Società

Migranti, Alfano: “sì all’uso della forza per prendere le impronte”

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ROMA (WSI) – Inizia oggi a Bruxelles il Consiglio europeo con i capi di Stato e di Governo sulla crisi migratoria. Due giorni di dibattiti e discussioni con l’obiettivo principale di trovare un accordo soprattutto con il governo di Ankara per la gestione dei flussi migratori, chiudendo la rotta balcanica, garantendo il rispetto del diritto europeo e internazionale e che disincentivi l’ondata di profughi dalla Turchia verso la Grecia e l’Ue.

A destare le maggiori preoccupazioni il problema di come rendere giuridicamente possibile il rinvio dalla Grecia alla Turchia di persone che avrebbero diritto alla protezione internazionale ma il governo di Ankara, pur avendo firmato la Convenzione di Ginevra del 1951 sulla protezione dei rifugiati, la applica a suo modo, ossia con “limiti geografici”. In altre parole la Turchia accoglie come rifugiati gli europei, mentre ad asiatici o africani concede una protezione temporanea.

Altro problema all’ordine del giorno che andrà affrontato riguarda gli aiuti da dare alla Grecia per affrontare la crisi umanitaria per il massiccio afflusso di migranti, e gestire i centri di identificazione e registrazione (“hotspot”) e le domande d’asilo. Insomma un vertice molto importante che si spera possa arrivare ad una svolta concreta.

E proprio alla vigilia del Consiglio Ue si fa sentire l’Italia con l’annuncio dato da parte del Ministro degli Interni, Angelino Alfano di una nuova norma su cui starebbe lavorando il Governo. Norma che prevede l’uso della forza per prendere le impronte ai migranti.

“Ci sto lavorando. Ho messo allo studio una norma sulla gestione degli hotspot per risolvere alcune possibili difficoltà, un’ipotesi articolata che riguarda diversi aspetti, compreso quello dell’uso della forza nei confronti di coloro che si rifiutano di sottoporsi al fotosegnalamento che è obbligatorio per il nostro ordinamento e quello europeo. Stiamo valutando dove inserirla”.

Un norma descritta ai sindacati già in fase di predisposizione che ha lo scopo di “disciplinare il soccorso, la prima assistenza, l’identificazione e il rilevamento fotodattisloscopico e segnaletico, anche forzoso dei migranti”. Una norma destinata ovviamente a far discutere e che ha già suscitato polemiche e perplessità, anche se la parola d’ordine è prudenza, come afferma Daniele Tissone della Silp-Cgil, secondo quanto riporta La Stampa:

“Aspetto a esprimermi di leggere la norma, auspico che sia scritta nel pieno rispetto dei diritti umani e in modo chiaro e attuabile, per tutelare il lavoro degli operatori”.