(Teleborsa) – “Dopo una fase di recupero, sui mercati finanziari internazionali è tornata l’incertezza. Le nuove turbolenze originano dalle preoccupazioni circa la crescita dei debiti sovrani: in un gioco di trasposizione che non è nuovo nella storia economica, la crisi sembra trasferirsi dai sistemi finanziari che l’hanno generata agli Stati che sono intervenuti per arginarla”. Questo il commento del presidente dell’ABI Corrado Faissola, nel suo intervento all’Assemblea annuale dell’Associazione. “Le apprensioni che gli sviluppi congiunturali sollevano a livello planetario sono state autorevolmente rimarcate dal recente vertice del G20 di Toronto: va scongiurato il rischio che la ripresa in atto sia compromessa, che la disoccupazione resti agli alti livelli derivanti dalla crisi, che sia precluso l’accesso ad un sentiero di sviluppo più robusto ed equilibrato. Ma il raggiungimento di questi traguardi presuppone un sostenibile quadro di finanza pubblica di medio termine” continua Faissola. “È un imperativo per tutti. Negli ultimi due anni nell’Area euro l’incidenza del debito pubblico sul prodotto è passata dal 66 al 79%. Non in tutti i paesi il deterioramento dei saldi ha avuto la stessa intensità: in Italia il deficit è stato pari al 5,3% del Pil, contro il 6,3 dell’Area euro; il saldo primario depurato dagli effetti del ciclo è rimasto positivo. Lo sarà ancora nel 2010, unico caso tra i principali paesi europei”. “Condividiamo, prosegue Faissola, il nuovo sforzo in cui è impegnato il Governo: riportare il saldo al netto degli interessi ad un livello compatibile con la discesa del rapporto debito su Pil”.
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