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Migranti, nave Diciotti causa strappo tra Lega e M5S

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Si consuma al largo delle coste siciliane il primo strappo nella finora indissolubile alleanza tra Lega e Cinque Stelle. A causarla la questione migranti e il no all’attracco della nave militare della guardia costiera italiana Diciotti al porto di Trapani.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, in piena linea con le sue precedenti mosse a riguardo, ha negato il via libera all’arrivo nel porto italiano. Un atteggiamento che ha irritato il M5S tanto che in serata il premier Giuseppe Conte avrebbe telefonato allo stesso Salvini per chiedergli l’ok almeno al salvataggio di donne e bambini.

Sono 67 in tutto i migranti presenti nella nave Diciotti che alla fine avrebbe ricevuto l’ordine di attraccare dal ministro dei Trasporti, il pentastellato Danilo Toninelli. La decisione è stata comunicata a Salvini solo a cosa fatta.

Arrivati al porto però dall’Interno è giunta una comunicazione ufficiale: nessun consenso allo sbarco. Una situazione in bilico che ha richiesto l’intervento del capo dello Stato Sergio Mattarella che avrebbe chiesto a Conte uno sblocco immediato della situazione. Alla fine Salvini ha dovuto cedere.

“Chi ha deciso al posto mio ne risponderà”, così La Repubblica riporta le parole di Salvini e fonti interne al Viminale parlano di “rammarico” per la decisione della Procura di Trapani di non disporre fermi. Il riferimento è a due migranti, Ibrahim Bushara, sudanese, e Hamid Ibrahim, ghanese, indagati per violenza privata in concorso continuata e aggravata in danno del comandante e dell’equipaggio del rimorchiatore Vos Thalassa, che domenica li ha soccorsi insieme ad altri 65 vicino a una piattaforma petrolifera.

“Andrò fino in fondo finché qualcuno non venga assicurato alla giustizia. Io volevo che le indagini spiegassero cosa era accaduto per il momento ci sono indagati. Mi farebbe arrabbiare se coloro che sono sbarcati finissero tutti a piede libero, certezza pena deve essere fondamento per italiani e soprattutto per chi è ospite, non voglio che finisca tutto a tarallucci e vino”.

Così Salvini. Schierandosi con il Presidente della Repubblica Luigi Di Maio ha commentato intervistato da ‘Agorà:

“Rispettiamo la decisione del Presidente Mattarella (…) servono procedure più veloci quando ci sono situazioni del genere. L’intervento del Presidente è stato d’obbligo per far sbarcare i migranti. Ma una cosa deve essere chiara: l’Italia deve farsi rispettare e perseguire chi si comporta in questo modo. La competenza è della magistratura ma ci deve essere un messaggio chiaro ai cittadini che si aspettano che la giustizia trionfi sempre”.