Non capita spesso che il manager della Borsa principale di un paese si scagli contro le autorità monetarie, accusandole di manipolare i mercati e comprare troppi titoli azionari. Il Giappone ha un problema e lo ha messo in evidenza molto chiaramente Akira Kiyota, amministratore delegato del Japan Exchange Group.
Kiyota è solo l’ultimo esponente dell’establishment finanziario giapponese a criticare in pubblico l’operato della banca centrale del paese, che ha avviato un bazooka monetario praticamente senza limiti.
Kuroda, il numero uno della Banca del Giappone, viene infatti spesso messo sotto accusa per il suo programma di acquisto di ETF, con il quale la banca centrale sta inflazionando i prezzi di Borsa in modo artificiale e sta vanificando i tentativi per rendere più efficienti le società quotate.
Kiyota, la cui società gestisce la Borsa di Tokyo, ha però aggiunto una ragione in più per mettere in discussione l’operato di Kuroda: gli acquisti della banca del Giappone deprimono la volatilità, un fattore che non invoglia gli investitori a fare trading.
“Non è positivo alla lunga”, ha dichiarato in un’intervista Kiyota, aggiungendo che “continuando a comprare 6.000 miliardi di yen di titoli l’anno, si provoca una distorsione costante” in Borsa.
“La Banca del Giappone che compra fondi ETF quando la Borsa muove i primi passi è una cosa positiva, ma gli ETF devono poi essere in grado di crescere insieme al mercato, senza l’aiuto della Banca centrale”.