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Tria baluardo stabilità, “unico interlocutore con Bce”

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In vista di un 2019 in cui il sostegno della Bce sul debito verrà meno, il ministro dell’Economia Giovanni Tria avrebbe invitato tutta la squadra di governo alla cautela: prudenza negli annunci sui contenuti della prossima legge di bilancio. Il timore che Tria sia messo all’angolo dai vertici di Lega e M5s, tuttavia, avrebbe contribuito al rialzo dello spread: dal 9 agosto, in particolare, si è allargato i differenziale con i bonos spagnoli da quota 101 a 114. Dietro a questi sviluppi, oltre ai timori legati alla crisi turca, secondo il ministro ci sarebbe l’attacco politico nei suoi confronti: è quanto sostiene La Stampa citando le parole dello stesso Tria, è questa “la causa più vera”.

“A Francoforte fanno sapere che l’unico interlocutore in Italia è Tria e nessun altro”, scrive il quotidiano piemontese, “ma potrebbe non bastargli se alla fine dovesse scontentare i diarchi del governo che insistono sul «cambiamento e il coraggio»”.

Nel frattempo, per allettare una platea più ampia di possibili alleati in vista del collocamento dei 257 miliardi di nuovi titoli di debito in programma per l’anno prossimo il ministero dell’Economia avrebbe organizzato un viaggio a Pechino. Una visita ancora non ufficializzata, secondo quanto riporta il Corriere, ma confermata da due funzionari di Via XX Settembre a Federico Fubini.

“Insieme a Tria viaggerà una squadra di alti funzionari dalle competenze diverse: oltre al capo dei rapporti finanziari internazionali del Tesoro Gelsomina Vigliotti, anche un dirigente del dipartimento responsabile per l’ emissione e il finanziamento del debito pubblico”, scrive la firma economica del Corriere, sostenendo che la visita in Cina possa essere collegata alle condizioni finanziarie destinate a peggiorare con l’addio al Quantitative easing della Bce, previsto per il gennaio 2019.