretario generale della Fisac Cgil Giuliano Calcagni, “rispetto ai ventilati 10 mila esuberi occupazionali, devo dire che il dato è esorbitante e, se così fosse, sarebbe una mera riduzione di costo. Il piano industriale dovrà assicurare oltre la volontarietà delle uscite previste, la tenuta occupazionale e un adeguato numero di assunzioni nel Mezzogiorno e nelle aree più disagiate del Paese”.
Secondo pilastro del progetto di Mustier sarebbe, poi, una maggiore generosità nella distribuzione dei dividendi. La quota dell’utile netto destinata a essere distribuita in dividendi (payout ratio), infatti, dovrebbe passare dal 30 al 50%.
Ultimo punto del piano industriale, secondo l’indiscrezione, sarebbe un riacquisto di azioni proprie (buyback) finanziato con la liquidità ottenuta dalle varie cessioni messe a segno da Unicredit negli ultimi tempi (Fineco, Mediobanca, Yapi, solo per citare le più recenti).
Con un eccesso di capitale di 7 miliardi di euro da destinare al buyback, l’istituto guidato da Jean-Pierre Mustier cercherà di ridare slancio al prezzo delle azioni Unicredit. Saranno queste le coordinate, in attesa che si possano aprire le condizioni per la fusione con un partner europeo che in molti da tempo aspettano.