ROMA (WSI) – Per sconfiggere la fame del mondo c’è una strada da percorrere: mangiare insetti. Non è una boutade, ma potrebbe diventare realtà. Un rapporto firmato dalla Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, dal titolo esplicativo, “Insetti commestibili: quali prospettive future per la sicurezza alimentare e dei mangimi”, ha sponsorizzato questa idea.
D’altra parte la crisi non ha fatto altro che aumentare la carenza di cibo in un tutto il mondo. Un recente articolo apparso sul sul sito online della BBC ha spalleggiato questa tesi. Ha spiegato in modo accurato che mangiare più insetti potrebbe aiutare a combattere, se non addirittura sconfiggere, la fame nel mondo, citando un rapporto delle Nazioni Unite.
I vantaggi sarebbero notevoli, in quanto mangiare scarafaggi, vespe, bruchi contribuisce a rafforzare la nutrizione e riduce anche l’inquinamento.
Secondo i dati raccolti nella relazione della Food and Agriculture Organization ad oggi sono già oltre due miliardi le persone che in tutto il mondo hanno integrato la loro dieta con i piccoli insetti. Ma osservano i ricercatori nonché autori della ricerca oggi vespe, scarafaggi e altri insetti sono attualmente “sottoutilizzati”, come cibo per persone e animali.
Adoperarli di più in agricoltura sarebbe “uno dei tanti modi per affrontare in maniera più accurata la sicurezza alimentare e quella dei mangimi”. Ma non solo. Gli insetti sono ovunque, si riproducono rapidamente, hanno una crescita elevata e un tasso di conversione negli alimenti a basso impatto ambientale, prosegue il rapporto, evidenziando che sono nutrienti, avendo un alto contenuto di proteine, grassi e minerali.
Il rapporto si spinge poi oltre, quando suggerisce all’industria alimentare di provare ad aggiungerli al menu dei ristoranti. Siete scettici? Alcuni bruchi dell’Africa meridionale hanno già un mercato promettente. Tant’è che vengono commercializzati a prezzi elevati. Mentre la maggior parte degli insetti commestibili provengono invece da boschi e potrebbero servire altri mercati di nicchia.
Tuttavia il mondo accademico è molto scettico sull’argomento. Da Princeton ad Harvard sono diversi i professori americani secondo cui introdurre insetti sulle tavole del consumatore occidentale sia una missione quasi impossibile.